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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Antisemitismo travestito da odio contro Israele - Libero 23-01-
Nell'Unione Sovietica che fu, Nathan Sharanky scontò la colpa di essere ebreo con una condanna a nove anni di carcere duro. Quando chiese di emigrare in Israele, diventando insieme a Ida Nudel, uno dei più coraggiosi refusenik, il risultato fu una ancora maggiore detenzione nelle carceri sovietiche. Ma la tenacia con la quale ha lottato contro l'impero sovietico gli è valsa la libertà e l'arrivo in Israele nel 1986, dove oggi è ministro del governo Sharon. Introdotto dal Presidente del Senato Pera e da un brillante racconto della sua vita da Fiamma Nirenstein, Sharansky ha ricordato quanto attuale e grave sia l'antisemitismo ed il pregiudizio contro Israele. Un intervento tutto centrato sulla democrazia. L'antisemitismo cresce quando in un paese diminuisce la democrazia. L'Europa si difende dicendo di non essere antisemita e che gli attacchi contro gli ebrei sono il risultato della politica di Israele.

Sharansky, percorrendo duemila anni di persecuzioni, ha demolito questa tesi partendo proprio dal tradizionale odio antiebraico.

Dalla demonizzazione degli ebrei in quanto tali, si è passati alla demonizzazione dello Stato di Israele. "Prima di realizzare un olocausto quello della demonizzazione è un passo indispensabile", ha spiegato. Tutti ricordano quella vignetta nella quale un bambino palestinese dice ad un soldato israeliano: quando mi crocifiggi per la seconda volta ? E' la politica del doppio standard, un occhio benevolo nel confronti della parte palestinese e la severità più assoluta verso Israele. Si ha un bel da dire che la critica è rivolta al governo e non a Israele in qunato Stato. Il risultato è invece la delegittimazione del diritto degli ebrei ad avere uno Stato. Attenti al linguaggio che i media usano, ci dice Sharansky. Parole come colonialismo, apartheid, muro di Berlino, genocidio sono buttate in pasto all'opinione pubblica internazionale per far passare l'equazione Israele uguale Nazismo. Di più. Grazie a internet, che opera al di fuori di qualsiasi controllo, sono un numero enorme i siti web che diffondono non solo propaganda ma una vera e propria sistematica offensiva contro l'esistenza stesso dello Stato ebraico. Questo avviene mentre l'Europa non solo non affronta seriamente la questione, ma , al contrario, fa di tutto per minimizzare il pericolo che la rinascita dell' antiebraismo rappresenta.

C'è una evidente continuità. Mentre la memoria va a quanto è avvenuto sessant'anni fa , vien da dire che il nuovo antisemitismo ha scoperto che oggi può manifestarsi senza timore e guadagnare larghe simpatie trasferendo l'obiettivo dall'ebreo in quanto tale su Israele. Lì vivono cinque milioni e passa di ebrei che lottano ogni giorno contro un terrorismo che non è solo quello dei criminali suicidi che fanno strage di civili innocenti. C'è un altro fronte, quello della propaganda, che Israele non può e non deve affrontare da solo. I paesi democratici hanno di fronte a sè una grande responsabilità, dice Sharansky, sostenere di fatto i regimi dittatoriali che vogliono ancora la distruzione dello Stato ebraico o schierarsi, come dovrebbe essere logico, con lo stato democratico di Israele. Dall'aria che si respira in Europa è azzardato fare previsioni.

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