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Grazie, Alberto Angela
Sono ancora travolta dall'emozione dopo aver visto la puntata di Ulisse, del 13 ottobre, dedicata alla Shoah, in occasione delle commemorazioni per il 16 ottobre, rastellamento del Ghetto di Roma da parte dei nazisti , aiutati dai fascisti. Il programma di Alberto Angela intitolato "Viaggio senza ritorno" è stato un documentario struggente e atroce che per due ore mi ha tenuta come paralizzata, letteralmente pietrificata, davanti allo schermo. Le scene prese dai filmati nazisti, le immagini di Birkenau, delle camere a gas dove si moriva, anche 1500 in ogni camerone, tra atroci dolori e terrore, gli uni sugli altri tra le urla dei bambini, tra i corpi che venivano paralizzati a poco a poco dal Ziklon B, almeno 10, 15 minuti per poter morire. Le immagini dei crematori neri di fumo, entravano diritte nel cuore e nel cervello come stilettate di dolore infinito. Il -Memoriale del Popolo ebraico massacrato- di Berlino con quei 2100 cubi grigi e un'enorme stanza che ha sul pavimento migliaia di volti piatti in acciaio che tintinnano ogni volta che il visitatore cammina sopra di essi (ideato da un architetto israeliano). "In questo modo i morti ritornano perchè si sentono, si sente il rumore che fanno questi volti di acciaio che ritornano a noi.... Non esistono parole o esempi, non si riesce a capire". Le testimonianze, alcune mai sentite e strazianti. I momenti in cui parlava Sami Modiano che, a 88 anni, ancora piange al ricordo della sorella ridotta a un fantasma e che lui, al primo momento, non aveva potuto riconoscere. " La mia bella sorella Lucia senza capelli, rasata a zero, magrissima, irriconoscibile. Le gettai attraverso il reticolato un pezzo di pane. Lei simulò un abbraccio e dopo un attimo mi rigettò il mio pezzo di pane cui aveva aggiunto il suo. E' stato il suo ultimo gesto.Dopo tre giorni non ritornò più e dovetti rassegnarmi al pensiero che fosse morta". Piange Sami raccontando la sua piccola sorella nell'inferno e le sue lacrime sono quelle del Popolo ebraico. Questo "Viaggio senza ritorno" deve essere portato nelle scuole, deve essere visto dai giovani, deve essere ridato ancora, tradotto e trasmesso all'estero. Ho sempre pensato che i due Angela, Padre e figlio, fossero persone colte, oneste, kasher e ne ho avuto la conferma. Grazie, Alberto Angela, grazie per quello che hai dato all'Italia. Grazie per quello che hai dato agli ebrei, giustizia, soprattutto giustizia. Grazie anche per quell'ultima scena in cui bambini ebrei di oggi, cantavano alla sinagoga di Roma mentre venivano mandate tra gli spazi liberi della sinagoga le immagini degli altri bambini ebrei, quelli rimasti lassù, nel fumo di Auschwitz che usciva dai camini. Grazie Alberto Angela.
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