Sinistra e Shoah, la storia alla rovescia - Libero 16-01-04
Ricordare la Shoah, lo sterminio dei sei milioni di ebrei,in un giorno particolare, nel quale le istituzioni pubbliche sono chiamate al dovere del ricordo. Succede da qualche anno il 27 del mese di gennaio. Una legge, approvata dal parlamento della Repubblica, l'ha reso ufficiale. Dovremmo dire tutto bene e anche finalmente. Il nostro paese, come molti altri nel mondo occidentale avevano già fatto, si metteva in linea perchè il ricordo non scomparisse con le testimonianze degli ultimi sopravvissuti. Tv, giornali, amministrazioni pubbliche, scuole sono i luoghi dove la ricorrenza viene abitualmente celebrata. Ma quella che nelle intenzioni del legislatore doveva essere il ricordo di quanto era accaduto, un ammonimento affinchè non si ripetesse mai più, ha preso tutt'altra direzione. Certo, i sei milioni di ebrei trucidati dai nazisti vengono rievocati con sincere parole di cordoglio, storici e testimoni raccontano l'incubo di quegli anni, ma il 27 gennaio ha fatto affiorare quello che trent'anni di disinformazione e falsificazione della storia hanno prodotto. Invece di un processo storico alle nefandezze del passato quel giorno è prontamente diventato un processo al presente, vale a dire un processo a Israele. "Perchè Israele si comporta con i palestinesi come i nazisti hanno fatto con gli ebrei ?", " Perchè i soldati con la stella di Davide uccidono i bambini palestinesi come facevano le SS ?" Sono queste le domande che giovani e meno giovani urlano ( letteralmente, urlano) al povero oratore nel caso non le abbia poste già lui stesso nel suo intervento. Il passato non interessa, è la messa in stato di accusa di Israele che infiamma le teste imbottite di propaganda. Ipocrita chiedersi perchè. Lasciamo pure perdere il comportamento dell'Unione europea. Ormai è rimasto solo Prodi a stupirsi delle accuse di antisemitismo. Veniamo all'Italia. Come la devono pensare i nostri concittadini, tempestati da giornali, agenzie stampa e TV dove Sharon viene in continuazione presentato come un mostro che divora bambini palestinesi (una vignetta che lo raffigura così ha vinto il premio europeo per la migliore caricatura), Sharon fotografato con ghigno satanico ed un occhio semichiuso è l'immagine preferita dai responsabili degli esteri di moltissimi quotidiani. Ansa e altre agenzie riferiscono le fonti palestinesi quasi mai quelle israeliane.
La Rai, con la lodevole eccezione di Claudio Pagliara, continua ad essere in tutte le reti e programmi, un diffusore di disinformazione sullo Stato ebraico. Assad e Arafat, ah quelli no. Il primo sta cercando la pace, era un giovane oculista a Londra, è stato il destino a portarlo a fare il presidente (mai che si dice invece che della Siria è il dittatore). Arafat poi, sempre ripreso mentre accarezza i bambini che lo acclamano, indice e medio alzati in segno di vittoria. E la sua sedia nella chiesa di Betlemme ? vuota, con un Keffiah dispiegata che ricorda ai telespettatori che il musulmano Arafat non ha potuto assistere alla cattolicissima messa di mezzanotte perchè i cattivi soldati isrealiani gliel'hanno impedito. Mai che la Rai ricordi che i cristiani se ne vanno dai territori palestinesi governati da Arafat per le vessazioni e i soprusi che devono sopportare, mentre nemmeno uno si sogna di lasciare Israele. Questa verità potrebbe danneggiare l'immagine di Arafat, quindi non va detta.
Che dire poi delle parole che vengono evocate quando si parla della barriera di sicurezza, il "muro" ? Apartheid, Auschwitz, Ghetto, il capovolgimento delle parti si completa magnificamente.
Ecco perchè il 27 gennaio è diventato l'occasione di un nuovo, più efficace processo alla democrazia israeliana. Dove i buoni diventano cattivi, ed i sostenitori del terrorismo paladini della democrazia. Per onestà non si può ignorare che fra i sostenitori della trasformazione del 27 gennaio troviamo nomi che non ci saremmo aspettati di trovare. Sono le anime belle, tra politica e spettacolo, che per mantenere il credito a sinistra non perdono un'occasione per criticare Israele. Doppiamente apprezzati se sono ebrei, come giustamente ha fatto osservare Ernesto Galli della Loggia, tirando in ballo la cautela, per non dire l'ostilità, di molti ebrei quando devono esprimersi in pubblico su Israele. Anche questo è un retaggio della "cultura" comunista. Chi non ricorda l'uso spregiudicato che il PCI faceva dei suoi deputati ebrei quando c'era da mandare avanti qualcuno ad attaccare Israele ? Chi meglio di un ebreo poteva farlo ? Chi si sottraeva, l'ha ricordato anche se in ritardo Vittorio Foa, entrava in un "cono d'ombra". Culturalemente e civilmente scompariva. La storia non è poi molto cambiata, anche se il PCI è scomparso i metodi rimangono gli stessi. Bronfman e Benatoff criticano, giustamente, l'Unione europea ? Ecco che il giorno dopo le anime belle, ma non pulite, di una certa intellighentzia ebraica italiana si sbracciano a difendere la commissione europea ed il suo presidente. Il timore del cono d'ombra è ancora lì, la tessera del partito che si ha in tasca è ancora più potente della decenza.
Il primo firmatario della legge che istituiva la giornata della memoria è stato Furio Colombo, l'attuale direttore dell'Unità, uno dei giornali che maggiormente contribuisce a seminare odio e pregiudizi contro Israele. Forse non è un caso.