Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/10/2018, a pag.16, con il titolo "Studennti gay espulsi, il governo: basta discriminazioni", la cronaca di Francesco Iannuzzi
prima immagine: gay contro l'islamofobia
seconda immagine: gay nei regimi islamici
Il pezzo di Iannuzzi ci suggerisce qualche riflessione, dopo aver letto la reazione del Consiglio islamico che chiude l'articolo. Che nei confronti dell'islam ci sia una sottomissione da parte del movimento femminista e di quello omosessuale non è una novità. Le donne manifestano in quanto tali in una infinità di occasioni, alcune sacrosante altre meno, ma non temono di scendere in piazza. Lo stesso avviene per le organizzazioni gay, le cui iniziative non hanno mai incluso qualche tentativo, neppure timido, di intervenire sulla repressione dei diritti umani, in generale e in particolare per quanto li riguarda, nei paesi islamici dove esiste, in alcuni, persino la pena di morte. Il motivo è uno soltanto, la paura di essere accusati di essere islamofobi, per cui scelgono il silenzio, tradendo le radici libertarie che erano l'elemento fondante della loro nascita. In più, non va sottovalutata, l'appartenenza politica alla sinistra, che permette la critica alle democrazie occidentali, ma guai se si osa criticare le disumane leggi dell'islam.
Australi sta aprendo sempre più la sua legislazione ai diritti degli omosessuali. Il 14 novembre scorso era stato indetto im referendum consultivo per consentire i matrimoni gay che ha ottenuto quasi il 62 per cento di «sì» e il 7 dicembre il Parlamento federale ha trasformato in legge la volontà dei cittadini. Sull'onda di questo cambiamento il premier Scott Morrison, liberale, si è impegnato a cancellare una delle ultime discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali. La legislazione corrente, infatti, consente alle scuole private di espellere gli studenti gay. «Prenderò provvedimenti affinché nessuno studente di una scuola non statale possa essere espulso in base alla propria sessualità. So anche che questo punto di vista è ampiamente condiviso dalle scuole e dalle comunità religiose di tutto il Paese», ha dichiarato Morrison. La questione è stata oggetto di accesi dibattiti nel Paese dopo che le raccomandazioni di un rapporto sulla libertà religiosa sono trapelate all'inizio di questa settimana. Il documento suggeriva che le procedure per le scuole non statali di respingere gli studenti gay dovrebbero essere rese coerenti a livello nazionale, aumentando dunque la possibilità di consentire tali respingimenti in tutta l'Australia. La svolta del premier Lo scorso mercoledì il premier, che guida la coalizione di centro-destra, ha affermato che le proposte sarebbero state prese in maniera «attenta e con rispetto». Ma ieri ha precisato che gli istituti religiosi non saranno più autorizzati a discriminare in base alla nuova legislazione. Alle scuole statali è già vietato discriminare gli studenti sulla base della loro sessualità. L'appoggio in Parlamento Dal canto suo il leader laburista Bill Shorten ha offerto, in una conferenza stampa venerdì scorso, il suo sostegno in Parlamento per abrogare la legge sulle discriminazioni. Il leader dei Verdi Adam Bandt, insieme alle associazioni omosessuali, ha espresso apprezzamento per la scelta del premier Morrison, ma ha chiesto che queste discriminazioni siano abolite anche nei confronti degli insegnanti. Il nuovo corso non è piaciuto però al Consiglio islamico e attraverso il suo portavoce, Adel Salman ha dichiarato che «le scuole religiose dovrebbero essere in grado di insegnare i loro valori e il personale e gli studenti dovrebbero rispettarli a scuola»
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