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Informazione Corretta Rassegna Stampa
13.10.2018 Come 'France 2' vede i tunnel di Gaza
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 13 ottobre 2018
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Come 'France 2' vede i tunnel di Gaza»
Come  'France 2' vede  i tunnel di Gaza
Commento di Michelle Mazel

 (Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)

https://benillouche.blogspot.com/2018/10/tunnel-vision-sur-france-2-par-michele.html#more

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Giovedì sera, le trasmissioni televisive israeliane avevano ripreso a lungo il nuovo tunnel con cui Hamas voleva attaccare da Gaza, e che si spingeva in territorio israeliano per 200 metri. L'IDF l'aveva appena neutralizzato. Era stato il quinto di quest'anno. Gli esperti sono d’accordo nell’affermare che era il più sofisticato: cemento di qualità, sistema telefonico avanzato, ventilazione e illuminazione. Sappiamo bene che Gaza non ha abbastanza cemento per costruire case e che i gazawi hanno solo poche ore di elettricità al giorno. Anche l'acqua viene distribuita con il contagocce. I tunnel invece hanno diritto ad ogni cura. Il loro obiettivo è portare dei commando armati in territorio israeliano e farvi il maggior numero possibile di vittime civili, con in più la speranza di catturare ostaggi. Ma non era questo che preoccupava il secondo canale francese. Stava trasmettendo un servizio su Gaza. Il titolo: "La gioventù mutilata di Gaza". Argomento principale e sintesi del servizio: gli israeliani sparano senza alcuna provocazione su bambini pacifici, mirando deliberatamente alle gambe per renderli paralizzati a vita. Facciamo un’analisi più approfondita. Lo scenario: Gaza, ovviamente. Il "testimone" è un reporter francese che parla arabo. Hamas gli ha aperto tutte le porte ed è Hamas che ha scelto per lui le vittime da incontrare. Gli ha anche fornito le statistiche e questa cifra di 5.000 storpi, che nessuno può ovviamente controllare. Nota semantica: quando la televisione israeliana cita un relatore straniero, quest'ultimo parla nella sua lingua e i sottotitoli in ebraico ne riportano la traduzione. Nulla di tutto questo su France-2 e il traduttore del reporter non è molto fedele al testo. Così, quando un bambino dice che non faceva nulla di male quando è stato colpito, aveva soltanto lanciato delle pietre contro l’ "Ihtilal Wa Yehud" cioè “ l'occupazione e gli ebrei “, in francese è stato tradotto: "Stava lanciando pietre contro i coloni”. E così per tutto il resto. Da segnalare quanto dice un altro "giovane" che, privato di una gamba, non avrebbe potuto in queste condizioni realizzare il suo sogno: partire per studiare in Israele, ottenere la patente di guida e prendere un camion ... per fare un mega attacco. Gli adolescenti intervistati non nascondono affatto che lo scopo delle dimostrazioni al confine - a volte con più di 20.000 gazawi – è quello di "tornare a casa" . A casa, cioè all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti di Israele. Il giornalista vuol far intendere che gli abitanti di Gaza sono arrivati lì dopo essere fuggiti dai loro villaggi in Israele o essere stati cacciati via. Per la cronaca, secondo le casistiche dell'UNRWA, a Gaza, nel 1950, due anni dopo la Guerra di Indipendenza di Israele e la creazione dello Stato, c’erano poco meno di duecentomila rifugiati registrati. La trasmissione ovviamente non fa alcun cenno alle tre guerre causate dalle migliaia di missili lanciati da Gaza sulle popolazioni civili israeliane oltre confine né si sofferma sui motivi che hanno spinto l'Egitto, un Paese fratello , a chiudere il suo confine con Gaza e a distruggere le centinaia di tunnel attraverso i quali passavano militanti jihadisti, con armi e munizioni con cui intendevano fomentare e mantenere l'insurrezione jihadista nel Sinai. Meno che mai il servizio menziona l'educazione all'odio contro gli ebrei, l'incitamento alla violenza. Cosa vuoi che importi. Le immagini che rimarranno impresse saranno quelle di questi primi piani di bambini infelici o di adolescenti con i loro sogni infranti. Successo assicurato: la trasmissione verrà riproposta negli incontri del BDS e nei Paesi arabi, e sfortunatamente anche nelle periferie francesi.

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