Gentilissima Signora Fait, la ‘contraddizione’ che IC segnala fra Osservatore Romano e Avvenire di oggi 6 ottobre, a proposito della Striscia di Gaza, è una semplice sfasatura temporale fra la chiusura delle rispettive redazioni, che ho più volte segnalata. A differenza di Avvenire e degli altri quotidiani, l’Osservatore Romano ‘chiude la redazione’ nel primo pomeriggio, tanto che a quest’ora sul sito dell’Osservatore Romano già si può leggere, in PDF, il numero con la data di domani 7 ottobre, che, infatti, dà notizia degli scontri e dei tentativi di sfondamento delle barriere di confine fra Gaza e Israele avvenuti ieri pomeriggio. Inoltre, l’articolo dell’Osservatore Romano di oggi non parla affatto di proposte di ‘pace’ (come si legge nel titolo dato da IC) di uno dei capi di Hamas, bensì di ‘tregua’: è il solito discorso della hudna, in cambio della quale Hamas continua a pretendere la fine del blocco di Gaza. Immagino che gli scontri settimanali al confine costituiscano, secondo Hamas, un incentivo per indurre Israele ad accettare. Mi permetto di dubitare che sia una tattica di successo: sulla stampa israeliana ho già letto numerosi inviti del Governo israeliano a non tirar troppo la corda ... Molto bello l’articolo di Bernard-Henri Lévy “La Germania è più forte dei rigurgiti nazisti”, però continuo a pensare che l’attuale Cancelliere abbia commesso un errore tremendo, per quanto nobilmente motivato, nella questione dei profughi siriani (e di non profughi da non so quanti Paesi) e continui ad errare, ancor più gravemente, nella gestione delle conseguenze. Ovviamente, qualsiasi violenza e qualsiasi espressione di nazismo devono essere represse secondo le leggi vigenti, ma è un suicidio (e non solo per la carriera politica della signora Merkel) ignorare, nei fatti, le più che legittime preoccupazioni di un numero crescente di cittadini per il futuro dei propri figli, nipoti e generazioni future. Mi lascia anche perplessa l’idea di Fischer (non criticata da Lévy) che la memoria della Shoà sia ‘il vero fondamento’ e ‘ il vero collante’ della Repubblica Federale Tedesca: non perché intenda sminuire l’orrore del genocidio né le sue traumatiche conseguenze per i discendenti e concittadini degli assassini, ma perché non credo che una nazione – comunanza di storia, lingua, cultura antica di secoli – possa fondare la sua ragion d’essere ed il proprio futuro solo su un crimine e sul pentimento per un crimine. Anche perché poi si rischia, nell’intento di alleviare il senso di colpa per i crimini dei nazisti, di prendere decisioni che rischiano di compromettere il futuro (per secoli, non per anni) della propria nazione e di quelle vicine, inclusa l’incolumità degli ebrei tedeschi ed europei. Mi piacerebbe molto un Suo parere sull’argomento. Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
Gentile Annalisa,
Prendo atto di quanto lei mi fa notare a proposito delle contraddizioni nelle notizie tra Avvenire e l'OR. Riguardo alla hudna, come lei giustamente chiama l'assurda proposta di Hamas, dubito fortemente che, dopo aver letteralmente bruciato quasi 4000 ettari di coltivazioni israeliane e boschi con la conseguente morte di innumerevoli animali selvatici che Israele cerca di preservare quasi religiosamente, Hamas potrà avere una tregua anche perchè i loro attacchi continuano inesorabili. Giorni fa 20.000 arabi di Gaza hanno tentato di sfondare il confine. Personalmente penso che Israele abbia aspettato anche troppo e forse sarebbe ora di dare ai cittadini del sud del paese un po' di tranquillità e di premiare la nobiltà della loro pazienza di fronte a tanto pericolo che ormai non dura solo da mesi ma da anni. In un modo o nell'altro i terroristi vanno fermati. Riguardo al collante che la Memoria della Shoah dovrebbe essere per la Germania, la penso come lei perchè non credo nel modo più assoluto che questo possa essere vero e realizzabile e penso che nessuna nazione possa fondare la propria esistenza su un orrore per quando infernale. E' vero che la Germania ha preso coscienza dei propri crimini più di quanto abbiano fatto l'Italia o la Francia ma la recrudescenza neonazista che sta crescendo in quel paese lo smentisce. Non ho molta fiducia nel futuro dell'Europa, anzi direi che temo non avrà nessun futuro se continuerà con la politica dell'accoglienza a tutti i costi. Gli europei hanno paura e lo si vede dalla svolta a destra di molti governi eletti dal popolo.
Un cordiale shalom