Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/10/2018, a pag.26, con il titolo "Roma invita alla Festa tre film documentari 'per non dimenticare' ", il commento di Ariela Piattelli.
Ariela Piattelli
Con un omaggio al regista francese Claude Lanzmann e tre film documentari in anteprima, la Festa del cinema di Roma dedica una sezione, Per non dimenticare, alla memoria della Shoah, in un anno particolarmente ricco di opere cinematografiche sul tema. «Perché la Festa è anche memoria. Non solo bellezza, qualità e grazia - spiega il direttore artistico Antonio Monda -. L’idea è nata assieme al Comune di Roma. Quest’anno cadono due anniversari importanti: gli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali e 75 dalla razzia del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. E noi sentiamo il dovere morale di ricordare».
Le vittime e i persecutori
Il 15 ottobre la Festa presenta 1938 - Quando scoprimmo di non essere più italiani di Pietro Suber, scritto con Amedeo Osti Guerrazzi, e prodotto da Blu Film, Istituto Luce Cinecittà con Rai Cinema, un documentario sulle leggi razziali che, oltre a raccogliere le testimonianze di chi le subì, per la prima volta porta davanti alla macchina da presa i persecutori e i loro parenti: «Abbiamo voluto far luce su un aspetto poco conosciuto, forse perché scomodo», spiega Suber.
Il film, in cui si snodano cinque storie e le diverse sorti di famiglie ebraiche italiane, si interroga su cosa resta oggi di questa memoria: «Siamo andati nelle sedi delle organizzazioni di estrema destra per vedere come resistono certe ideologie – continua il regista –. Sottostimarli è un grave errore». Suber è andato poi a cercare le strade di Roma titolate a firmatari del manifesto della razza, ed è stato durante le riprese che la sindaca Virginia Raggi ha detto che toglierà i loro nomi dalle strade.
Alla storia del «sabato nero» in cui i nazisti deportarono gli ebrei dal ghetto di Roma è dedicato La razzia - Roma, 16 ottobre 1943 di Ruggero Gabbai, scritto da Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto e prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah con Rai Cinema, che sarà presentato alla Camera dei Deputati per iniziativa della vicepresidente Mara Carfagna, e alla Festa il 16 ottobre.
Salvato dai tranvieri
Il documentario «intreccia le voci dei sopravvissuti ai campi di sterminio con quelle degli ultimi testimoni che scamparono alla razzia, nei luoghi dove questa avvenne», spiega Gabbai. Tra le storie, quella di Emanuele Di Porto, che all’età di 11 anni riuscì a fuggire grazie a sua madre che lo fece saltare giù dal camion dei tedeschi: vagò per giorni nella città a bordo di un tram, aiutato e nutrito dai tranvieri . «Abbiamo montato le testimonianze di 25 anni fa con quelle di oggi per comporre una memoria unica – continua Gabbai -. Oggi, con la progressiva scomparsa dei testimoni, l’esigenza di raccogliere le ultime voci è diventata un’urgenza».
L’omaggio a Lanzmann
Con Sobibor – 14 ottobre 1943, ore 16.00 la Festa rende omaggio a Claude Lanzmann, scomparso l’estate scorsa, che creò il documentario sull’unica rivolta riuscita in un campo di sterminio con parte della sua monumentale Shoah: qui è Yehuda Lerner a parlare, che a 16 anni prese parte all’insurrezione. «Lanzmann non solo è un grandissimo cineasta - spiega Monda - è stato la memoria vivente dell’Olocausto. Averlo perso impone il dovere di farci portatori di quella memoria».
Infine Who Will Write Our History, l’ultimo film scritto e diretto da Roberta Grossman, prodotto da Nancy Spielberg (sorella di Steven): è la storia di Emanuel Ringelblum, che nel 1940 nel ghetto di Varsavia formò il gruppo clandestino Oyneg Shabes, fatto di scrittori, studenti e intellettuali, che scrisse la cronaca di tutto ciò che avveniva nel ghetto per lasciarne testimonianza, creando un archivio tornato alla luce dopo la guerra.