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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Morale con geometria variabile 08/10/2018

Morale con geometria variabile
Commento di Michèle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)

https://www.jforum.fr/morale-a-geometrie-variable-par-michele-mazel.html

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Terroristi di Hamas

L'Unione europea segue con premura la vicenda de "i piccoli scolari di Khan al Ahmar" che, molto legati alla loro scuola, si rifiutano di cambiarla. Ce la ricordiamo bene la visita dei delegati europei che il mese scorso avevano manifestato la loro solidarietà ed avevano fatto finta di non vedere la mostra di caricature chiaramente antisemite, disegnate così bene e con spontaneità, dai bambini di questo villaggio di 300 abitanti, costruito illegalmente, del quale ora la Corte Suprema di Israele ha ordinato lo sgombero. Una decisione definitiva, dopo nove anni di lungaggini burocratiche e il respingimento di tutti i ricorsi. Per loro è stato preparato un trasferimento nelle vicinanze. Gli scolari di Sderot e dei kibbutzim lungo il confine con Gaza invece, non meritano di certo tutte queste attenzioni. Eppure da mesi subiscono l’attacco degli aquiloni e dei palloni incendiari di Hamas, che esplodono nei cortili delle loro scuole e nei loro campi da gioco. Colmo della perfezione, l'organizzazione terroristica rifinisce dei palloncini carichi di esplosivo, già multicolori e talvolta muniti anche di note musicali, con allegri pupazzetti per attirare ancora di più i bambini. I media, i genitori e gl’insegnanti stanno raddoppiando i loro sforzi per spiegare, soprattutto ai bambini piccoli, che non si devono toccare questi dispositivi mortali così abilmente preparati per loro. L'ossessione degli uni e degli altri è vedere un bambino o una bambina battere le mani con gioia quando vede cadere vicino a sé questa trappola mostruosa e correre a raccogliere il giocattolo attaccato ad essa, innescando un'esplosione con conseguenze incalcolabili. E’ da sottolineare che tutto questo può succedere solo in Israele, perché i moralisti europei non sentono il bisogno di far sentire la propria voce.

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Chi tace acconsente, e senza dubbio è favorevole ad Hamas. Non possiamo infatti pensare che, se dall'apparizione dei primi aquiloni che trasportavano il fuoco, i saggi di Bruxelles avessero fortemente condannato il fenomeno, l'organizzazione terroristica, così preoccupata della propria immagine, avrebbe sospeso questa pratica? Come sappiamo, non è successo nulla; al contrario, fu puntato il dito contro gli israeliani per aver preso di mira i lanciatori di aquiloni e poi dei palloncini. Il vantaggio era quindi duplice. In effetti, usare un bambino per terrorizzare altri bambini è stata un’idea geniale. Certamente tutto fa pensare che i genitori dei piccoli gazawi inviati in prima linea, non siano stati consultati. L’immagine di un piccolo Gavroche che corre allegramente contro il nemico per lanciare un aquilone apparentemente innocente, è apparsa su tutti i canali televisivi che ovviamente non hanno mai commentato i disastri causati dall’altra parte, i raccolti bruciati, le foreste in fumo, le riserve naturali devastate. È vero che per i commentatori faceva parte della "grande marcia del ritorno", un tentativo pacifico, se non legittimo, che avrebbe permesso a milioni di abitanti di Gaza di "tornare a casa". A casa, cioè all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti dello Stato di Israele. Ultimamente si parla meno di questa grande marcia. Gli europei hanno capito di cosa si trattava. E allora tacciono. O meglio, non si parla più di quel che sta succedendo. Neppure i morti palestinesi non hanno più diritto al loro minuto di gloria in televisione, solo un frammento sepolto nelle pagine interne dei giornali che riporta "nuove vittime negli scontri al confine”. Hamas, lui, non ha ancora capito.

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Michelle Mazel


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