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I giornali di domenica davano, come è ovvio, grande spazio alle dimissioni di Abu Mazen e alla sua lotta, perdente, con Yasser Arafat. Abbiamo dato una lettura attenta per vedere come ne hanno riferito e i risultanti sono alquanto interessati. La palma d' oro va all' Unita', il giornale diretto da Furio Colombo, che merita ampiamente l'onore dell'apertura. Se lo merita, perchè è l'unico giornale ad avere avuto il coraggio ( la faccia tosta) di titolare: "ABU MAZEN LASCIA, ARAFAT NON LO FERMA". Ci vogliono barili di acqua per annacquare la lotta estrema che è avvenuta tra i due. Quell' ARAFAT NON LO FERMA è da antologia. Lo vediamo Arafat, indeciso mentre lo saluta con la manina tesa, lo fermo o non lo fermo ? si sarà chiesto titubante, ma no, vada pure, ciao Abu Mazen, magari un lacrimuccia gli è pure scesa dall'occhio cisposo. Che campioni all'Unità. Nessuno ha avuto la loro fantasia. Altro che informazione, questo è un ricamo. Veniamo al Sole24Ore. Sempre in corsa per superare Manifesto-Liberazione-Linea per quanto riguarda il Medio oriente, il quotidiano della Confindustria, attraverso i tasti di Ugo Tramballi, commenta la notizia dando subito in prima pagina ad Ariel Sharon del "VECCHIO ARNESE". Di rado ci è capitato di leggere insulti così volgari diretti ad un capo di governo. Per il resto Tramballi le sbaglia tutte come suo solito. Vediamone qualcuna: "Le dimissioni di Abu Mazen non sono immediate: resterà in carica ancora per un po' per svolgere l'ordinaria amministrazione". Infatti è stato immediatamente sostituito con Abu Ala come ordinato da Arafat. Altra perla, "Non è improbabile che dopo averne minato il potere, Arafat riaffidi ad Abu mazen l'incarico di formare un nuovo governo". Non imbrocca neanche questa! "Arafat sa bene che può vincere ma non deve strafare: se eliminasse politicamente Abu Mazen gli israeliani eliminerebbero fiscamente lui, come sognano". Abbiamo visto come è andata: Abu Mazen eliminato politicamente e Arafat sempre in piedi. Ah, questi israeliani, sognano,sognano e non danno nessuna soddisfazione alle previsioni di Tramballi. "Gli israeliani, con Abu Mazen o un Abu Mazen bis continueranno a uccidere veri o presunti terroristi e passanti ignari, a distruggere case, ad allargare gli insediamenti, a costruire strade per i coloni consolidando l'apartheid palestinese." E dalla parte palestinese, Tramballi , Tutto bene ? Si direbbe di si visto che non ne parla. Anzi, ne parla, ma in questi toni: "Tuttavia, poichè la cronaca dimostra che nessun muro, nessuna potenza di fuoco, nessuna repressione ha mai fermato i kamikaze, sarebbe logico provare una volta a lasciar fare ai palestinesi, a dar loro realmente tempo perchè si mettano alla prova". Ma bravo Tramballi. Piu tempo per cosa ? per organizzarsi meglio visto che il loro obiettivo è distruggere lo stato d'Israele ? Tramballi conceda tutto il tempo che vuole, non credo che la pensino cosi' agli isareliani. Veniamo a Repubblica, sempre in prima fila quando c'e da sparare contro Israele. Tace Sandro Viola, parla Bernardo Valli, che in prima pagina confessa che mentre scrive non gli è ancora chiaro quello che sta succedendo. Strano, perchè quello che è successo era sulle prime pagine di tutti gli altri giornali. Per il resto infilza una perla dopo l'altra. "Arafat, il temporeggiatore, non vuole precipitare le cose. Nè Abu azen ha fretta". Si è visto. "Presentando le dimissioni scritte al rivale Arafat, Abu Mazen non ha compiuto una rinuncia. Non ha gettato la spugna: ha lanciato un ultimatum". Ma cosa dice Valli ? "Lui, Abu Mazen, è al tempo stesso un avversario e un'assicurazione sulla vita per Arafat. E' qualcosa di simile a un riparo, che fa ombra e protegge. Se lo abbatte Arafat ottiene una vittoria effimera, perchè si troverebbe subito davanti a nemici assai più temibili, adesso trattenuti dal piano di pace. Del quale Abu Mazen è il pilastro palestinese" Niente male come analisi, se teniamo conto che Valli è uno dei "grandi esperti" della questione israelo-palestinese. Anche qui non ne ha imbroccata una. Con questa informazione ci stupiamo poi se gli italiani fanno fatica a capire quel che succede fra isrealiani e palestinesi. E abbiamo taciuto di Igor Man, che, il giorno dopo, sulla Stampa di ieri, attribuiva a Israele tutte le nefandezze possibili, sostenendo che la pace sara' possibile solo se sara' Arafat a negoziarla con Sharon. Che Arafat sia stato il mallevadore di buona parte degli ultimi attentati poco importa. E lui l'uomo della pace. Come si e' visto sono ancora tanti quelli che non si sono accorti che il vento e' cambiato. |
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