Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 03/10/2018, a pag.1 il redazionale dal titolo "L'Unrwa lascia la striscia di Gaza".
Grazie a questo articolo di OR conosciamo la faida interna che si sta sviluppando a Gaza. Il pezzo segue però il solito canovaccio contro Israele e evita di spiegare che cosa fa davvero l'Unrwa, definita semplicemente "l'agenzia dell'Onu che assiste i rifugiati palestinesi". Hamas, per OR, è un innocuo "movimento" e i terroristi arabi palestinesi inermi "manifestanti". Le uniche fonti riportate, infine, sono arabe palestinesi, controllate direttamente da Hamas (ma questo OR non lo scrive). Insomma, la solita 'velina'.
Ecco l'articolo:
Una scuola UNRWA a Gaza, trasformata in deposito di missili dai terroristi con il benestae dell'Onu
Si fa alta la tensione nella striscia di Gaza. L'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i rifugiati palestinesi, ha fatto uscire ieri dalla striscia dieci suoi funzionari a causa delle «minacce di morte e di violenza» che avevano ricevuto. Secondo fonti locali, «le minacce sono cominciate dopo gli annunci dei tagli e dei licenziamenti programmati dall'Unrwa» per mancanza di fondi. L'uscita dei funzionari dalla striscia è avvenuta tramite il valico di Erez con Israele, nonostante questo fosse chiuso per le festività ebraiche. Israele, che controlla tutti i valichi di frontiera tranne quello di Rafah con l'Egitto, ha confermato l'uscita. Per ora a Gaza sono rimasti il capo dell'Agenzia e il suo vice. Tuttavia, fonti del palazzo di Vetro non escludono che anch'essi possano decidere a breve di lasciare il territorio palestinese. L'agenzia dell'Onu ha affrontato nelle ultime settimane «una serie di incidenti allarmanti contro la sicurezza del suo personale» internazionale e locale, si legge in un comunicato della Unrwa. Lunedì scorso alcuni funzionari erano stati minacciati da una folla di manifestanti riunitisi di fronte alla sede dell'agenzia. Nel comunicato l'Unrwa accusa Hamas — il movimento palestinese che controlla la striscia di Gaza — di non aver ascoltato i suoi «ripetuti appelli» contro la violenza. Il taglio dei fondi e dei dipendenti all'Unrwa è stato ricondotto da molta della stampa locale e internazionale alla decisione statunitense di ridurre gli aiuti all'agenzia. Intanto, ieri decine di palestinesi sono rimasti feriti e intossicati dai gas lacrimogeni durante gli scontri tra gruppi di manifestanti e militari israeliani avvenuti ad Abu Dis e Al Eizariya, località che si trovano a est di Gerusalemme. Lo ha riferito il corrispondente locale dell'agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo il quale le forze israeliane avrebbero risposto ai manifestanti, che avevano bloccato l'accesso ad alcune strade con pneumatici bruciati e cumuli di terra. Secondo la fonte palestinese, i militari avrebbero usato «pallottole vere, granate stordenti e gas lacrimogeni». I palestinesi avevano indetto ieri, in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, uno sciopero generale per contestare la cosiddetta legge sullo stato-nazione approvata lo scorso 19 luglio dalla Knesset, che definisce Israele «la patria del popolo ebraico». L'iniziativa era diretta anche contro la decisione del presidente statunitense Donald Trump di spostare l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.
Per inviare all' Osservatore Romano la propria opinione, telefonare: 06/ 69883461, oppure cliccare sulla e-mail sottostante