Riprendiamo dal GIORNO - Milano di oggi, 02/10/2018, a pag. 21, con il titolo "Shoah, se il teatro aiuta ad uscire dagli incubi del '900" la cronaca a firma D.V.
INDIFFERENZA. A caratteri cubitali. Come un monito all'entrata del Memoriale della Shoah. A ricordare come l'uomo sia capace di meraviglie e di orrori, dipende solo da dove decide di girare la testa. Anche per questo le attività della Fondazione in piazza Edmond J. Safra da subito si sono concentrate sui ragazzi. Gli studenti. Quasi centomila dall'apertura nel 2013. Ed è solo l'inizio. Spazio dall'eleganza in bianco e nero in Questi giorni ha di nuovo accolto "I percorsi della memoria", lo spettacolo itinerante prodotto dal Piccolo da un'idea di Stefania Consenti (suo il libro "Luoghi della Memoria di Milano") con Paolo Castagna alla regia di un bel cast di attori e musicisti. Due repliche nella ricorrenza del 75° anniversario dell'8 settembre, all'interno della rassegna "Premesso che non sono razzista - Come nasce il pregiudizio e come combatterlo . Si spera ce ne siano presto altre per questo percorso di laiche stazioni, dove si entra contati, in piccoli gruppi, muovendosi un filo timorosi ad ascoltare reading, brani musicali, testimonianze. La prima lettura ricorda l'Italia dopo le Leggi Razziali.
La seconda il viaggio verso Auschwitz, con i visitatori ammassati come «merce da dozzina» in un minuscolo vagone dell'epoca. Non si respira. E la mente corre a quello spazio vuoto, dalle pareti altissime, del Museo Ebraico di Berlino. La stessa mancanza di ossigeno. E di speranza. E incredibile come esperienze opposte ti lascino identiche cicatrici. Sul binario 21 partivano i convogli per i campi di concentramento. A terra, come pietre d'inciampo, le targhe dei treni. Di fronte a sé una parete di nomi. Tanti che viene da chiudere gli occhi. Perché alcuni sono colorati? Sono i sopravvissuti: 27. Le parole di Primo Levi chiudono il percorso. E il brano dove lo scrittore accompagna Jean Samuel «Pikolo» a prendere il rancio per i compagni. Un km di chiacchiere. Un km per raccontare all'amico il XXVI canto dell'Inferno, l'incontro fra Dante e l'Ulisse. La memoria arranca. Ma che importa. E la dignità umana che riemerge forte, a voce alta, senza sconti. L'orgoglio della virtù e della conoscenza. E mentre già ci si riallaccia la giacca, vien da pensare che non c'era modo migliore per uscire delle ombre del Novecento. Con l'arte, con lo studio, con la bellezza. Forse non sembra. Ma riempiono la pancia molto più di una zuppa di cavoli.
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