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Il Foglio Rassegna Stampa
01.10.2018 Il nesso tra migrazioni e terrorismo
Analisi tratta da American Interest

Testata: Il Foglio
Data: 01 ottobre 2018
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «I barbari sono tornati»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 01/10/2018, a pag.III con il titolo "I barbari sono tornati", l'analisi tratta da American Interest.

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La copertina di American Interest

Cerchiamo di essere chiari su ciò che sta accadendo. Come l’Impero romano all’inizio del V secolo, l’Europa ha permesso che le sue difese si sgretolassero. Mentre la sua ricchezza è cresciuta, così la sua abilità militare si è ridotta, insieme alla sua autocoscienza. E’ diventata decadente nei suoi centri commerciali e negli stadi sportivi. Allo stesso tempo, ha aperto le sue porte agli estranei che hanno agognato la sua ricchezza senza rinunciare alla loro fede ancestrale”. Così scriveva lo storico Niall Ferguson dopo le stragi di Parigi del 2015. Adesso un grande storico, Jacub Grygiel, pubblica per le edizioni universitarie di Cambridge il libro “The return of barbarians”. “I barbari sono tornati. Piccoli gruppi, che amministrano poco o nessun territorio, con risorse minime ma con una portata considerevole, sono sfortunatamente sulle prime pagine a causa delle loro azioni distruttive. Aggrediscono e attaccano gli stati nelle strade di Londra, Parigi e Barcellona verso aree più ampie del medio oriente e altrove. Non sono solo tragici e sanguinosi molestatori, ma attori strategici che si compenetrano con gli stati esistenti, costringendoli a modificare il loro comportamento, le loro posture militari e persino il loro stile di vita”. Storico e docente alla Johns Hopkins University, Grygiel spiega che “i vari gruppi islamisti che negli ultimi dieci anni hanno presentato in modi diversi una minaccia persistente per gli Stati Uniti e l’occidente, così come per gli stati di altre regioni del mondo, vengono subito in mente. I barbari sono una realtà ricorrente nella storia. Nell’èra moderna, lo stato nazione si dimostrò l’attore strategico più efficace, con i barbari che si allontanavano dal panorama geopolitico. Ma le tendenze che hanno fatto sì che lo stato moderno si affermasse come l’attore preminente potrebbero cambiare, favorendo un ritorno dei barbari. Lo stato moderno non scomparirà, ma dovrà competere con i rivali tra pari e con i barbari, un enigma strategico ben noto ai politici premoderni come l’antica Roma”. Grygiel si lancia in una previsione: “La barbarie potrebbe essere alle nostre porte per un po’. Assaliranno le politiche territoriali e creeranno condizioni di tale insicurezza tali da costringere gli stati interessati a modificare le loro politiche estere e, a lungo termine, anche la loro struttura interna”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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