Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 01/10/2018, a pag. III, l'analisi "La Ue ostacolo alla pace in medio oriente" tratta dal Israel Hayom.
A destra: Israele colpito dal terrorismo arabo palestinese e dal boicottaggio dell'Ue
Paesi membri dell’Unione europea, compresi alcuni di quelli che affermano di essere i più grandi amici di Israele, hanno deciso di schierarsi con il rappresentante della politica estera dell’Unione, Federica Mogherini, e hanno rilasciato una dichiarazione che contraddice completamente i presunti principi della stessa Ue”, scrive Eldad Beck. “Sollecitando il governo israeliano a non rispettare una sentenza dell’Alta corte di Giustizia, che autorizza la demolizione delle baracche abusive del villaggio beduino di Khan alAhmar, Germania, Francia, Italia, Spagna e Gran Bretagna hanno violato la politica estera della stessa Ue, che riconosce Israele come stato sovrano e sostiene il raggiungimento della pace sulla base degli accordi di Oslo del 1993-95. Secondo quegli accordi, Israele è pienamente responsabile dell’Area C fino a quando non saranno raggiunti nuovi accordi diplomatici in merito. Ma l’Ue ha agito sistematicamente in violazione del diritto internazionale e degli accordi di Oslo quando ha creato e incoraggiato insediamenti illegali beduini nell’Area C senza coordinarsi con Israele. Come è noto, l’Unione europea si precipita abitualmente a condannare qualsiasi attività edilizia ebraica in insediamenti che reputa ‘illegali’ per il fatto di sorgere al di là della ex linea armistiziale in vigore dal 1949 al 1967 (‘linea verde’). Evidentemente per l’Ue l’insediamento illegale – ma non ebraico – di Khan al-Ahmar è questione totalmente diversa. E’ proprio la posizione dell’Ue su Khan al-Ahmar che rende le sue abituali contestazioni degli ‘in - sediamenti illegali’ ebraici molto difficili da digerire. Non basta. La decisione dell’Unione mette in discussione una sentenza dell’Alta corte di Giustizia israeliana circa una questione su cui il sistema giudiziario israeliano ha investigato e deliberato per anni.
La pretesa che il governo israeliano ignori una sentenza dell’Alta corte non è solo un’insolente interferenza senza precedenti negli affari interni di Israele. E’ anche un palese tentativo di minare le fondamenta della democrazia israeliana, giacché costituisce di fatto una presa di posizione che misconosce e delegittima l’indipendenza del sistema giudiziario israeliano. In un periodo in cui l’Amministrazione americana, con un approccio più realistico alle questioni fondamentali al centro del conflitto arabo-israeliano, sta mostrando ai palestinesi che c’è un prezzo da pagare per chi si ostina a rifiutare il negoziato e pone continui ostacoli sulla via di un accordo di pace con Israele, l’Europa ha scelto di difendere i suoi protégéspalestinesi in modo tale da convincerli del contrario, e impedire così qualsiasi possibilità realistica di arrivare a un accordo. A questo punto l’Europa si configura come uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento di un accordo di pace regionale. Quando poi, come è avvenuto il mese scorso, rappresentanti ufficiali di paesi dell’Unione europea presenziano a una mostra di protesta a Khan al-Ahmar che espone propaganda dai toni schiettamente antisemiti, l’Europa non può continuare a scandalizzarsi se viene accusata di pregiudizio antiebraico”.
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