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La Stampa Rassegna Stampa
30.09.2018 Polanski gira un film sull'affare Dreyfus
Cronaca di Leonardo Martinelli

Testata: La Stampa
Data: 30 settembre 2018
Pagina: 21
Autore: Leonardo Martinelli
Titolo: «Polanski e il film sull'affare Dreyfus 'una storia più attuale che mai'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/09/2018, a pag.21 con il titolo "Polanski e il film sull'affare Dreyfus 'una storia più attuale che mai' " la cronaca di Leonardo Martinelli..

Un film del grade Roman Polanski che attendiamo con ansia.
Buono il commento di Martinelli, avremmo aggiunto, quando ricorda chi erano i dreyfusardi (repubblicani) e gi antidreyfusardi (nazionalisti e clericali) la divisione tra innocentisti e antisemiti. Purtroppo questi ultimi in grande maggioranza.  Thedor Herzl, fondatore del movimento sionista, inviato dalla viennese Neue Presse a seguire il processo, fu testimone dell'odio antisemita dei parigini che urlavano nelle strade "morte agli ebrei" e capì l'esidenza non più rinviabile di uno Stato ebraico.

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Leonardo Martinelli       Roman Polanski

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Da anni aveva quel sogno nel cassetto: un film sull'affare Dreyfus, che divise la Francia alla fine dell'Ottocento, una brutta storia dove affiorò il peggio del nazionalismo e dell'antisemitismo. Ebbene, Roman Polanski, ebreo polacco, regista di successo che vive a Parigi da quarant'anni, perennemente al centro delle polemiche per la condanna nel 1977 negli Stati Uniti (dove non ha mai più rimesso piede) per violenza sessuale su una ragazzina di tredici anni, sta per realizzarlo quel sogno: il prossimo 26 novembre, a 85 anni suonati, inizierà a girare un lungometraggio sull'affaire, spinto da una serie di ragioni, anche i riferimenti che lui vede nella storia alla sua vicenda personale.
Le similitudini
Nel 2012, a The Hollywood Reporter, Polanski aveva già parlato del progetto, sottolineando «la pertinenza dell'affaire in relazione al mondo di oggi». Piccolo promemoria: il capitano Alfred Dreyfus, che lavorava al ministero della Guerra, venne arrestato nel 1894 e poi condannato, degradato e spedito nella Guyana con l'accusa di spionaggio a favore della Germania. Il caso venne imbastito su un documento spedito all'allora addetto militare tedesco a Parigi, Maximilian von Schwartzkoppen. In realtà Dreyfus era innocente e la sua scrittura non corrispondeva a quella rinvenuta sulla nota. Ma i vertici militari dovevano trovare un capro espiatorio. E trovarono lui, l'ebreo della situazione. I francesi si divisero fra dreyfusardi (repubblicani) e antidreyfusardi (nazionalisti e clericali). L'uomo sarà liberato nel 1899 e riabilitato e reintegrato nell'esercito solo nel 1906. Quali gli elementi comuni tra quella vicenda e il mondo attuale? Per Polanski sono «lo spettacolo ancestrale della caccia alle streghe condotta da una minoranza, la paranoia sulla sicurezza, i servizi segreti fuori controllo, una stampa rabbiosa. Quello che mi affascina - aveva indicato alla radio Rtl nel 2013 - è l'aplomb con il quale all'epoca di Dreyfus i media avevano persistito nel mentire, al pari dell'esercito. Capita spesso che oggi riviste e giornali raccontino menzogne sul mio conto. Anche se reagisco, loro avranno sempre l'ultima parola. E non ammetteranno mai di avere sbagliato, esattamente come gli esponenti dell'esercito francese ai tempi dell'affaire». Due anni fa, all'uscita del suo ultimo film, Quello che non so di lei (che ha avuto scarso successo), a Parigi tante donne avevano manifestato contro il regista, per quella brutta e vecchia storia di aggressione sessuale. Anche sul suo conto si affrontano coloro che credono che abbia pagato sufficientemente. E chi invece pensa di no. Polanski (come ai tempi Dreyfus) divide.
Basato sul romanzo «D»
Il titolo del film sarà J'accuse, lo stesso della lettera che Emile Zola pubblicò sull'Aurore a difesa di Dreyfus. Per il regista si tratterà della più grossa produzione dopo il pianista, girato nel 2002. Si baserà su D, il romanzo storico dedicato all'affare Dreyfus da Richard Harris (autore anche dill Ghostwriter da cui il regista ha già tratto il bellissimo L'uomo nell'ombra). Il capitano perseguitato sarà interpretato da Louis Garre1. Tra gli attori convocati ci sono anche Emanuelle Seigner, compagna di Polanski, e Mathieu Amalric. Ma il vero protagonista sarà Jean Dujardin, alias il luogotenente Georges Picquart, personaggio dimenticato della vicenda, ma fondamentale. Perché fu lui, alla guida del controspionaggio, a provare l'innocenza di Dreyfus contro tutto e tutti, dovendo scontare addirittura la cacciata dall'esercito e un anno in carcere. Già l'anno scorso, parlando del suo progetto, Polanski aveva detto che «tutto nel film sarà visto dal punto di vista di Picquart. Che in realtà era vagamente antisemita e non amava Dreyfus, che aveva conosciuto alla scuola militare. Ma, quando scoprì che era innocente, andò a dirlo ai suoi superiori. Loro gli dissero di stare zitto. Ma Picquart non poteva vivere con quel segreto. Si batté fino in fondo, perché trionfasse la verità»

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