I contrasti tra la prima visita del cancelliere Angela Merkel in Israele e quella imminente
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Angela Merkel con Benjamin Netanyahu
Il contrasto tra la prima visita del cancelliere tedesco Angela Merkel in Israele e quella attuale è significativo. In particolare per quanto riguarda la forza del governo che rappresenta, il suo status in Germania e l'atteggiamento verso il passato e il presente della Germania. Merkel arrivò in Israele per la prima volta nel gennaio 2006 quando era a capo di un nuovo governo di coalizione. La sua CDU e il suo partito gemello bavarese CSU, avevano ricevuto il 35,2% dei voti nelle elezioni parlamentari del settembre 2005. L'altro partner della coalizione, l'SPD socialista, aveva ottenuto il 34,2% dei voti. A quel tempo Merkel era in una posizione di forza sia in Germania che in Europa. Queste posizioni si sono notevolmente ridimensionate negli ultimi anni. Nelle elezioni del settembre 2017, il voto per CDU / CSU è sceso al 32,9%, il risultato peggiore dalle prime elezioni tedesche dopo la seconda guerra mondiale. Il SPD ha ricevuto solo il 20,5% dei voti. Mai nella storia della Germania il sostegno a questo partito è stato così basso. Per mancanza di un'alternativa, CDU / CSU e SPD formarono nuovamente un governo di coalizione. Sondaggi recenti indicano però ulteriori declini. Se si tenessero nuove elezioni questi partiti non potrebbero formare insieme un governo di maggioranza. Previsioni su quanto a lungo Merkel potrà rimanere cancelliere è diffusa sui media tedeschi. Nel 2006 Merkel ha visitato Israele, recandosi al Yad Vashem. Ha scritto una citazione dall'esploratore e naturalista Alexander von Humboldt nel libro degli ospiti: "Coloro che non comprendono il passato, non hanno futuro". Durante quella visita in Israele e in quelle successive, Merkel ha parlato dell'amicizia tra i due paesi. Eppure nel 2006 c'erano già forti indicazioni di disagio tra la popolazione tedesca riguardo Israele. Uno studio pubblicato dall'Università di Bielefeld nel 2004 aveva rivelato che il 68% dei tedeschi credeva che Israele stesse conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi, mentre il 51% riteneva che Israele si stesse comportando nei confronti dei palestinesi come i nazisti avevano fatto contro gli ebrei. La campagna di incitamento anti-israeliano da parte di molti media tedeschi era già in pieno vigore, avendo così contribuito a creare queste percezioni aberranti. Sullo sfondo di queste orrende opinioni, è stato rassicurante che Merkel fosse determinata a mantenere una posizione filoisraeliana. Successive visite di delegazioni di ministri tedeschi per consultazioni tra i due governi negli anni sono state ulteriori segnali positivi.
Una manifestazione di antisemitismo islamico in Germania
Il numero di ebrei che vivono in Germania ha giocato un ruolo speciale nella percezione di sé di quel paese. A causa dell'importante immigrazione dall'Unione Sovietica, unita alle comunità ebraiche tedesche, il numero degli ebrei ha superato le 100.000 persone, la percentuale più alta proprio durante la prima visita di Merkel in Israele. Questa significativa presenza ebraica era un indicatore di "normalità" in un paese che sembrava comprendere il proprio passato, nonostante il significativo verificarsi di incidenti antisemiti. Gran parte di quella "normalità" è stata da allora annullata. Come altri paesi dell'Europa occidentale, la Germania ha accettato un gran numero di immigrati provenienti da paesi musulmani. La percentuale di antisemiti tra loro è sostanzialmente più alta rispetto alla popolazione nativa tedesca. Le statistiche ufficiali elencano tutti gli incidenti antisemiti i cui responsabili non sono identificabili nell'estrema destra. Affermarlo è una comoda distorsione della verità. La situazione si è ulteriormente deteriorata quando, a settembre 2015, il governo tedesco ha iniziato a perseguire una politica di accoglienza per i rifugiati del Medio Oriente e del Nord Africa. Ciò ha comportato almeno 1,5 milioni di rifugiati, principalmente musulmani provenienti da paesi come Afghanistan, Iraq e Siria. Un risultato di questa politica è stata l'ascesa di un nuovo partito anti-Islam, AfD. Nelle elezioni del 2017 è entrato per la prima volta nel parlamento tedesco ed è diventato il terzo partito con il 12,9% dei voti. Negli ultimi sondaggi il suo consenso è ulteriormente aumentato. Entro la fine del 2017 il tabù sul ruolo importante degli immigrati musulmani e dei loro discendenti in incidenti antisemiti ha incominciato a perdere credibilità. I leader politici hanno iniziato a citare il ruolo importante degli attacchi musulmani contro gli ebrei.
L'antisemitismo di sinistra è ben visibile e si concentra su Israele. Vi è un problema di violenza sessista in alcune scuole, dove i bambini ebrei sono molestati e non hanno alcuna difesa. In Germania ci sono in media quattro incidenti antisemiti ogni giorno, ma è probabile che il numero vero sia molto più alto. Molti giovani ebrei si chiedono se hanno un futuro i questo paese dove sono nati. La politica dell’accoglienza indiscriminata ha aumentato notevolmente i dubbi sulla possibilità di un futuro "normale" per gli ebrei in Germania. Un commissario nazionale per l'antisemitismo è stato nominato pochi mesi fa. Anche vari stati federali hanno recentemente nominato un funzionario con questo incarico. Tutto questo aiuterà a capire meglio la natura dei problemi coinvolti e chiariranno anche quanto sia enorme il compito di combattere l'antisemitismo. Il commissario dell’ antisemitismo bavarese, Ludwig Spaenle, è un ex ministro dell'istruzione di questo stato federale. Ha dichiarato che quando ha preso servizio in questa posizione non era a conoscenza della vastità del lavoro che avrebbe dovuto affrontare. L’aver creato questi nuovi commissari, indica che la Germania ha fallito nella sua battaglia per eliminare l'antisemitismo. Durante le precedenti visite di Angela Merkel in Israele, la collaborazione tra i due paesi era l'argomento principale. Questa volta, il primo ministro Netanyahu e i suoi colleghi dovranno inscrivere nell’agenda dei colloqui in misura significativa il problema dell’antisemitismo che colpisce gli ebrei tedeschi.
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.