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Il Manifesto Rassegna Stampa
27.09.2018 Germania, ebrei e AfD: la disinformazione del Manifesto
Nell'articolo disonesto di Sebastiano Canetta

Testata: Il Manifesto
Data: 27 settembre 2018
Pagina: 7
Autore: Sebastiano Canetta
Titolo: «'GIi ebrei per la Germania' con l'Afd, islamofobia batte antisemitismo»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 27/09/2018 a pag.7, con il titolo " 'GIi ebrei per la Germania' con l'Afd, islamofobia batte antisemitismo" il commento di Sebastiano Canetta.

Il Manifesto non si fa scrupolo di strumentalizzare una non-notizia come quella di un gruppo di 25 ebrei tedeschi a favore del partito di destra AfD. Gli ebrei in Germania sono almeno 120.000, tra questi 25 è una minuscola percentuale, ma il quotidiano comunista si guarda bene da scriverlo. Non stupisce che esistano ebrei anche tra i simpatizzanti di AfD, come tra quelli di qualunque altro partito, di destra, centro e sinistra. Fino a quando i partiti moderati e democratici non modificheranno le proprie posizioni sull'islamismo e l'antisemitismo in Europa, non saremo stupiti se il numero di ebrei con simpatie di destra crescerà.

Ecco l'articolo:

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Sebastiano Canetta

Ebrei per la Germania: la foglia di fico di Alternative für Deutschland per nascondere il proprio antisemitismo e alimentare l'islamofobia. Una notizia «incredibile» per la comunità ebraica scioccata dall'endorsement di chi «non può definirsi popolo ebraico e condividere il loro progetto». Quanto la prova che il messaggio dei fascio-populisti, ormai al secondo posto nei sondaggi nazionali, ha oltrepassato il recinto di politica e storia ma non certo della logica. Ieri, sventolando la bandiera dell'amicizia con Israele come suggerito dagli spin-doctor che avevano organizzato l'ultima campagna elettorale di Nethanyau; oggi, con la presentazione degli Juden fur Deutschland pronti a entrare ufficialmente nelle fila di Afd a Offenbach, in Assia, il 7 ottobre.

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Neppure 25 persone decise a «contrastare l'odio contro gli ebrei in Germania»: quanto basta a fornire l'alibi "a posteriori" ai dirigenti di Afd che hanno negato pubblicamente l'Olocausto, come il leader della Turingia, minimizzando i crimini del Terzo Reich. «Non si dovrebbe mettere il timbro kosher su AfD» è la metafora di Maram Stern del Congresso mondiale ebraico. Nonostante la propaganda, in Germania Afd tollera l'antisemitismo che permette di catturare i voti dei nostalgici che fino a ieri orbitavano nell'area neonazista, mentre all'estero il partito si è dimostrato connesso allo zoccolo duro della destra israeliana. L'islam, più ancora dell'Ue o la moneta unica, rimane la priorità di Afd che si oppone alla Groko social-democristiana «immigrazionista» perfino con il "falco" Horst Seehofer. A sentire Elio Adler dell'associazione "Iniziativa dei Valori" «Afd intende utilizzare gli ebrei per nascondere il proprio razzismo. La presunta amicizia con Israele e il popolo ebraico serve, in realtà, a legittimare la politica contro i musulmani». Non certo alla causa della memoria come dimostrano i sopravvissuti all'Olocausto ospiti al Bundestag: «Se in una città tedesca si può ancora ascoltare lo slogan: "Chi ama la Germania è un antisemita", allora è pericoloso» sottolinea Christoph Heubner, presidente del Comitato degli ex di Auschwitz, ricordando i cori nella marcia dell'ultra-destra a Dortmund lo scorso fine settimana. Ma Afd rivendica l'istituzione della propria "comunità" ebraica. «Dopo le associazioni di cristiani e omosessuali, anche i membri ebrei ci hanno chiesto di fare il passo» spiegano senza imbarazzo alla segreteria nazionale. «Afd è l'unico partito che affronta la questione dell'odio dei musulmani nei confronti degli ebrei senza sminuire il problema» aggiunge Dimitri Schulz, tra i fondatori degli Juden für Deutschland. Secondo lui «la vita ebraica in Germania è in pericolo, e non c'è alcuna contraddizione tra essere ebreo e contemporaneamente membro di Afd. Non neghiamo che nel partito ci siano singoli antisemiti, ma sono sovrastimati dai media». L'iniziativa sarà presentata a Offenbach dalla leader europea di Afd, Beatrix von Storch, e a sentire Schulz anche dall'ex deputata Cdu Erika Steinbach: due politiche navigate che ben conoscono la strategia da impostare alla vigilia delle elezioni in Baviera fissate, esattamente, 7 giorni più tardi.

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