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Il Foglio Rassegna Stampa
24.09.2018 Perchè il destino dell'Europa è riconoscibile
Analisi di Victor Davis Hanson

Testata: Il Foglio
Data: 24 settembre 2018
Pagina: 6
Autore: Victor Davis Hanson
Titolo: «Ho visto la decadenza europea»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/09/2018, a pag.VI con il titolo "Ho visto la decadenza europea" un estratto del pezzo scritto da Victor Davis Hanson uscito sulla National Review.

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La valle del fiume Rodano, nel sud della Francia, è un modello del connubio ideale tra alta tecnologia, vigneti della miglior tradizione e villaggi ancestrali”, ha scritto lo storico Victor Davis Hanson sulla National Review. “Qui, treni ad alta velocità e super strade ben congegnate si intersecano a paesaggi dominati da imponenti cattedrali, ville e castelli. Viaggiare per l’Europa pacifica di oggi evoca allusioni storiche e letterarie. Proprio come le infrastrutture e le opere ingegneristiche della fine dell’impero romano, prima della sua erosione, il Vecchio continente sta vivendo l’apoteosi del suo sviluppo tecnologico. C’è un qualcosa dell’impero romano che sopravvive nella moda, nella cultura popolare e nel protocollo di governo dell’Eu - ropa, un cambiamento che è ben accetto rispetto alle mortifere condizioni del 1914 e 1939. Tuttavia, proprio come nei giorni del tramonto di Roma, vi è una crescente incertezza nascosta sotto la superficie della calma europea. L’attuale generazione ha ereditato le arti e le architetture di un occidente un tempo grandioso: cattedrali, teatri, musei. Sembra, però, che manchi della certezza di poter creare le condizioni per poter emulare
– figurarsi eccedere – i risultati del suo passato. Il senso di depressione europeo ci ricorda la descrizione della mitologica terra di Gondor nel romanzo fantasy di J. R. R. Tolkien ‘Il Signore degli Anelli’. Le immense mura di Gondor, le sue nobili tradizioni e la sua ricca storia erano la prova che un tempo costituiva il pilastro della terra di mezzo. Ma nel tempo in cui è ambientata la storia, il popolo di Gondor è diventato militarmente e spiritualmente debole, a causa delle incertezze nutrite verso se stesso, di decenni di mal governo, del declino demografico e dell’indifferenza generale, condizioni paradossalmente create dall’opulenza e dal benessere. Similmente, gli europei sono confusi sul proprio passato e sul proprio presente. Sostengono di star creando una nuova cultura democratica, ma le élite che governano l’Unione europea preferiscono fare le cose di nascosto piuttosto che cercare il consenso popolare: sono terrorizzate dai movimenti di protesta e considerano gli elettori poco più che membri di una matassa informe, che non capisce quel che è meglio per sé. L’unica ragion d’essere dell’Unione europea è sempre stata di evitare il ripetersi del disastroso Ventesimo secolo, in cui molti milioni di europei sono stati massacrati dalle guerre mondiali, dai campi di concentramento e dal terrore comunista in Russia. Paradossalmente, però, la reazione europea al passato spesso consiste in uno stile di vita occidentale estremamente sibaritico, che conduce inevitabilmente al declino. Contrariamente al dogma del politicamente corretto, il cristianesimo, la deterrenza militare, la democrazia e la venerazione di un passato unico nel suo genere non hanno distrutto l’Europa. Piuttosto, la causa della decadenza europea fu proprio l’assenza di siffatti, antichi valori. Allora come oggi”.

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lettere@ilfoglio.it

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