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Il Manifesto Rassegna Stampa
21.09.2018 Hamas: una 'marcia notturna' e un 'oggetto non identificato'
Le parole che il Manifesto usa per nutrire la sua disinformazione

Testata: Il Manifesto
Data: 21 settembre 2018
Pagina: 9
Autore: Chiara Cruciati
Titolo: «Ucciso un 15enne. Di tregua Hamas-Israele non si parla più»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 21/09/2018 a pag.9, con il titolo"Ucciso un 15enne. Di tregua Hamas-Israele non si parla più" il commento di Chiara Cruciati

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Milizie di Hamas al confine con Israele, in attesa di fare una 'passeggiata notturna' con alcuni 'oggetti non identificati'

Per rilevare la disinformazione del Manifesto non ci vuole molto, basta riportare alcune frasi. Ad esempio: Il 15enne ucciso " Stava prendendo parte a una marcia notturna", scrive Cruciani, ci sarebbe ridere se non ci fosse di mezzo un morto. Marcia notturna? Pazzesco.
Altro esempio, poi ci fermiamo: "
Martedì erano stati uccisi due giovani di Khan Younis, di 18 e 21 anni, NajiAbuasi eAlaaAbuasi. Stavolta non un cecchino, ma un raid aereo: secondo l'esercito israeliano, si trovavano vicino alla barriera di divisione per posizionare un oggetto non identificato." Cruciani scrive "oggetto non identificato", anche qui ci sarebbe da spanciarsi dalle risate, chissà che cosa era quell'oggetto non identificato, un mazzo di fiori o piuttosto dell'esplosivo pronto per uccidere le guardie di frontiera israeliane?
Se di "Tregua" non se ne parla più, non ci vuole un grande acume per immaginare perchè.

Ecco il pezzo:

Uno stillicidio continuo, incessante, di vite umane segna la quotidianità della Striscia di Gaza dal 30 marzo scorso.
A SEI MESI DALL'INIZIO della Grande Marcia del Ritorno, lanciata dai comitati popolari di Gaza in occasione della Giornata della Terra, le manifestazioni lungo le linee di demarcazione tra l'enclave palestinese e Israele non si fermano. E non si ferma il bilancio dei morti: sono quasi 190 gli uccisi dal fuoco dell'esercito israeliano, oltre 17mila i feriti. L'ultima vittima, ieri: un ragazzo di soli 15 anni, Mumim Abu Ayeda, è stato colpito alla testa da una pallottola vicino Rafah. Stava prendendo parte a una marcia notturna. Martedì erano stati uccisi due giovani di Khan Younis, di 18 e 21 anni, NajiAbuasi eAlaaAbuasi. Stavolta non un cecchino, ma un raid aereo: secondo l'esercito israeliano, si trovavano vicino alla barriera di divisione per posizionare un oggetto non identificato. Un bombardamento è stata la reazione, sproporzionata direbbero le organizzazioni internazionali che accusano da mesi Israele di uso eccessivo della forza.
E ANCORA, POCHI GIORNI prima, era spirato in ospedale i116enne Suheib Abu Kashif per le ferite riportate i13 agosto. Venerdì a morire sotto i colpi dei tiratori scelti israeliani erano stati un bambino di soli 12 anni, Shadi Abdleaziz Abdulal, Hani Afana di 30 e Mohammed Chakoura, vent'anni.
UNA CONTA CHE QUALCUNO potrebbe trovare futile ma che è vita quotidiana per la popolazione sotto assedio di Gaza. Che nonostante la repressione insiste nel protestare e chiedere la fine del blocco.
Una fine sempre più lontana: i negoziati indiretti tra Israele e Hamas, mediati dall'Egitto, sono a un punto morto, dati per falliti. Ieri l'agenzia israeliana Ynet News, citando fonti gazawi, parlava di una possibile escalation delle manifestazioni per fare pressioni sia su Tel Aviv che sul Cairo, dando per assodata la narrazione israeliana, ovvero che le proteste sono orchestrate e dirette da Hamas. Di certo la fine della Marcia del Ritorno è tra le precondizioni israeliane al cessate il fuoco, da almeno tre settimane è scomparso dalle cronache.
A PEGGIORARE la situazione c'è la politica dell'Autorità nazionale palestinese che teme una pericolosa esdusione da un eventuale accordo a due tra Hamas e Israele. La reazione, dicono fonti da Ramallah citate dal quotidianoAsharq al-Awsat, preoccupa: il presidente Abu Mazen ha minacciato di sospendere del tutto i finanziamenti mensili alla Striscia, dopo i tagli già compiuti. E oggi è di nuovo venerdì, un nuovo giorno di Marcia del Ritorno.

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