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Trieste e le leggi razziste del '38 A destra: il Corriere della Sera annuncia le leggi razziste contro gli ebrei Riprendo il tema delle Leggi Razziali perchè a Trieste continua la saga "si alla mostra....no alla mostra". Mi chiedo come sia possibile che il sindaco Dipiazza, Forza Italia, e il suo assessore alla cultura Giorgio Rossi, non si vergognino. La storia è presto detta, gli studenti del Liceo Petrarca con la loro insegnante avevano preparato una mostra sul tema, mostra che doveva essere presentata il 12 settembre, alcuni giorni prima della data in cui Mussolini, proprio da Trieste, annunciò alla popolazione inneggiante l'applicazione delle leggi speciali razziste per gli ebrei italiani. La mostra doveva essere approvata dall' assessorato all'educazione che disse no, quel titolo non va bene, è troppo forte. Quale era il titolo? "Razzismo in cattedra". Troppo forte? La verità è forte? Forse l'assessore Rossi non sa che i docenti e gli studenti ebrei vennero sbattuti fuori dalle scuole di ogni ordine e grado? Non lo sa che i docenti "ariani" entrarono nelle varie classi per dire ai bambini, ragazzi, universitari e docenti ebrei di raccogliere i loro libri e andarsene? E allora il razzismo, se non in cattedra, dove era? Era nelle scuole, era in quella Piazza Unità dove, ai deliri del Duce, la popolazione aveva risposto con ovazioni oceaniche. La caccia all'ebreo divenne totale ma furono i docenti a scacciare gli ebrei dalle scuole. I docenti! In piedi davanti alle loro cattedre! E' questa la verità e chi ha paura di dirla non può rappresentare nessuno oltre alla propria vergogna. Meglio la prudenza, dice Rossi. Meglio la vigliaccheria, dico io, meglio dare una bella lavata con la varecchina e dimenticare. Ho avuto modo di conoscere, per via epistolare l'assessore Rossi, alcuni anni fa quando aveva dato il benestare a una mostra sulla Palestina organizzata da Salam, i ragazzi dell'olivo. Il nome pacioso e romantico non deve trarre in inganno, -Salam i ragazzi dell'olivo- è un'organizzazione antisemita molto attiva a Trieste, anche nelle scuole dove va a fare il lavaggio del cervello ai ragazzi. Sono pericolosi e infidi perchè si presentano con aspetto dimesso, gentile e sorridente e, dolcemente, raccontano le peggiori infamie contro Israele. Dunque, riepilogando, il signor Rossi censura una mostra sulle Leggi razziali, da il benestare per una mostra antisemita e, udite udite, da anche il permesso di fare a Trieste un raduno di Casa Pound a novembre. Aveva inoltre dichiarato, nel 2016, che Tito, il dittatore comunista, quello che voleva impossessarsi di Trieste, "è stato indubbiamente un grande statista". E il sindaco? Ha qualcosa da dire? No, i conigli non parlano e lui sulla mostra del Petrarca ha bofonchiato qualcosa...forse...vedremo.... e su Casa Pound ha detto timidamente "io sarei contrario". Su "Razzismo in cattedra" la censura resta nonostante le proteste di parte della popolazione, non tutta purtroppo, nessun plebiscito, nonostante il Piccolo abbia dedicato per diversi giorni la sue prime pagine alla vergogna del Comune e il 18 settembre abbia avvolto il giornale In una sovracopertina per NON DIMENTICARE. Voglio rinfrescare la memoria sia al sindaco Roberto Dipiazza che all'assessore Giorgio Rossi, sepolcri imbiancati, con il testo del regio decreto sulle leggi antisemite che riguarda solo le scuole, quindi le cattedre:
Articolo 1. All'ufficio di insegnante nelle scuole statali o parastatali di qualsiasi ordine e grado e nelle scuole non governative, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere ammesse persone di razza ebraica, anche se siano state comprese in graduatorie di concorso anteriormente al presente decreto; nè potranno essere ammesse all'assistentato universitario, nè al conseguimento dell'abilitazione alla libera docenza. Articolo 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica. Articolo 3. A datare dal 16 ottobre 1938-XVI tutti gli insegnanti di razza ebraica che appartengano ai ruoli per le scuole di cui al precedente art. 1, saranno sospesi dal servizio; sono a tal fine equiparati al personale insegnante i presidi e direttori delle scuole anzidette, gli aiuti e assistenti universitari, il personale di vigilanza delle scuole elementari. Analogamente i liberi docenti di razza ebraica saranno sospesi dall'esercizio della libera docenza. Articolo 4. I membri di razza ebraica delle Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arti, cesseranno di far parte delle dette istituzioni a datare dal 16 ottobre 1938-XVI. Articolo 5. In deroga al precedente art. 2 potranno in via transitoria essere ammessi a proseguire gli studi universitari studenti di razza ebraica, già iscritti a istituti di istruzione superiore nei passati anni accademici. Articolo 6. Agli effetti del presente decreto-legge è considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica. Articolo 7. Il presente decreto-legge, che entrerà in vigore alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno, sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge. Il Ministro per l'educazione nazionale è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge. ORDINIAMO che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a San Rossore, addì 5 settembre 1938 - Anno XVI Vittorio Emanuele, Mussolini, Bottai, Di Revel __________________________________________________________
Una parte della mia famiglia è finita alla Risiera di San Sabba e da là ad Auschwitz da dove nessuno è tornato. Mi rattrista e mi schifa che la mia città, nella figura dei suoi rappresentanti, ne censuri il Memoria e che la popolazione non sia insorta come avrebbe dovuto. Come scrive Paolo Rumiz in un bellissimo articolo che vi invito a leggere: "La città cala le braghe di fronte a una giunta che getta cloroformio sui delitti del fascismo". Ha ragione Rumiz, Trieste ha calato le braghe ed è uno schifo. Rossi ha portato un mazzetto di rose davanti alla targa commemorativa in Piazza Unità e così crede di essersi lavato la coscienza. Se la popolazione avesse avuto il coraggio di insorgere sarebbe stato consolante, avrebbe riequilibrato lo schifo di due persone indegne. Il silenzio e l'indifferenza invece sono stati devastanti. Solo il rabbino ha protestato duramente, lo stesso rabbino che aveva abbandonato la cerimonia alla Risiera nella Giornata della Memoria, il 27 gennaio, alla vista tra il pubblico di bandiere palestinesi. La mediocrità è di tanti, il coraggio di pochi, pochissimi. Articolo di Paolo Rumiz: http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2018/09/18/news/se-la-citta-cala-le-braghe-di-fronte-a-una-giunta-che-getta-cloroformio-sui-delitti-del-fascismo-1.17262143
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