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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Per rendere giustizia a Leon Klinghoffer 18/04/03
Tra tutti gli stati e relative prigioni nei quali Abu Abbas si augura di essere rinchiuso il primo posto spetta sicuramente all'Italia. Il nostro paese ha una lunga tradizione di "ospitalità", e non vi è terrorista al mondo che, potendo scegliere, non ci metterebbe la firma. Decenni di governi democristiano-socialisti, con affettuosa benedizione catto-comunista, hanno rappresentato la via più breve per uscire dai reati di terrorismo. Chiunque venga processato a casa nostra puù contare su una infinita lista di attenuanti che, in pratica, annullano la pena. Il solo chiamarli terroristi viene giudicato improprio in Italia. Poichè in genere appartengono al terrorismo arabo-palestinese, non è esagerato ritenere che alla fine dell'iter processuale anche la condanna più severà si ridurrà a meno che niente. Abu Abbas, gran furbone e conoscitore delle nostre vicende, non ha dubbi sulla sorte che lo attende se finirà estradato in Italia. "Mi piaciono molto le donne italiane e da voi ho molti amici", sembra abbia dichiarato ai giornalisti. La prospettiva con la quale vede il suo "soggiorno" italiano è,come si vede, tutt'altro che di tipo carcerario. In più, se fosse processato in Italia, potrebbe,indipendentemente dalla condanna ricevuta, sparire nel nulla. Ci chiediamo infatti che fine abbiano mai fatto i terroristi palestinesi che avevano occupato la basilica della Natività e che furono assegnati a noi. Così come non abbiamo mai più avuto notizie della signora Baraldini e del suo status giuridico penale. Se venisse estradato in Italia, Abu Abbas farebbe la stessa fine. Brevissima restrizione della libertà personale, seguita a ruota da quella vigilata, e poi ,di fatto, libertà totale.

Essendo poi un terrorista assassino che ha dedicato la vita a far fuori israeliani, non è difficile immaginare per lui un ruolo di super star di tutta quella area politica che tanto si è fatta sentire durante la guerra di liberazione dell'Iraq. Pacifisti assortiti,sinistra variamente suddivisa, cattolici di tutte le parrocchie,destra estrema con sconfinamenti nella casa delle libertà. Insomma, tutto l'esercito dei marcialtori antiamericani e antisraeliani. Per non parlare dei nostri registi "rivoluzionari" che non si perderebbero di sicuro l'occasione per immortalare la vicenda del "patriota" palestinese. Non essendoci in vista qualche città da dstruggere, l'argomento viene un po' a mancare. Con Abu Abbas sarebbe un bengodi.

Ci sono è vero dei dettagli, ma quelli contano poco. Che Abu Abbas sia riuscito a sfuggire già una volta alla "giustizia" italiana grazie ad Andreotti e a Craxi che mai avrebbero fatto uno sgarbo al loro socio Arafat è fatto già consegnato al tempo. Chi se lo ricorda più. Tanto da permettere al figlio del defunto Bettino di dichiarare che babbo intendeva solo difendere l'indipendenza italiana quando rifiutò di consegnare il buon Abu Abbas a Sigonella agli USA che lo volevano arrestare. Altro dettaglio di poco conto l'assassinio di Leon Klinghoffer sulla Achille Lauro sequestrata. In fondo avevano scannato solo un ebreo, per di più inchiodato su una carrozzina a rotelle. Che sarà mai !

Si da il caso però che Klinghoffer era un cittadino americano, e in quel paese c'è la brutta abitudine di ricordare. Un paese dove invece di lavarsi i denti con la parola pace preferiscono dare ascolto alla giustizia. In pratica il contrario di quello che si fa da noi.

Per questo dico al ministro Castelli da lasciar perdere. E'vero che su Abu Abbas pende da noi un condanna all'ergastolo in contumacia, ma non è una cosa seria,l'ha capito persino lui che non vede l'ora che vinca l'opzione Italia. Lo lasci agli americani, ministro Castelli. Dopo tutto Leon Klinghoffer era un cittadino americano ed è in America che Abu Abbas deve risponderne.

Questa scelta, caro ministro, la dobbiamo alla memoria dei Leon Klinhoffer, selezionato per essere ucciso solo perchè era ebreo. Questa volta il suo carnefice lo lasci alla giustizia americana.


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