Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/09/2018 a pag.15 con il titolo "Trump attacca Kerry: con l'Iran diplomazia parallela" il commento di Francesco Semprini"
Francesco Semprini
John Kerry fotografato con Zariff 6 giorni fa
È bufera su John Kerry, accusato di portare avanti una diplomazia parallela con l’Iran alle spalle dell ’ amministrazione Trump. A guidare l’offensiva contro l’ex numero uno di Foggy Bottom è il presidente degli Stati Uniti, il quale arriva a ipotizzare un «chiaro illecito». «Kerry ha avuto incontri con il molto ostile governo iraniano, cosa che può solo servire a minare il nostro grande lavoro, a danno del popolo americano», ha twittato. «Ha detto loro di aspettare la fine dell’amministrazione Trump! Era registrato in base alla legge sugli agenti stranieri? Male!», ha aggiunto, facendo riferimento alla norma che impone di registrarsi come tali quando si fa attività in favore di un governo, un partito o un individuo straniero. La stessa norma, tra le altre, che avrebbe violato Paul Manafort, l’ex capo della sua campagna elettorale, il quale sta patteggiando con Robert Mueller, il super procuratore del Russiagate, nel processo a suo carico. La replica via Twitter Kerry replica, sempre su Twitter, al commander-in-chief: «Signor presidente, lei dovrebbe essere più preoccupato dell’incontro di Manafort con Mueller che del mio incontro con il ministro degli Esteri iraniano». «Ma se vuole imparare qualcosa sull’accordo nucleare che ha reso il mondo più sicuro, acquisti il mio libro, Every Day Is Extra», aggiunge. L’ex ministro di Barack Obama, negoziatore dell’accordo sul nucleare da cui il tycoon si è ritirato, ha ammesso che dopo la fine del suo mandato ha incontrato 3-4 volte il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. «Non stavo negoziando», spiega Kerry in una intervista al New York Times Magazine. «Stavo spiegando come è cambiata la politica americana oggi», chiosa in riferimento alle accuse di diplomazia ombra mosse a suo carico. «Non perdo tempo prestando troppa attenzione ai tweet di questi giorni perché non parlano di cose reali - prosegue l’ex senatore - La nozione che un cittadino americano, in particolare un’ex segretario di Stato, non possa avere una conversazione con un ministro straniero è ridicola». A incalzare è però il successore Mike Pompeo: «Ciò che Kerry ha fatto è inopportuno e senza precedenti nella storia Usa. Non avrebbe dovuto tenere questo genere di comportamento, incoerente con la politica estera degli Usa». Considerazione trasversale, a quanto pare, condivisa anche da osservatori non repubblicani. Come bipartisan era il ticket che Kerry voleva mettere in piedi nelle presidenziali del 2004 con il senatore del Gop John McCain appena scomparso: «Ne abbiamo parlato - rivela Kerry al settimanale -. Ma John non si sentiva pronto al salto. Abbiamo flirtato, ma non siamo mai usciti insieme».
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