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La Repubblica Rassegna Stampa
14.09.2018 Il 'Gruppo di Visegrad': un ruolo sempre maggiore in Europa
Cronaca di Andrea Tarquini

Testata: La Repubblica
Data: 14 settembre 2018
Pagina: 14
Autore: Andrea Tarquini
Titolo: «Visegrad si schiera con Orbán l’Ungheria sbeffeggia la Ue»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/09/2018, a pag.14, con il titolo "Visegrad si schiera con Orbán l’Ungheria sbeffeggia la Ue" la cronaca di Andrea Tarquini.

I governi dei Paesi del "Gruppo di Visegrad" curano gli interessi delle proprie popolazioni e hanno tutti economie in crescita, come scrive Andrea Tarquini. Costituiscono perciò un blocco che avrà sempre maggiore peso nelle dinamiche europee. Gruppo di Visegrad - come i paesi definiti 'sovranisti'- sono due 'accuse' che riempiono le pagine dei nostri giornali, in genere accompagnate dal termine 'fascista' o 'xenofobo'. In realtà, adottano misure rigorose di controllo dei confini, a differenza di altri paesi UE che sostengono il libero ingresso a tutti. Per trovarsi poi nell'incapacità di gestire le loro società, come sa chiunque si informa su quanto accade a causa dell'invasione  silenziosa musulmana. Ovvero Eurabia.
Il pezzo di Tarquini è corretto, fatto inusuale se pensiamo che esce su Repubblica.

Ecco l'articolo:

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Andrea Tarquini

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In blu scuro, i Paesi di Visegrad, in azzurro gli altri membri dell'Unione Europea

Il leader polacco Jaroslaw Kaczynski è stato il primo a mandare al diavolo l’Europarlamento, il premier cèco Andrej Babis l’ha seguito a ruota. E a casa, l’opinione pubblica celebra i " no" che arrivano da Bruxelles. Per il capo dell’esecutivo sovranista ungherese Viktor Orbán non poteva andar meglio. La sua sembra una vittoria al calcio prevista per l’abilità del suo team e la forza della tifoseria, e causata infine dall’autogoal degli avversari. Mai come ora dalla fine dell’Unione Sovietica e dalla caduta del Muro di Berlino, le due Europe sono state cosí lontane come oggi. Mai come ora, il gruppo di Visegrad (Polonia, Cechia, Slovacchia e Ungheria), spesso affiancato da Austria e Italia, oltre che da altri leader sovranisti, si è sentito cosí forte. Il fronte Kaczynski-Orbán non è mai apparso cosí facile da difendere. Nei Consigli europei infatti si decide a unanimità e non a maggioranza: Varsavia porrà il veto a qualsiasi sanzione contro l’Ungheria, ha dichiarato il governo polacco. Poco dopo gli si è affiancato Babis: « Noi céchi e gli ungheresi siamo alleati fedeli, noi stiamo dalla parte di Orbán». Inoltre, l‘ Ungheria ha già annunciato che con tutta probabilità farà ricorso davanti alla giustizia europea per far annullare il voto dell’Europarlamento. Come ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ungherese, Gergely Gulyas, il governo « deciderà lunedì azioni legali concrete ». Poco importa a questo punto se Fidesz, il partito di maggioranza magiaro, resterà nel Partito popolare europeo o passerà ad altri club come il PiS di Kaczynski, che è nei conservatori. La Ue è spaccata e debole. E dalla loro, oltre a opinioni pubbliche in maggioranza favorevoli e maggioranze deboli, i leader di Visegrad hanno anche, tutti, un’economia che cresce a ritmi invidiabili.

 

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