Il principe che salvò l'Europa
Commento di Deborah Fait
Eugenio di Savoia
La lettera di un lettore di informazionecorretta mi ha fatto notare che l'articolo della Stampa sulla battaglia di Vienna, che fermò l'invasione ottomana, non nomina l'artefice di quella e altre vittorie sui turchi, il principe Eugenio di Savoia. http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=71988
Eugenio di Savoia fu uno dei migliori strateghi della sua epoca, un grande politico al servizio degli Asburgo che, grazie a lui, mantennero il potere in Europa. Gli storici lo descrivono come un ragazzo solo, orfano di padre, non seguito dalla madre e lasciato in mano a servitù e precettori, metodo educativo normale a quei tempi. Doveva fare il prete, come molti figli cadetti dell'epoca, ma la cosa non lo entusiasmò anche perchè amava i piaceri della vita, si arruolò quindi nell'esercito francese, mestiere più consono al suo carattere freddo e cupo. Iniziò così la sua gloriosa carriera militare che finì con la sua morte a 72 anni, un'età ragguardevole per quei tempi. A Eugenio va il merito di aver fermato l'invasione dei turchi in Europa. Dal 1683, battaglia di Vienna, al 1687 gli eserciti di Kara Mustafà Pascià tentarono di invadere il continente terrorizzando le popolazioni che, conoscendo l'usanza dei terribili giannizzeri turchi di impalare chiunque incontrassero sulla loro strada, cercavano di salvarsi scappando o mettendosi al servizio del Pascià in qualità di spie o offrendo ai giannizzeri le loro poche ricchezze e probabilmente qualche figlia o giovinetto. Il terrore era tanto, i turchi impalavano i nemici da vivi, non avevano la gentilezza di ammazzarli prima per evitare sofferenze atroci. Nel settembre del 1687 Eugenio ebbe una grande idea, decise di prendere di sorpresa i turchi e, sapendo che per qualche motivo religioso non potevano combattere di notte, pensò a un'imboscata e li attaccò nel sonno. L'esercito del principe aveva 50.000 uomini un po' malandati, i turchi erano 100.000 armati fino ai denti. Sul terreno rimasero 30.000 musulmani praticamente squartati, altri 20.000 annegarono nel fiume mentre l'esercito imperiale perse soltanto qualche centinaio di soldati.
Una raffigurazione dell'assedio di Vienna da parte tuca nel 1683
In seguito Eugenio, sfidando la bora che in quei luoghi soffia rabbiosa, inseguì Mustafà, attraverso la Bosnia, fino alle porte di Sarajevo. Nel 1699 venne stipulata la pace e l'Europa fu salva. Questa, più o meno, la storia, e adesso proviamo a pensare a cosa sarebbe successo se l'Impero ottomano si fosse impossessato dell'Austria e da là di tutta l'Europa. Avremmo tantissimi minareti, le opere di Michelangelo distrutte a martellate, Bramante e le sue colonne, Raffaello e i suoi quadri, i grandi musicisti non avrebbero potuto scrivere le loro opere perchè per l'islam la musica fa male all'anima. Saremmo già da 4 secoli coperte da burka, il Papa avrebbe il turbante, cristiani ed ebrei, costretti alla conversione o le loro teste mozzate messe ad adornare Piazza San Pietro. Insomma diciamo un bel grazie al principe Eugenio che ha salvato l'Europa dall'oscurantismo e ha permesso alle teste degli europei di stare attaccate ai rispettivi colli. Ma quale è la morale della favola? Che oggi, 400 anni dopo, e col pericolo islam sempre vivo e presente, dei giornalisti fanno attenzione a non parlare della sconfitta avvenuta non miracolosamente ma perchè il cervello e l'intelligenza hanno vinto sulla forza bruta degli impalatori turchi. Le morali sono più d'una, non abbiamo imparato niente, l'Europa inerme si sta facendo invadere, non solo, permette all'islam, che non si è evoluto dall'epoca di Mustafà Pascià, di imporci le sue tradizioni cancellando le nostre. Chi sarà oggi il Principe Eugenio che ci salverà? Qualcuno c'è ma il buonismo ipocrita di cui è farcita l'Europa non permetterà a nessuno di bloccare l'invasione, chi tenta di farlo è subito tacciato di essere nazista-fascista-dittatore. Tutto questo mi fa pensare a una cosa sola, il vecchio continente è destinato a una misera fine se non si da una svegliata quindi si salvi chi può.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"