Gentilissima Signora Fait, credo che il signor Paglia, nella sua brevissima lettera pubblicata oggi su IC, intendesse riferirsi all’aforisma (di Marx, almeno stando ad internet, ma non garantisco) secondo cui la storia si ripeterebbe manifestandosi la prima volta come tragedia, la seconda come farsa, ed esprimere, invece, la preoccupazione che possa ripetersi (quod Deus avertat!) in forme egualmente tragiche seppur diverse. Una preoccupazione che condivido, si tratti delle leggi antiebraiche del 1938 o delle invasioni barbariche, perché gli eventi storici, nelle loro specifiche circostanze, certamente variano sempre, ma vi è, purtroppo, una pressoché inesauribile possibilità di tragedie. Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Gentile Annalisa,
Conoscevo quel famoso aforisma di Marx, vero o meno che sia. Al momento però non mi è venuto in mente forse perchè Marx non è mai stato tra le mie simpatie. Dobbiamo preoccuparci che le tragedie possano ripetersi anche se non possiamo conoscerne le modalità. Al momento la vera tragedia è che i governi d'Europa non sembrano rendersene conto e tacciono anche sul genocidio dei cristiani in Medio Oriente.
Un cordiale shalom