Siria: raid della Russia a Idlib Cronaca di Roberto Bongiorni
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 12 settembre 2018 Pagina: 17 Autore: Roberto Bongiorni Titolo: «Gli Usa pianificano raid contro Assad»
Riprendiamo adl SOLE24ORE di oggi, 12/09/2018, a pag.17, con il titolo "Gli Usa pianificano raid contro Assad" l'analisi di Roberto Bongiorni.
Roberto Bongiorni
È un copione già visto. Mentre l’aviazione russa prosegue indisturbata i suoi martellanti bombardamenti aerei sulla regione di Idlib per aprire la strada alle truppe del regime siriano (e probabilmente alle milizie iraniane), i diplomatici di Stati Uniti, Regno Unito e Francia si stanno consultando per pianificare un raid contro il regime siriano qualora ricorresse alle armi chimiche per avere la meglio sui ribelli. Si tratta dello stesso terzetto di Paesi che nell'aprile di quest'anno aveva congiuntamente colpito, con oltre 100 missili, i siti di armi chimiche siriane. In quella che però era risultata una dimostrazione di forza senza risultati concreti, come peraltro il raid militare lanciato dagli americani, nell'aprile del 2017. «Ci stiamo consultando con i britannici e francesi, che si sono uniti a noi nel secondo raid, e anche loro sono d'accordo che un nuovo impiego di armi chimiche provocherà una nostra risposta molto più forte», ha avvertito John Bolton, il consigliere alla sicurezza nazionale del presidente americano Donald Trump.
Idlib, Siria
Secondo Mosca sono invece i ribelli, tra le cui fila militano qaedisti, ad utilizzare armi chimiche per creare un caso ed una risposta internazionale. Il Governo russo della Difesa a Idlib ha denunciato ieri che i ribelli hanno iniziato a girare filmati falsi di attacchi chimici da consegnare ai media occidentali.Il vice ministro degli Esteri, Serghei Ryabkov, ha poi replicato a Bolton definendo il suo avvertimento «una politica fatta di minacce e ricatti» e «una cinica manipolazione dei fatti e della situazione attuale». La Russia tuttavia sembra aver ben compreso che può liberamente giocare le sue carte. Da quando è intervenuta militarmente a fianco del regime siriano, nel settembre del 2015,in un momento in cui versava in gravi difficoltà, la guerra civile ha cambiato direzione portando il regime a riguadagnare gran parte del territorio perduto, confinando i ribelli a Idlib. Un successo militare a cui hanno contribuito le forze di terra degli Hezbollah libanesi e delle milizie iraniane. Complice la contraddittoria linea politica americana in Siria (i marines sono solo 2mila) col passare del tempo la Russia è divenuta la potenza che detta l'agenda della crisi, quasi senza rivali. Dinanzi a un'offensiva che appare ormai inevitabile, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è perfino ricorso a un intervento sul quotidiano americano Wall Street Journal. «Se il regime siriano attacca Idlib, il risultato sarà un disastro umanitario e geopolitico», ha scritto, precisando che la Turchia non è più in grado di ospitare un nuovo flusso di rifugiati. Uno scenario verosimile se scatterà la grande offensiva contro Idlib. Sono 30mila i siriani in fuga nelle ultime 48 ore dagli intensi raid aerei governativi e russi nella zona a sud di Idlib. E presto potrebbero essere molti di più.
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