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Disinformazione, pregiudizi e un malcelato sentimento antisemita hanno fatto da cornice all'incontro che si è tenuto il 20 marzo presso l'Università di Bologna sul tema "La questione israelo-palestinese. Quale pace possibile?" Non c'è stata la possibilità di avviare un vero e proprio contraddittorio perché i due relatori, il Dr. Nabil Al Mureden Presidente Nazionale dell'Associazione Italia-Siria ed il Dr. Mahmalad Suleiman, storico e consigliere dell'Associazione, non hanno voluto incontrare la controparte israeliana? "Poche riflessioni riassumono il senso di quell'incontro. La situazione fra israeliani e palestinesi è un dramma che si sta protraendo da molti anni ed è essenzialmente riconducibile" afferma lo storico "all'emigrazione degli ebrei che, per sfuggire ai pogrom russi, giunsero in Palestina impossessandosi dei terreni degli arabi". Quei terreni che, grazie allo sforzo dei pionieri in pochi anni divennero fertili e rigogliosi, secondo la visione dello storico siriano furono espropriati agli arabi e non acquistati. Fino a quando nel 1948, dopo la costituzione dello stato ebraico, gli eserciti arabi hanno attaccato Israele; un tragico evento storico che però è da imputarsi ai continui atti di terrorismo di matrice ebraica, cui venivano sottoposte le tribù arabe. E' incredibile con quanta leggerezza si possa stravolgere la storia! Il punto focale però su cui si concentra l'attenzione dei relatori è la causa dell'escalation di terrore degli ultimi mesi: "l'occupazione dei Territori, unico impedimento al raggiungimento della pace. La Siria è disponibile a fare la pace" assicura Al Mureden "il problema è che gli israeliani non si vogliono ritirare dai Territori !!" Il pubblico però non è soddisfatto e subissa i relatori di domande, molte delle quali non ricevono risposta oppure risposte incomplete ed evasive. Il motivo del rifiuto di Arafat alle proposte di Barak? Il piano era irrealizzabile perchè le offerte erano eccessive!! La spartizione della Palestina del novembre 1947 ed il conseguente rifiuto arabo? "Non fu responsabilità degli arabi" afferma il dr. Suleiman "ne ho le prove". L'incitamento all'odio antiebraico proveniente da tutto il mondo arabo, Siria compresa? "Non ne so nulla" dice Al Mureden, "in Siria ho molti amici ebrei". In quale parte della Siria mi chiedo - visto che tutti gli ebrei sono stati costretti a fuggire? Introduco gli avvenimenti accaduti a Durban, ma pare che quasi nessuno si ricordi della Conferenza sul razzismo che si è svolta in Sud Africa nella prima settimana di settembre del 2001; una conferenza che si è trasformata in un processo ad Israele, accusato di essere uno stato di apartheid. I relatori non fanno commenti, ma il pubblico è interessato. L'incontro che avrebbe potuto essere un'occasione di confronto e forse anche di scontro si chiude fra omissioni, pregiudizi e negazione di fatti storici, ma con la consapevolezza che la gente non si lascia abbindolare da mezze verità, insiste per conoscere i fatti. "Ancora una volta " dichiarano alcuni intervenuti "la lettura dei quotidiani rimane il mezzo più diretto e, si spera, affidabile per ottenere informazioni". Da qui l'importanza, mai sufficientemente ribadita, di una stampa che non manipoli le notizie, che sia corretta, obiettiva ed equidistante e che costituisca una reale alternativa ai messaggi destabilizzanti provenienti da altri contesti culturali. Giorgia Greco |
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