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Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.09.2018 IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti: Un anno buono e dolce
Dal 2 all'8 settembre 2018

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 settembre 2018
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti: Un anno buono e dolce»

IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 2 all'8 settembre 2018

Un anno buono e dolce

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Questa sera al tramonto inizia il Capodanno ebraico, Rosh Hashanà. E' l'anniversario numero 5779 non della creazione del mondo, come si usa dire, ma di quella degli esseri umani, il sesto giorno della narrazione biblica. Il far coincidere il momento solenne di inaugurazione dell'anno con il ricordo della creazione dell'”adam”, il prototipo unico dell'essere umano da cui tutti discendiamo e in nome di cui tutti siamo fratelli, senza distinzioni di popoli e di etnie, come insegna esplicitamente la tradizione, è un segno forte dell'immagine del mondo che si fa l'ebraismo. In queste ore ci siamo scambiati gli auguri, invocando un anno buono e dolce e materializzando questo augurio con l'uso di mele, miele, datteri e melograni; durante la cena tradizionale abbiamo recitato delle formule augurali accompagnandole con frutta, verdura e pesci che spesso hanno un esile legame col loro contenuto, per via di assonanze o omofonie.

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Rosh Hashanà è anche il primo dei dieci “giorni penitenziali” in cui, secondo la tradizione, ogni persona è giudicata per ciò che ha fatto l'anno precedente e il suo destino per l'anno futuro viene stabilito e scritto nel “libro della vita”. Perciò si usa augurare per questa ricorrenza anche “buona iscrizione”, “ketivà tovà”. La sentenza sarà poi “sigillata” dopo il digiuno di espiazione di Kippur che chiude il periodo penitenziale. Poiché secondo la tradizione ebraica l'indulgenza celeste si può ottenere solo se non vi sono conti in sospeso con gli altri uomini, in questo periodo si cercano di chiudere le controversie, di ottenere le scuse da chi avessimo offeso e di concederle a coloro che ce le chiedano. Il suono penetrante dello “shofar”, il corno di montone che nella Bibbia accompagna i momenti più significativi della storia ebraica, è per questo al centro delle officiature di Rosh Hashanà. La sua funzione è di risvegliare le anime, di creare allarme e timore per la propria condizione individuale e collettiva, di indurre all'esame di coscienza e al pentimento.

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Rosh Hashanà è una delle poche ricorrenze nel calendario liturgico ebraico a non ricordare un evento della storia del popolo ebraico, ma ha comunque un significato umano, costituisce un appello per la coscienza di sé, del proprio passato e del futuro e cade anche quest'anno in un momento estremamente delicato nella vita di Israele, un anno in cui celebriamo i primi 70 anni dello Stato.

Cari amici di Informazione Corretta, ebrei e non ebrei, auguro a ciascuno di voi un 5779 ricco di gioia, salute e soddisfazione ed estendo il mio augurio a tutto il popolo ebraico e allo Stato di Israele: un anno di realizzazioni, di progresso, di sicurezza, un anno buono e dolce. Shanà tovà umetukà.


Claudia De Benedetti 
Presidente Sochnut Italia – Agenzia Ebraica per Israele


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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