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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.09.2018 Israele, i suoi tanti problemi e la felicità
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 settembre 2018
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Israele, i suoi tanti problemi e la felicità»

Israele, i suoi tanti problemi e la felicità
Commento di Deborah Fait

a destra:
Israele all'11° posto nel mondo per la felicità

Abbiamo appena ricordato le Leggi Razziali del 1938, un mese fa era toccato alla strage di Monaco e all'Operazione Entebbe, fra un mese, il 16 ottobre, commemoreremo il rastrellamento del Ghetto di Roma, 1259 ebrei catturati durante il Sabato nero e deportati nei lager della morte. Ritornarono in 16, 15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino. I dolori che gli ebrei devono ricordare sono infiniti e tremendi e il futuro, come il presente, non sono rosei.
Un paio di giorni fa Londra si è svegliata tappezzata di manifesti contro "Israele razzista" preparati da studenti palestinisti in onore del politico più antisemita d'Europa, Jeremy Corbyn.
In tutta Europa l'antisemitismo è arrivato a livelli spaventosi, gli ebrei vengono aggrediti quasi quotidianamente, devono nascondersi, camminare per le strade guardandosi alle spalle, in Francia, in Olanda, in Belgio la situazione è gravissima. In Italia sfogano il loro odio nelle università o facendo manifestazioni in cui si urla "A morte gli ebrei" come è accaduto a Milano dove, vergognosamente, le Istituzioni non  hanno mosso un dito.
L'odio antiebraico di cui l'Europa è intrisa viene alimentato dai tanti musulmani che ormai in molti paesi la fanno da padroni.

In Israele, al confine con Gaza, piovono ancora i palloncini e aquiloni incendiari dell'Intifada del Fuoco, oltre alle manifestazioni violente di odio da parte dei gazawi pagati e organizzati da Hamas.
Il boicottaggio del BDS e di quel delinquente antisemita di Roger Waters continua e non si contano gli artisti/conigli che rinunciano ad esibirsi in Israele a causa di minacce o perchè improvvisamente solidali con una Palestina inesistente. Adesso Waters e altri artisti europei stanno organizzando una campagna di boicottaggio, pubblicata dal Guardian, per portare l'Eurofestival fuori da Israele. Avevano tentato anche col Giro d'Italia ma gli era andata male.
L'antisemitismo non conosce momenti di stanchezza, sempre sulla breccia, sempre attivo, sempre velenoso. Insomma ogni giorno se ne vede una nuova contro questo paese.

Poi ci sono altri problemi che Israele deve affrontare: gli ebrei che scappano dall'Europa. Uno dice "gli ebrei d'Europa scappano in Israele" come se fosse facile ma non è così semplice, sono realtà che implicano responsabilità e sforzi enormi da parte dello Stato. Devono avere una casa, imparare la lingua, trovare un lavoro e tutto questo deve essere organizzato dal governo. 40.000 ebrei arrivati dalla Francia, gli ebrei inglesi che probabilmente scapperanno nei prossimi mesi, si parla del 40% , soprattutto se Corbyn andrà al potere.
Poi ci sono gli olim (nuovi immigrati) dal Canada, dagli USA, quelli bisognosi di tutto che provengono dall'India.

Eppure, nonostante tutto, nonostante l'odio di cui sono oggetto, nonostante tutti i problemi, gli israeliani sono felici! Incredibile ma vero! Israele è un piccolo grande melting pot di lingue , è un paese colorito, vivace e allegro, ogni sforzo viene affrontato con coraggio e tanta speranza.
Alla vigilia di Rosh HaShanà, il capodanno ebraico, il Central Bureau of Statistics ha pubblicato il suo annuale sondaggio sulla situazione degli israeliani dimostrando che l'89% della popolazione è felice e soddisfatta della propria vita. Nel 2018 il Rapporto della Felicità nel Mondo, che ne misura il livello in 156 paesi, mette Israele all'11°posto, persino davanti a potenze come gli USA, al 18° posto. Questi rapporti si basano sul tenore di vita, sul sistema sanitario ad alto livello, sull'aspettativa di vita, sul valore delle Università che sono classificate tra le migliori del mondo. Il Technion di Haifa è al 44 posto per scienze e matematica, altre due università risultano tra le prime 100, l'Università ebraica e quella di Tel Aviv.
Israele è il terzo paese più istruito del mondo dietro a Canada e Giappone, davanti a Inghilterra, USA, Australia, Norvegia. Giulio Meotti scrive " Girando per Tel Aviv, Haifa o Rehovot si ha un'ottima possibilità di incrociare un premio Nobel, Uno scienziato, un luminare".

In un'intervista a Fox News Benjamin Netanyahu ha detto, parlando della posizione avanzata di Israele rispetto a molti paesi occidentali " La gente si chiede –come può essere?- E' un paese circondato da nemici orribili, ha il terrorismo, deve combattere con l'islam radicale- Come può essere sempre tra i primi posti nel mondo?"

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Non c'è dubbio che Israele in 70 anni ha raggiunto l'impossibile e l'impensabile, , nemmeno nei sogni più ottimisti si poteva pensare di arrivare a un simile livello di vita e di progresso. Nel 1948, 600.000 ebrei poveri in canna, disperati, hanno vinto, contro ogni previsione, la guerra contro eserciti arabi potenti e armati fino ai denti e da allora una serie infinita di guerre, morte e terrorismo eppure ne sono usciti vincitori e desiderosi di fare sempre meglio per questo paese tanto agognato e tanto amato.

Ma non è oro tutto ciò che luccica, ricordiamoci anche che Israele ha un altro primato, è l'unico paese al mondo ad essere minacciato pubblicamente di distruzione da parte dell'Iran e questo accade nel silenzio assoluto del mondo occidentale. E' l'unico paese ad essere costantemente e da 70 anni in stato di guerra, i nostri ragazzi hanno tre anni di Zavà (servizio militare) sulle loro giovani spalle e poi un mese all'anno fino ai 40.
L'Occidente ci odia, I palestinesi non accennano a voler dialogare per ragggiungere un qualsiasi tipo di accordo. Ogni legge varata in Israele solleva lo sdegno del mondo che non dovrebbe interessarsene e dovrebbe pensare ai fattacci suoi.
Sembra impossibile che si riesca ad essere felici con tutti questi problemi ma ogni israeliano sa che non è solo, che ha dalla sua parte istituzioni funzionanti e un governo, qualunque esso sia, che si preoccupa del bene della popolazione. Il senso di solitudine non esiste perchè vi sono decine di organizzazioni che si occupano degli anziani, di farli partecipare alle festività anche se non hanno più parenti, che si occupano dei soldati senza famiglia che non sono mai lasciati soli.
Ogni israeliano sa che, se deve andare dal medico l'attesa è di qualche mezz'ora, per uno specialista di alcuni giorni. Sa che se non può uscire di casa è la sanità a raggiungerlo, sa che se si rompe una gamba e vive da solo arrivano le assistenti sociali e le badanti per tutto il tempo che gli serve e naturalmente gratis. Per gli anziani esistono servizi sanitari speciali, esistono i tablet tra paziente e medico che così possono interagire con molta facilità.
Parlo con cognizione di causa, non mi invento niente. Ognuno può scegliere l'assistenza sanitaria che preferisce e il costo è di circa 1000/1300 shekel all'anno, più o meno 300 euro.
Gli israeliani meritano la felicità, se la sono guadagnata lavorando duramente, quasi sempre in stato di guerra. Duemila anni di persecuzioni, 70 anni di guerra devono avere una contropartita perchè non si venga sopraffatti dalla disperazione e dallo sconforto. La contropartita è l'inguaribile ottimismo, il fatidico "ihiè beseder, andrà tutto bene", il non saper odiare, gli ebrei non odiano l'Europa, il più grande cimitero ebraico del mondo dove sono stati perseguitati e ammazzati e ancora non se ne vede la fine.
Gli israeliani non odiano i palestinesi, anzi alcuni vorrebbero persino dar loro le assurdità che chiedono pur di avere un'utopistica pace. La consapevolezza di dover fare sempre meglio senza mai adagiarsi nelle comodità raggiunte, sconfiggere la povertà che in certi settori della società ancora esiste. Così tra tanti problemi e tanti dolori ma con la fortuna di avere dalla nostra cuore, cervello e coraggio, siamo così arrivati al 5779 che non sarà purtroppo un anno di pace ma che porterà ancora più sicurezza, serenità e prosperità alla comunità.
Tutto quello che questo paese merita e che i nostri nemici vorrebbero toglierci per vederci sprofondare nell'inferno che ci augurano da sempre, rabbiosi, perchè abbiamo ampiamente dimostrato di saper uscire anche dall'inferno, più forti e ottimisti che mai.
Shanà Tova umetukà a tutti gli amici e ai lettori di informazionecorretta.

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Deborah Fait 
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"


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