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La Stampa - La Repubblica Rassegna Stampa
04.09.2018 Il presidente filippino Rodrigo Duterte a Gerusalemme: come trasformare i nemici in amici
Cronaca equilibrata di Giordano Stabile, contro Israele di Nicolò Delvecchio

Testata:La Stampa - La Repubblica
Autore: Giordano Stabile - Nicolò Delvecchio
Titolo: «Netanyahu riceve Duterte: 'Alleati contro il terrorismo' - Duterte in visita allo Yad Vashem tra le polemiche»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/09/2018, a pag.17, con il titolo "Netanyahu riceve Duterte: 'Alleati contro il terrorismo' ", il commento di Giordano Stabile; da REPUBBLICA, a pag. 13, con il titolo "Duterte in visita allo Yad Vashem tra le polemiche", il commento di Nicolò Delvecchio.

Mentre la cronaca di Giordano Stabile è equilibrata, non si può dire altrettanto di quella di Nicolò Delvecchio. Secondo Delvecchio, infatti, Benjamin Netanyahu avrebbe chiuso un occhio sui diritti umani e su passate dichiarazioni di Duterte a proposito di Hitler per trovare accordi importanti di vario genere (ma Repubblica - riprendendo pedissequamente Haaretz - si sofferma quasi esclusivamente sull'accordo che riguarda il commercio delle armi). Di conseguenza il pezzo è di disinformazione contro Israele. Senza contare che compito della diplomazia (Netanyahu è anche Ministro degli Esteri) intelligente e funzionante (e Bibi lo è in entrambi i casi) è quello di far sì che i 'nemici' la smettano di essere tali.  Che il commento di Rep sia, oltre che volgare anche ignorante, non stupisce.

Ecco gli articoli:

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Benjamin Netanyahu con Rodrigo Duterte

LA STAMPA - Giordano Stabile: "Netanyahu riceve Duterte: 'Alleati contro il terrorismo' "

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Giordano Stabile

Un capo di stato che si è vantato di essere «come Hitler» davanti ai volti delle vittime dell’Olocausto nel Vad Yashem, il Museo della Shoah di Gerusalemme. Così vuole la realpolitik. Il presidente filippino Rodrigo Duterte è uno dei leader più controversi al mondo, con una massiccia dose di folklore e battute a dir poco di cattivo gusto, ma con Israele ha costruito una alleanza di ferro contro il terrorismo islamista e nel campo della sicurezza e della tecnologia militare.

Le esternazioni sopra le righe sono quindi passate in secondo piano. Prima di partire per Gerusalemme, dove ieri ha incontrato il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha parlato a ruota libera con i giornalisti. Un reporter gli ha chiesto che cosa intendeva fare contro l’ondata di stupri a Manila. «Ci sono tante belle donne, è normale che ci siano anche tante violenze», è stata la risposta. In Israele, dopo aver reso omaggio alle vittime della barbarie nazista, ha poi precisato che si trattava soltanto di ironia e ha anche chiesto scusa per un’altra frase rimasta negli annali, quel «vai a quel Paese, figlio di puttana» che aveva rivolto all’ex presidente Barack Obama dopo essere stato criticato per le violazioni dei diritti umani.

Contro Isis e droga, con modi spicci
Obama gli sta antipatico, ha fatto capire. «Donald Trump è un mio amico – ha precisato –. Obama è invece un tipo freddo». Con Netanyahu s’intende e ha parlato soprattutto di affari. Il programma del viaggio prevede anche la visita ad aziende militari specializzate in apparecchiature elettroniche e missilistiche, forniture preziose per la lotta alla guerriglia islamista. Duterte ha stroncato l’insurrezione guidata dall’Isis nell’isola a maggioranza musulmana di Mindanao ma non ha ancora eliminato la minaccia nonostante i metodi spicci e le esecuzioni sommarie. Gli stessi usati contro il traffico di droga. Lui stesso ha rivelato di aver ucciso a sangue freddo uno spacciatore, a colpi di pistola, quando era nell’esercito.

Ma non c’è soltanto l’aspetto militare. È previsto un accordo per una concessione petrolifera nelle Filippine alla compagnia israeliana Ratio Petroleum e uno, molto sentito dall’opinione pubblica interna, per migliorare le condizioni degli immigrati filippini, 30 mila in Israele. D’ora in poi il datore di lavoro dovrà versare una cauzione di soli 800 dollari, più il costo del biglietto aereo. Centinaia di connazionali si sono radunati davanti all’hotel Ramada a Gerusalemme prima del suo arrivo. «È la prima volta che un presidente viene da noi. È molto criticato ma è un buon presidente, ha eliminato la droga», ha spiegato uno di loro.

LA REPUBBLICA - Nicolò Delvecchio: "Duterte in visita allo Yad Vashem tra le polemiche"

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Rodrigo Duterte a Yad Vashem

La visita in Israele di un capo di Stato famoso per essersi paragonato, in passato, ad Adolf Hitler sarebbe stata difficile da pensare fino a qualche tempo fa. Invece, nonostante le dure proteste di attivisti per i diritti umani e dell’opposizione, la trasferta israeliana del presidente filippino Rodrigo Duterte ha lasciato soddisfatte sia Tel Aviv sia Manila, che hanno firmato importanti accordi soprattutto in merito al commercio di armi. A gettare acqua sul fuoco sulla prima, storica visita di un leader filippino in Israele ci aveva pensato sin da subito Benjamin Netanyahu, sottolineando il ruolo fondamentale del Paese asiatico nella protezione dei profughi ebrei durante la Shoah e nel riconoscimento dello Stato di Israele nel 1947. Duterte, in visita al memoriale dello Yad Vashem a Gerusalemme, ha definito Hitler «un pazzo», augurandosi che tragedie come l’Olocausto non si ripetano più. Il "ravvedimento" non ha però intenerito i critici: Haaretz ha duramente attaccato la visita allo Yad Vashem «di un ammiratore di Hitler», simbolo di come Israele sia «pronto a chiudere gli occhi sulle violazioni dei diritti dell’uomo da parte di dirigenti mondiali sull’altare dei contratti di difesa e di vendita delle armi». Peraltro, proprio in coincidenza con la visita di Duterte, la radio pubblica Kol HaMusica si è dovuta scusare con i propri ascoltatori per aver trasmesso per errore Il crepuscolo degli dei di Richard Wagner, autore dichiaratamente antisemita di cui il Führer era un grande ammiratore.

La visita in Israele di un capo di Stato famoso per essersi paragonato, in passato, ad Adolf Hitler sarebbe stata difficile da pensare fino a qualche tempo fa. Invece, nonostante le dure proteste di attivisti per i diritti umani e dell’opposizione, la trasferta israeliana del presidente filippino Rodrigo Duterte ha lasciato soddisfatte sia Tel Aviv sia Manila, che hanno firmato importanti accordi soprattutto in merito al commercio di armi. A gettare acqua sul fuoco sulla prima, storica visita di un leader filippino in Israele ci aveva pensato sin da subito Benjamin Netanyahu, sottolineando il ruolo fondamentale del Paese asiatico nella protezione dei profughi ebrei durante la Shoah e nel riconoscimento dello Stato di Israele nel 1947. Duterte, in visita al memoriale dello Yad Vashem a Gerusalemme, ha definito Hitler «un pazzo», augurandosi che tragedie come l’Olocausto non si ripetano più. Il "ravvedimento" non ha però intenerito i critici: Haaretz ha duramente attaccato la visita allo Yad Vashem «di un ammiratore di Hitler», simbolo di come Israele sia «pronto a chiudere gli occhi sulle violazioni dei diritti dell’uomo da parte di dirigenti mondiali sull’altare dei contratti di difesa e di vendita delle armi». Peraltro, proprio in coincidenza con la visita di Duterte, la radio pubblica Kol HaMusica si è dovuta scusare con i propri ascoltatori per aver trasmesso per errore Il crepuscolo degli dei di Richard Wagner, autore dichiaratamente antisemita di cui il Führer era un grande ammiratore.

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