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Come hanno affrontato ieri i nostri grandi e potenti mezzi d'informazione le elezioni israeliane ? Più che la curiosità è l'esperienza che ci spinge a verificare quanto hanno scritto Il Sole24ore, Corriere della Sera, Repubblica e Stampa, tanto per citarne i maggiori. Conoscendo la loro abituale equidistanza nei confronti della questione israelo-palestinese vediamo come si sono comportati. Cominciamo dal quotidiano della Confindustria. Due articoli su mezza pagina,della quale più della metà dedicata ad una intervista con Abu Ala,al quale ovviamente non sono piaciuti i risultati. "Così non si arriva alla pace",titola Il Sole,dimenticandosi di chiedere al vice di Arafat perchè quella di Oslo sia fallita e per colpa di chi. Anche la cronaca è di Ugo Tramballi,che conferma la sua posizione pregiudiziale stabilendo che "Sharon non riuscirà a formare un governo stabile e credibile". Passi stabile, ma perchè,visto che l'hanno eletto, non riuscirà a formare un governo credibile ? Aggiunge Tramballi " Non è stata una prova di fiducia ma di ansietà". Povero Sharon, per rendere il clima sereno doveva perdere, così Tramballi era meno ansioso. Non è da meno il Corrierone, che in prima pagina titola il commento di Antonio Ferrari "Trionfo amaro". Amaro per chi ? Certamente per chi ha perso, ma perchè deve essere amaro per Sharon che ha vinto ? Malgrado le diverse possibili coalizioni, Ferrari sentenzia che per Sharon è possibile solo l'alleanza con "l'estrema destra e i partiti religiosi". Balle, non sarà facile ma è possibile anche quella laica di centro-sinistra, con Shinui e laburisti se ci stanno. I numeri ci sono,eccome. Ma Ferrari sa contare a modo suo, tutto preso com'è a definire Sharon "vincitore dimezzato". Anche qui Ferrari dimostra un eccezionale strabismo. Era corretto scrivere raddoppiato invece che dimezzato, visto che il likud non ha dimezzato i voti ma li ha raddoppiati. Peccato che Ferrari non se ne sia accorto. Repubblica con Bernardo Valli ha scambiato gli israeliani per della gente come minimo alterata nella testa. Sharon avrebbe vinto non per un insieme di valutazioni che hanno spinto gli elettori a votarlo ma perchè gli israeliani avrebbero voluto votare Mitzna, ma il suo programma non era convincente, per cui, pur non essendo d'accordo con la politica di Sharon hanno finito per votarlo lo stesso sperando però che realizzi il programma dell'avversario laburista. Chiedo scusa ai lettori per il labirinto pirandelliano nel quale li ho coinvolti, ma Valli ha sostenuto proprio quanto ho scritto. Naturalmente Repubblica aggiunge "E ora Israele occuperà la striscia di Gaza". Non fa mai male ricordare quanto Israele non aspetti altro che " mostrare i muscoli e stringere la morsa". La Stampa, alla quale va riconosciuto il merito di avere come editorialista l'eccellente Fiamma Nirenstein, non può scostarsi dalle posizioni pregiudizialmente ostili che caratterizzano la redazione esteri. In cima alla pagina che contiene i servizi sulle elezioni campeggia a nove colonne"I risultati del voto in Israele sembrano allontanare ulteriormente le speranze di pace". E perchè ? Perchè non dovrebbe riuscire a Sharon quello che non fu possibile a Barak ? Non ha ripetuto fino alla nausea di essere pronto anche a pesanti sacrifici pur di ottenere la pace ? I sapientoni degli esteri della Stampa leggono oltre alle agenzie anche i fondi del caffè ? Ce lo dicano oppure abbiano almeno il pudore del saper attendere che Sharon formi il suo governo per esaminarne il programma. E.soprattutto,vedere con chi lo fa. Sempre sulla Stampa, Igor Man relegato con un breve commento nelle pagine interne, recita l'usuale litania di Rabin che non c'è più, mentre al suo posto ci sono i cattivoni del Likud. La tesi del suo pezzo è che la vittoria del likud allontana la pace (ecco da chi la redazione esteri si ispira per titolare le pagine !). E'un peccato che gli illustri corsivisti degli importanti quotidiani citati non abbiano sentito l'intervento che Sharon ha fatto in televisione subito dopo che la vittoria del Likud era certa. Avrebbero sentito un capo di governo tutt'altro che osannante alla vittoria appena conseguita. Niente boria, niente piglio militare.Con parole pacate Sharon ha ricordato agli israeliani quanto sia indispensabile l'unità di tutto il popolo ebraico in un momento così grave come l'attuale, e quante volte abbia citato nel suo intervento Itzak Rabin, quasi un segnale ai laburisti, con o senza Mitzna, per invitarli a partecipare ad un governo di coalizione. L'esatto contrario di quanto hanno scritto Tramballi,Ferrari,Valli e Man. Ma Sharon è un cattivo per definizione, anzi "boia", come scrivono sui muri i nostri delicati pacifisti. Chissa mai su quali giornali si informano. |
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