Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/09/2018, a pag. 13 con il titolo "'Non collabora contro i taleban': tagliati i fondi per il Pakistan", il commento di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
In verde, il Pakistan
Il Pentagono taglia i fondi al Pakistan, e cambia il comandante delle forze in Afghanistan. Una doppia mossa, che da una parte dimostra l’insofferenza verso Islamabad per la scarsa collaborazione nella lotta contro i taleban, e dall’altra segnala l’accelerazione della nuova strategia a Kabul, per contrastare i terroristi e puntellare il governo, nella speranza di trovare una soluzione politica alla guerra più lunga combattuta dagli Usa.
Dal 2002 ad oggi, il Pakistan ha ricevuto 33 miliardi di dollari dagli Stati Uniti. Di questi, 14 fanno parte dei Coalition Support Funds, soldi che Washington ha dato agli alleati coinvolti nella lotta al terrorismo dopo gli attentati di Al Qaeda nel 2001. Si tratta di fondi gestiti dal Pentagono, che quindi può assegnarli come crede. Nei giorni scorsi il segretario alla Difesa Mattis ha deciso di congelare l’ultima rata da 300 milioni, perché a suo giudizio Islamabad non ha fatto abbastanza per contrastare i militanti islamici che spesso finiscono a combattere con i taleban. All’inizio dell’anno il Congresso aveva già bloccato 500 milioni, e quindi il totale trattenuto nel 2018 è salito a quasi un miliardo. Il Pakistan, o alcuni apparati dei suoi servizi segreti, sono sempre stati accusati di aver aiutato Al Qaeda, e lo stesso Bin Laden aveva trovato rifugio nel Paese. Ora il sospetto è che questa collaborazione continui, chiudendo un occhio sulle attività dei talebani, o sostenendoli con aiuti e ospitalità oltre il confine per raggruppare le truppe.
Avvicendamento in Afghanistan
Il nuovo premier Imran Khan ha detto che vuole un rapporto reciprocamente vantaggioso con gli Usa, ma è arrivato a minacciare l’abbattimento dei droni americani, se voleranno senza il suo permesso. Mattis ha determinato che il suo aiuto non era sufficiente a giustificare i finanziamenti, e quindi li ha sospesi, proprio alla vigilia della visita del segretario di Stato Pompeo e del capo degli Stati Maggiori Dunford, mentre il governo attraversa una fase di difficoltà economiche. Se Islamabad cambierà linea, i fondi potranno essere immediatamente riattivati. Le pressioni sul Pakistan arrivano mentre il generale Austin Miller prende il posto di John Nicholson come comandante delle forze in Afghanistan. Miller aveva combattuto in Somalia durante gli scontri raccontati nel film «Black Hawk Down» e ha fatto tutta la carriera nelle forze speciali. È l’uomo adatto a gestire la nuova strategia che prevede azioni dirette solo per colpire i terroristi, e assistenza agli afghani affinché tengano in piedi il governo. La speranza è che la determinazione Usa a non ritirarsi convinca i taleban a negoziare un accordo di pace con l’esecutivo di Kabul.
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