Fatah e Hamas: riconciliazione o divorzio?
Analisi di Mordechai Kedar
(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)
Condividere la legge islamica significa distinguere tra talak raji, un divorzio revocabile che può essere annullato e talak baan , un divorzio definitivo che non lo può più essere. Gli esperti di diritto islamico hanno familiarità con i conflitti tra d coniugi, possono essere sanati, oppure si prende atto quando non ci sono speranze di riconciliazione. Un modo per percepire la situazione tra una coppia è quello di ascoltare ciò che dicono l'uno dell'altra e di prestare una attenzione particolare a ciò che si dicono, e anche da quel quel che non viene detto.
Fin dal momento in cui Hamas aveva preso il controllo della Striscia di Gaza nel 2007, più di 11 anni fa, chi scrive aveva già affermato che tra Fatah e Hamas, - ovvero tra i leader dell’Autorità Nazionale Palestinese con il loro Presidente Mahmoud Abbas da un lato e Khaled Meshaal, Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar, i leader di Hamas dall’altro - il divorzio era definitivo.
Tutti i tentativi degli arabi palestinesi, degli egiziani e dei giordani di raggiungere una riconciliazione tra le due parti sono miseramente falliti e continueranno ad esserlo. Se le parti dovessero mai arrivare ad un accordo, si tratterà di un accordo firmato, ma non di una riconciliazione.
Numerose sono le ragioni che rendono impossibile un compromesso tra i due movimenti, poichè coinvolgono ogni aspetto della vita araba palestinese. Ideologicamente, Hamas è il ramo palestinese della Fratellanza Musulmana (FM), un'organizzazione che si oppose con veemenza al nazionalismo, all'inizio del XX secolo diffuso nel mondo arabo. La FM vede il nazionalismo come un tradimento dell'Islam, perché i nazionalisti credono che la nazione sia più importante della fede religiosa, non importa se sei musulmano, cristiano, druso, alawita o un membro di qualsiasi altra religione.
I "Fratelli", al contrario, credono che "Allah è il nostro unico scopo, il profeta è il nostro modello, il Corano è la nostra costituzione,la Jihad è il nostro modo di vivere, e morire per Allah è la nostra più speranza più sublime”.
Le considerazioni nazionaliste sono relative e soggette a cambiamenti col variare delle condizioni, mentre le considerazioni religiose restano fisse, assolute e sottoposte solo alla parola eterna dell’Onnipotente.
Fatah, movimento nazionalista, aggiorna le sue posizioni in linea con le possibilità pratiche. Quando fu fondato verso la fine degli anni '50, l'obiettivo dichiarato era quello di distruggere Israele, le cui linee di confine armistiziale erano state fissate alla fine della Guerra d'Indipendenza (1948), mentre oggi afferma di accettare Israele entro quei confini, rivendicando le aree conquistate da Israele nel 1967 (Giudea e Samaria).
Per Hamas, al contrario, lo Stato di Israele non deve esistere. Il punto di vista di Hamas deriva da un triplice approccio dell'Islam:
1. L'era del giudaismo è finita (din batal) e quindi non c'è bisogno di uno Stato
2. Gli ebrei non sono una nazione, ma diverse comunità che fanno parte degli Stati in cui si trovano, per cui non hanno bisogno di uno Stato tutto loro. Possono vivere come dhimmi sottomessi al dominio dell’Islam se si trovano in uno stato islamico.
3. La Palestina è sacra per i musulmani di tutto il mondo e nessuno ha il diritto di darne una parte agli ebrei.
Fatah e Hamas si trovano quindi ideologicamente su due fronti, senza alcuna possibilità di accordo. Il massimo che può avvenire è un'agenda comune che permetta loro di costruire un quadro ampio e flessibile che possa coinvolgere entrambe le parti. Questo, naturalmente, dipende dalla buona volontà e dalle capacità dei loro leader e dai punti su cui accordarsi.
Se si guarda alla storia delle due organizzazioni, a partire dalla fondazione del movimento di Hamas nel 1987, si osserva un numero molto esiguo di casi in cui entrambe le parti hanno concordato un quadro comune.
Infatti, per oltre trent'anni, i due gruppi hanno lavorato separatamente, rimanendo sempre ostili. Neppure il loro odio condiviso per Israele né il comune desiderio di distruggere lo Stato ebraico, che avrebbero dovuto riunirli, sono riusciti a conciliare le due parti.
Le profonde differenze culturali tra le due entità sono diventate chiare a tutti quando hanno firmato un accordo di riconciliazione nel 2017. Nelle foto, i rappresentanti di Fatah e dell’ Anp indossano abiti sportivi e cravatta, mentre i delegati di Hamas no. La ragione della differenza è semplice: Fatah e l'Autorità Palestinese stanno cercando di costruire un'immagine occidentale moderna per se stessi, mentre Hamas rifiuta di essere influenzato dalla cultura occidentale, che ritiene essere l'antitesi dell'Islam. Questa è un'altra ragione per cui l'accordo è stato debitamente firmato, ma non ha dato luogo ad alcuna riconciliazione.
Esaminiamo ciò che le due parti dicono in pubblico per capire quali sono le loro vere posizioni. Mentre sto scrivendo, il sito web di informazioni sulla Palestina affiliato ad Hamas, ha come argomento principale la storia del bambino di Gaza che è morto perché il Ministero della Salute dell'Autorità Palestinese ha rifiutato di concedere i 30.000 dollari necessari per un intervento medico che avrebbe potuto salvargli la vita. È accompagnato da una fotografia chiara, non sfocata, del bambino mentre era ancora vivo. Il suo messaggio è che l'Anp, non solo Israele, è responsabile per i bambini che muoiono a Gaza. Sullo sfondo c’è la corruzione degli alti funzionari dell'Autorità Palestinese: è implicito che la dirigenza dell'Anp ha preferito tenere nei suoi conti bancari in Svizzera i molti milioni che ha rubato dai fondi pubblici, piuttosto che spendere una somma insignificante per salvare la vita di un bambino palestinese .
Nell'aprile del 2017, un membro del Consiglio legislativo palestinese di Hamas, Marwan Abu Ras, di fronte alle telecamere, ha dichiarato quanto segue (le mie aggiunte tra parentesi, MK): "Se veramente Abbas non desidera arrivare a un accordo su Gaza, si astenga dall’esigere delle tasse. Loro (i membri dell’Anp) ci dicono che dobbiamo scegliere: o ci assumiamo la totale responsabilità di Gaza (cioè gestirla da soli senza alcun aiuto dell’Anp) o la abbandoniamo del tutto (lasciando che l'AP gestisca ogni aspetto della nostra vita).
Ok signore (Abbas), noi sceglieremo il controllo totale di Gaza, ma perché allora pretendete i nostri soldi? (le tasse che Israele raccoglie e trasferisce all'Autorità Palestinese in seguito all'Accordo di Parigi del 1995). Perché vi tenete i soldi che provengono dai Paesi che lo donano a Gaza? C'è un coro mediatico menzognero (Anp) che fabbrica bugie ad uso del popolo (palestinese) e per le nazioni (arabe e islamiche), falsifica i fatti ... per corruzione (economica) hanno adottato posizioni sovversive nei confronti di questa nazione ".
"Abbas si è posto ai massimi livelli del tradimento e della collaborazione (con i sionisti), ha definito la sua stessa eliminazione e quella delle sue idee (politiche) e ha abbandonato il nostro popolo e la nostra causa, tutto ciò che fa è impegnarsi in tradimento e collaborazione con il nemico. Abbas deve essere portato davanti al tribunale del popolo, a norma di legge, nel centro di Gaza e gli sarà annunciata la sua condanna a morte per impiccagione di fronte alla sua gente, perché lui è il peggior traditore che la causa palestinese abbia mai conosciuto. "
Anche l'Autorità Palestinese non usa mezzi termini quando parla di Hamas. Nel marzo del 2018, sono venuti nella Striscia di Gaza Rami Hamdallah, Primo Ministro dell'Anp, e Majed Faraj, capo del servizio di sicurezza. Proprio quando sono entrati nella Striscia una bomba è esplosa vicino alla loro auto e li ha leggermente feriti. Abbas ha risposto dicendo: "Questo merita una risposta. Ecco perché quando Hamas dice "stiamo investigando" o “non investigando” noi (la Anp) diciamo " non abbiamo bisogno delle vostre indagini e informazioni, noi sappiamo bene che dietro lo spregevole attentato c’è Hamas".
E’ significativa l’affermazione di Abbas, secondo cui l'omicidio politico è nato con Hamas, è ne è parte integrante del suo patrimonio genetico. Storicamente questo è falso, perché ci sono stati omicidi politici prima che Hamas prendesse il controllo di Gaza, uccidendo decine di addetti alla sicurezza dell'Anp.
La dichiarazione di Abbas deriva da una esperienza personale: visitò Gaza nell'aprile del 2007 e rimase miracolosamente indenne durante un attentato, in cui una delle sue guardie del corpo morì colpito alla testa da un proiettile.
Nel 2014 era lui ufficialmente il Presidente di Gaza, di Giudea e Samaria, quando i terroristi di Hamas sterminarono oltre 30 persone in una moschea di Rafiah.
I portavoce dell'Anp hanno accusato Hamas di tradire la causa palestinese dividendo il territorio in due - Gaza e la "Cisgiordania" - regalando a Israele una scusa permanente per rifiutare l’ accettazione di uno Stato arabo palestinese ( che presto si trasformerà in Hamastan in Giudea e Samaria, come già è avvenuto a Gaza).
Hamas accusa l'Autorità Palestinese di fingere di volere la riconciliazione solo per ottenere il controllo degli armamenti e consegnarli a Israele, anche se queste armi hanno lo scopo di liberare la Palestina. In un qualsiasi accordo, Hamas si oppone con veemenza alla consegna dei propri dispositivi di difesa a Gaza, ritenendo che per la cooperazione sulla sicurezza in corso tra Israele e l'Anp si arriverà a distruggere l'arsenale dei propri missili, dare informazioni a Israele sui tunnel e possibilmente distruggerli d’accordo con Israele.
Il significato della riconciliazione arabo palestinese prevede che Hamas rinunci a tutti gli arsenali militari che ha raccolto per anni; gli rimane la sola speranza di vincere le prossime elezioni legislative palestinesi.
Sfortunatamente, Hamas ricorda bene quello che accadde quando vinse la maggior parte dei seggi nelle elezioni politiche del 2006. Vinse, instaurando un governo con ministri di sua scelta, decisione respinta dall’Anp che si rifiutò di lasciare gli uffici che gli appartenevano prima della sconfitta elettorale.
Hamas teme che questo scenario si ripeta.
In conclusione, c'è troppo sangue cattivo nelle vene del conflitto Hamas-OLP, troppe vendette personali, ideologiche, religiose e culturali che impediscono a entrambe le parti di trovare un terreno comune su cui costruire un consenso. Chiunque parli di un accordo di riconciliazione nel prossimo futuro, ignora la portata del profondo divario che separa le due parti. E’ quando avevo già scritto dopo che Hamas aveva assunto il controllo di Gaza nel 2007, quando dissi che ogni riconciliazione valeva il costo della carta su cui era scritta. Solo in un lontano futuro sapremo se questo cambiamento ideologico e culturale si potrà realizzare.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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