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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Un conflitto da affrontare adesso 30-12-2002
Caro direttore,

consentimi alcune osservazioni sul tuo editoriale nel quale avanzi forti dubbi sulla legittimità di un attacco all'Iraq di Saddam Hussein.

Che la pace sia meglio della guerra è una verità che nessuno contesta.Per questo,chi ama la pace veramente,ne fa un uso quanto mai discreto ed evita certe compagnie di giro. Ma ci sono anche guerre che, se affrontate al momento giusto, possono risparmiarcene altre di molto peggiori.

Sto pensando alla seconda guerra mondiale. Se le democrazie occidentali, quello che un tempo si chiamava il mondo libero, avessero dichiarato guerra a Hitler nel '38, quando era chiaro a chiunque che le mire espansionistiche della Germania non si sarebbero fermate di fronte a nessun trattato, ci sarebbe stata sì una guerra preventiva -così come oggi viene minacciata a Saddam Hussein- ma imparagonabile a quella che Hitler stava programmando a tavolino.

Ci sarebbero stati molti morti, ma in un numero del tutto imparagonabile a quelli prodotti dalla guerra che di lì a poco sarebbe davvero scoppiata. Anche allora il mondo gioiva nel vedere Hitler mentre firmava trattati di pace. Peccato che Hitler mentisse, e che considerasse i documenti che firmava pezzi di carta privi di valore. Esattamente come Arafat e compagni oggi.

Con il senno di poi, possiamo oggi dire che fare la guerra alla Germania nel '38 avrebbe evitato quell'immane sterminio che è stata la seconda guerra mondiale ? Di sicuro sì.

Sto anche pensando agli osservatori dell'ONU, che girano e girano ma non trovano mai niente. Non ti viene il sospetto che l'incarico che gli è stato affidato dall'ONU non sia altro che una delle tanto famose risoluzioni di quel consesso, diretto e governato dal voto di tutti queli paesi a maggioranza islamica o terzomondista ? Non ti dicono niente tutte le condanne che Israele ha subito in cinquant'anni dall'ONU e mai una strizzatina sulla guancia a quegli stati che praticano torture,lapidazioni,infibulazioni,amputazioni ma hanno sullo stato ebraico il vantaggio di essere nemici dell'America e quindi - di diritto- appartenenti a quel mondo che oggi è tanto di moda coccolare invece di giudicare come si dovrebbe ?

Anche durante la seconda guerra mondiale la Croce Rossa Internazionale, in risposta a quanti chiedevano di sapere cosa capitava in quelli che Hitler chiamava "campi di lavoro", aveva organizzato una serie di osservatori, proprio come fa l'ONU oggi. E proprio come oggi, anche allora gli osservatori della Croce Rossa andavano a Theresienstadt e negli "campi" e riferivano che le baracche erano pulite, la pittura era fresca e che il cibo era discreto. Persino gli "ospiti" erano in buona salute. Peccato che Hitler gli facesse vedere solo quella messinscena preparata apposta per doveva "osseravre" e poi riferire.

Ti ricordo che già una volta Saddam Hussein ha invaso uno stato. il Kuweit, per pure mire espansioniste, e che se oggi non ha ancora un reattore nucleare è solo grazie al fatto che Israele, con una azione preventiva, gli ha impedito di costruirlo qualche anno fa bombardandolo. Anche allora il "mondo" levò alte grida contro Israele, mentre oggi sappiamo che avrebbe dovuto subito dirgli grazie.

Sto anche pensando a quei rapporti dell'intelligence israeliana che segnalano un passaggio di armi batteriologiche e di varia distruzione di massa che l'Iraq sta facendo passare in Siria per armare i gruppi terroristici islamici. Anche questo non desta preoccupazione ?

Per non dire degli stretti legami che esistono fra Iraq e terrorismo internazionale alla Bin Laden. Con la scusa della Palestina è in atto una guerra globale contro l'occidente e i suoi valori. E qui non c'è nemmeno bisogno di andare a cercarne le prove.Potremmo guardare persino con più attenzione anche in casa nostra, come dimostrano tutte le inchieste sul terrorismo islamico ed i suoi complici nel nostro paese.

Non ti sembrano elementi sufficienti per premunirci di fronte al pericolo di una terza guerra mondiale ? Uno scenario tutt'altro che futuribile, se prendiamo per buoni tutti gli studi che in questi anni sono usciti dai centri studi americani e che i nostri editori si sono ben guardati dal tradurre, presi come sono dai vari Hosbsbawn, Chomski e C.,e tutti quegli altri intellettuali che sembrano fatti con lo stampino, tanto sono identici ai loro consimili che sostenevano le stesse posizioni negli anni '30. L'URSS era un paese socialista, ricordi ?, dove si realizzava la piena uguaglianza, i gulag non sapevano nemmeno che esistessero. Viaggiavano per quell'immenso paese e non vedevano nulla. Con Hitler parlarne bene era un po'più difficile,l'aveva già detta tutta nel "mein kampf", ma anche con lui l'illusione pacifista non perdeva un colpo. Chi mai ha sostenuto che bisognava dichiarare per primi guerra alla Germania nazista ?

Siamo franchi: oggi soltanto l'America e Israele, due paesi che combattono davvero contro il terrorismo, hanno le idee chiare su come vada affrontato. Dichiarandogli guerra, appunto, e classificando quali complici tutti quegli stati che in qualche modo lo assecondano. Lasciamo alle autorità religiose svolgere il loro compito, che parlino di pace,che la invochino,che mandino benedizioni a destra e a manca e che si pronuncino contro la guerra. E'il loro mestiere.

Compito di uno stato democratico è difendere la democrazia, combattendo se necessario. A meno che sotto a tanto pacifismo non si insinui un ragionamento che di questi tempi ho avvertito da più parti, che l'America in fondo se l'è meritata perchè si è sbilanciata troppo dalla parte di Israele, come se riconoscere nello stato ebraico un alleato e negli stati totalitari un nemico non fosse peculiare ad una democrazia.

Questo continuo riferirsi ad Israele anche quando non c'entra niente, questo richiamarsi alla Palestina quando niente è più lontano dai reali interessi di un Saddam Hussein o di un Bin Laden delle condizioni dei palestinesi, non vorrei nascondesse un neanche poi velato antisemitismo, che è proprio di una destra sociale, sempra dalla parte degli arabi contro Israele (basta leggere Linea,il giornale del MSI),o di un pensiero anarco-liberista, ma di fatto talmente ostile a Israele da essere allineato nella condanna all'intervento contro l'Iraq portando a giustificazione le "colpe" di Israele. Per non parlare dell'ossessione anti-Israele dell'informazione di casa nostra. Come La Repubblica, che è arrivata a scrivere addirittura il falso (21.12 sul supplemento Donna) attribuendo ai soldati israeliani l'uccisione del sacrestano della basilica della natività durante l'assedio. Come si sa nessun sacrestano è mai morto per mano israeliana,come sostenevano i palestinesi. Di più, il "morto" è ricomparso vivo e vegeto dopo che gli occupanti di Arafat se ne sono andati.

Ma tant'è, si ha quasi l'impressione che il "grande satana" sia diventato Israele al posto dell'America.

Come vogliamo chiamarlo, caro direttore, se ci aggiungiamo l'insegnamento all'odio e l'invito ad uccidere che l'islam fanatico sta diffondendo nel mondo intero contro gli ebrei ? A dire il vero si ammazzano anche i cristiani ma, come per gli ebrei, sembra che non sia una notizia.

Da che mondo è mondo i pacifisti non hanno mai impedito un bel niente. Anzi, puntuale è poi sempre arrivata una guerra ancora più devastante. Pensarci per tempo è invece saggio. E' quello che ci chiedono Bush, Blair, Sharon. persone diverse fra loro, ma unite da una comune volontà: far prevalere i valori del mondo occidentale e della democrazia. In sostanza i valori della modernità, contro chi ci vorrebbe ancora al medio evo.






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