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Avvenire-Il Foglio-La repubblica Rassegna Stampa
30.08.2018 Iran, come lo descrivono tre testate: Avvenire, Foglio,Repubblica,
Conoscere per giudicare

Testata:Avvenire-Il Foglio-La repubblica
Autore: La redazione, editoriale,Gabriele Rizzardi
Titolo: «Pronti a colpire obiettivi iraniani-»

Riprendiamo oggi,30/08/2018, da tre testate, diverse scelte su come rappresentare la realtà iraniana, preceduti da nostri brevi commenti.

Avvenire-" Pronti a colpire obiettivi iraniani"

Israele che minaccia, non che si difende dalla minacce  dell'Iran. E' questa la linea del quotidiano dei vescovi italiani. Buona la citazione di Netanyahu " «Chi ci minaccia di distruzione - ha insistito il premier - pone se stesso in pericolo». Andava messa nel titolo, ma con Avvenire sarebbe pretendere ciò che non può dare: correttezza dell'informazione.

Gerusalemme. Israele ha ribadito le sue minacce di attaccare obiettivi militari iraniani in Siria e postazioni dell'esercito siriano. La notizia giunge dopo che martedì è stato annunciato un accordo di cooperazione militare fra il regime di Bashar al-Assad e Teheran, in base al quale consiglieri militari iraniani resteranno in Siria al termine della guerra che va avanti nel Paese dal 2011. L'Iran fornisce sostegno politico, finanziario e militare al regime siriano. «L'accordo fra Assad e l'Iran costituisce un test per Israele: la nostra reazione sarà chiara e netta. Non permetteremo all'Iran di stabilirsi militarmente in Siria», ha detto il ministro israeliano dell'Intelligence, Yisrael Katz. «Reagiremo in Siria con tutta la nostra potenza contro ogni obiettivo iraniano che minaccerà Israele e, se la difesa antiaerea siriana interviene contro di noi, ne pagherà il prezzo», ha aggiunto. Chiaro anche Benjamin Netanyahu: «Chi ci minaccia di distruzione - ha insistito il premier - pone se stesso in pericolo».

Il Foglio-Editoriale: " Togliete Twitter ad Ahmadinejad"

 Curioso, con tutti gli argomenti seri - e attuali- il Foglio recupera Ahmadinejad, scomparso da anni dalla vita politica iraniana, con una storia che meritava un approccio approfondito sul controllo dell'informazione nel regime degli ayatollah. 

L'ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha fatto sapere a tutto il mondo via Twitter che lui tiene molto a dedicare una parte della sua giornata a Twitter (anche se non segue nessuno: scrive e basta). L'annuncio è molto interessante perché il falco iraniano, che era salito al potere grazie alla sua fama di incorruttibile e fanatico ex pasdaran, finge di non sapere che ai normali iraniani usare Twitter è proibito - e lo stesso vale per molti altri social media - perché le comunicazioni facili alimentano lo scontento popolare. Anche Ahmadinejad partecipa al doppio regime che fa imbestialire le piazze iraniane: da una parte i membri dell'establishment, che possono fare quello che vogliono, e dall'altra gli iraniani comuni che lottano in condizioni economiche molto peggiori rispetto all'anno scorso per mettere assieme il pranzo con la cena. Questo doppio regime è odioso. I rampolli delle famiglie del potere mettono su Instagram foto che farebbero arrabbiare la gente pure nei paesi occidentali - party, piscine pazzesche, champagne, moto d'acqua - figuriamoci l'effetto che fanno sugli iraniani che vedono il valore dei loro rial svanire nel nulla a ritmi quasi venezuelani. Ahmadinejad intanto usa Twitter per polemizzare contro i francesi che proibiscono alla tennista Serena Williams di indossare un completo sportivo molto fasciante agli Open di Francia. Dimentica, il falco, che se una donna indossasse quel vestito in Iran sarebbe arrestata. I social sono fatti per farci sembrare più scemi, ma l'ex presidente esagera.

La Repubblica-Gabriele Rizzardi:" Khamenei alla UE 'pronti a lasciare l'accordo nucleare'

 Decisamente patetico il tentativo di Repubblica di presentare come una seria scelta politica quella di Khamenei di 'ritirarsi' dall'Accordo sul nucleare firmato dal duo Obama/Mogherini nel 2015. Povero Iran, sembra dire Repubblica, a quale umiliazione lo ha costretto il cattivo Trump impedendogli di costruire l'arma nucleare.

L'annuncio arriva dalla guida suprema dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei. Il governo di Teheran è «pronto» a ritirarsi dal l'accordo del 2015 sul nucleare se necessario. «L'accordo non è l'obiettivo, è solo un mezzo. Se raggiungeremo la conclusione che non è più di interesse nazionale lo metteremo da parte» ha detto Khamenei in una riunione con il governo. Tattica? Di certo un messaggio all'Europa. L'accordo sul nucleare è stato infatti denunciato a maggio dall'Amministrazione Trump che ha anche introdotto nuove sanzioni contro l'Iran, in vigore da novembre. Gli europei, che hanno piccolo spazio di manovra, stanno cercando di salvare l'accordo ma il governo iraniano «non può metterci troppa speranza» ha ripetuto il leader supremo. «Dobbiamo valutare le loro promesse partendo dallo scetticismo». L'Iran, insomma non si aspetta molto.

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