Tagliare i fondi al terrorismo palestinese e al terrorismo dell'Iran. Onore a Donald Trump
Commento di Antonio Donno
Il presidente americano Trump ha deciso di tagliare altri 200 milioni di dollari destinati ai palestinesi della Cisgiordania e di Gaza. Ciò si viene ad aggiungere ai sostanziosi tagli già apportati agli aiuti in denaro destinati a varie Autorità delle Nazioni Unite. Questo risparmio sarà destinato ad altre iniziative interne all’economia americana.
La politica di Trump diretta a stringere i cordoni della borsa a favore dei palestinesi ha una sua logica. Prima di tutto, una buona parte di quei denari finivano, come è ben noto, nelle tasche dei dirigenti palestinesi; è ben noto che alcuni di essi godano di conti in banca molto notevoli, certamente non derivati dal loro indefesso impegno lavorativo quotidiano, bensì scaturiti dal loro lavorio continuo presso la comunità internazionale per ottenere sempre maggiori fondi per la causa.
Probabilmente, sarà l’Unione Europea a rimpiazzare i fondi ritirati da Trump, ma questo gioco alla sostituzione non potrà continuare per molto tempo. I dirigenti palestinesi commentano con ironia la mossa di Trump, sapendo bene di poter contare su Mogherini e soci, ma si sa bene che le condizioni di vita dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania sono gravi, non per colpa di Trump, ma per il fatto che la massa enorme di danari provenienti dall’esterno è impiegata, per la gran parte, per incrementare l’arsenale bellico da utilizzare contro Israele. Questa politica palestinese va avanti da decenni, senza alcun risultato. L’apparato bellico di Israele è tanto più forte di quello palestinese da non lasciare adito ad alcuna speranza. Eppure, nonostante questa evidenza, il terrorismo palestinese si illude che, con il trascorrere del tempo, esso avrà ragione di Israele. Tale illusione ormai si nutre di vero e proprio fanatismo, il quale porta da tempo la dirigenza palestinese a compiere errori politici che si riverberano puntualmente sulle condizioni di vita della gente.
Benché Trump sia accusato dalle anime belle pro-Palestina di voler affamare il popolo palestinese, esse sanno bene come sia speso il profluvio di denaro che va nelle case dei terroristi di Gaza e di Cisgiordania. Sono ipocriti fino al midollo, antisemiti di nuova generazione, gente senza scrupoli morali, che plaude alla morte violenta di ogni palestinese, perché quella morte è utile alla lotta contro Israele. L’antisemitismo odierno è uno degli ingredienti principali dell’anti-occidentalismo di molti occidentali, provenienti dalle file dei terzomondisti, degli anticapitalisti, dei filo-terroristi.
Crollato il comunismo e la speranza di una nuova era per l’umanità, l’odio di sé si è spostato all’interno stesso dei valori occidentali, per distruggerli.
Così, l’antisemitismo è divenuto parte importante del terrorismo (Fiamma Nirenstein), “che ha trovato sostegno implicito (e inqualificabile) – scrive Renato Cristin in ‘I padroni del caos’ (Liberilibri) – nella multiforme galassia dell’odio verso l’Europa [e verso l’Occidente, n.d.a.]”, riproponendosi nella forma di un nuovo anti-americanismo e anti-occidentalismo. “Ecco l’antisemitismo di sinistra, mascherato da antisionismo e da filoarabismo”, scrive sempre Cristin nel suo illuminante volume.
Proprio per questo motivo, le mosse di Trump a favore di Israele e contro i dirigenti palestinesi che alimentano il terrorismo vanno nella direzione giusta. Tagliare i fondi al terrorismo palestinese non affama il popolo, ma crea le condizioni perché esso giunga alla conclusione che gli affamatori sono proprio i loro leader, esattamente come si sta vericando in Iran. Quando ciò avverrà, le anime belle antisemite occidentali si ritroveranno in braghe di tela e Israele potrà vantare una nuova grande vittoria.
Antonio Donno