Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/08/2018, a pag.22. la lettera inviata da Angelo Pezzana al quotidiano diretto da Maurizio Molinari sulla annunciata partecipazione al Salone del Libro del 2020.
Angelo Pezzana
Caro Direttore, ha fatto bene La Stampa a pubblicare in anteprima la notizia che il Salone del Libro del 2020 inviterà come ospite d'onore l'Iran, ripresa con toni molto critici da altri media, tra i quali «Informazione Corretta», «I1 Foglio», «Corriere della Sera». Quella che poteva sembrare una barzelletta di cattivo gusto è invece una minaccia reale, chi ha buona memoria ricorderà come il capataz del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo aveva definito la dittatura teocratica degli ayatollah: «Uno Stato democratico». In quanto creatore e co-fondatore con Guido Accornero 31 anni fa del Salone del Libro fa mi auguro che chi ha avuto la dissennata faccia tosta di ritenere che l'Iran abbia qualcosa a che fare con la cultura ci ripensi, rinviandone la scelta a quando quel Paese avrà abbandonato il ruolo di protettore del terrorismo internazionale, uno Stato che si è proposto, se dovesse mai avere l'arma nucleare, di cancellare Israele dalle mappe geografiche, dove chiunque esprime una opinione sgradita al regime finisce in prigione, dove gli intellettuali più fortunati sono in esilio. I Cinque Stelle comandano oggi in Italia, me ne rendo conto, ma non hanno ancora abolito le elezioni, non è detto che ci restino. Se il Salone 2020 dovesse disonorare la propria tradizione, ci saranno donne e uomini che credono nei valori di giustizia e libertà a mobilitarsi, a Torino, in Italia e in tutti gli altri Paesi democratici.