Israele abbandonata ai Kamikaze di Arafat 19-6-2002
Un altro autobus esplode a Gerusalemme, con il suo carico umano ridotto a brandelli bruciacchiati,volti irriconoscibili, vite distrutte. Un autobus carico di giovani che andavano a scuola e che non faranno mai più ritorno a casa. Mi viene il dubbio che la notizia possa cominciare a non interessare più, tanto è ripetitiva nel suo orrore sempre uguale a se stesso. In fondo non sono che due parti in conflitto, che non riescono a raggiungere la pace,israeliani e palestinesi,sempre loro,non è forse questa la tesi che leggiamo e ascoltiamo ogni giorno ?. E che ci viene presentata come se non ci fosse differenza fra chi si difende dal terrorismo e chi il terrorismo invece lo pratica.
L'ANSA comunicava ieri mattina la macabra notizia con il suo primo lancio verso le nove, con la rivendicazione di Hamas e l'affermazione che l'attentato " poteva essere stato compiuto da un militante di Al Fatah". Alla fine del breve testo, la condanna di Arafat per il massacro. Oggi,sui nostri media, avverrà quello che avviene sempre in questi casi. Più che di quanto è successo, ci verrà detto che l'attentato è sì stato rivendicato da Hamas,ma aggiungendo subito, a mo' di spiegazione, che quanto è avvenuto è una conseguenza del comportamento di Israele che aveva eliminato un "dirigente" palestinese il giorno prima. Varrà,come sempre, la logica del "se la sono cercata".
Ma l'ANSA riportava anche che l'attentato poteva essere stato compiuto da un " militante" di Al Fatah, il movimento che ,come tutti sanno, è alle strette dipendenze di Arafat. Il quale però,come è suo abituale comportamento dopo ogni attentato, non ha aspettato neanche un secondo per lanciare la sua condanna, come se fosse estraneo a quanto è avvenuto.
Viene da chiedersi in quale mondo viviamo, quando leggiamo che Arafat viene ritenuto credibile quando condanna gli attentati che la sua stessa organizzazione mette in pratica !. La nostra informazione deve essere ormai drogata fino ad un punto di non ritorno se riesce a spacciare per vero anche quello che nemmeno la mente più ingenua riuscirebbe a digerire.
Eppure è quello che avviene in italia, dove i terroristi suicidi vengono chiamati "kamicaze", i criminali che uccidono civili innocenti sono definiti "militanti" o "combattenti". Per non parlare di una certa stampa di sinistra che arriva a scrivere la parola "resistenti".
Israele è oggi più sola che mai a piangere i suoi figli.
Sola a dover combattere un terrorismo che la "civile" Europa continua a non voler considerare come tale. Parliamoci chiaro, sul banco degli imputati c'è lo Stato ebraico, è a Israele che i governi europei chiedono di fare l'impossibile per arrivare alla pace.Solo a Israele. Sembra che quel corrotto dittatore che risponde al nome di Arafat possa commettere qualunque atto di pirateria, politica o economica non importa, certo di godere della più totale immunità.
Un paese democratico è terrorizzato da attentati quotidiani e l'opinione pubblica, europea in particolare, chiude entrambi gli occhi di fronte al sangue innocente che viene versato per preoccuparsi quasi unicamente del destino del "povero" popolo palestinese. La cui condizione non è certo invidiabile, ma la responsabilità viene sempre ascritta a Israele e non a chi ha retto in tutti questi anni le sorti di quella popolazione. Arafat viene ormai indicato anche dalla stampa araba come un leader che ha fallito tutte le sue missioni e l'Europa che fa ? Lo avvolge affettuosamente con ogni possibile attenzione, non riesce a vedere in lui il principale ostacolo a qualunque soluzione di pace. Sono gli israeliani i cattivi, e lo sono perchè sono forti, mentre i palestinesi sono deboli, quindi "devono" essere loro i buoni.
Che poi questi "buoni" siano in realtà rappresentati da una banda di massacratori, poco importa. Crepino pure sti' israeliani, il medio oriente è lontano, basta che non capiti qui. E'questo alla fine il ragionamento della "civile" Europa, paurosa e ignorante. Prima la sinagoga e poi la chiesa, è una frase che i più nemmeno conoscono. L'Europa abbandona un'altra volta la sinagoga al suo destino, ma non si illuda di salvare la chiesa. Il fondamentalismo islamico non conosce alcuna possibile società democratica.Non a caso nel mondo non esiste uno stato islamico democratico. Nessuno. E un perchè ci sarà pure.
E'da questo semplice ragionamento che occorre partire per decidere da che parte stare: o con la democrazia israeliana o con Arafat, che non è il Garibaldi palestinese,come lo rappresenta la propaganda di casa nostra,ma solo un corrotto rais pronto a tutto pur di cancellare Israele salla faccia della terra.