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Martedì 25-6-2002 Yasha Reibman,consigliere radicale alla regione Lombardia, ebreo, è stato malmenato mentre sfilava in segno di solidarietà con il Gay Pride milanese. Picchiato,sbeffeggiato,insultato,perchè Yasha portava ben visibile su di sè la bandiera dello stato d'Israele. Questo episodio,gravissimo,non ha suscitato grandi reazioni.Spintonare Agnoletto sì.Picchiare Reibman no. Ma vediamo come è andata. 1) Gad Lerner,nel condannare l'episodio,si è lamentato del silenzio della stampa italiana. Errore. Questo giornale, se fosse nella mazzetta quotidiana di Gad, l'avrebbe stupito. Prima e terza pagina erano completamente dedicate al caso Reibman, e con esaurienti resoconti e commenti. D'accordo, Libero è stato l'unico giornale a farlo. Una ragione in più per prenderlo in considerazione. 2)Il congresso delle comunità ebraiche a Roma ha espresso grandi preoccupazioni per un possibile rinascere dell'antisemitismo in Italia e Furio Colombo,in una intervista sul Corriere di ieri arriva addirittura a tirare in ballo la Lega per una frase volgarmente antisemita pubblicata dalla Padania, come se Reibman fosse stato aggredito da leghisti e non,come in realtà è successo, da dei mascalzoni no global/centri sociali che sfilavano insieme agli omosessuali nel corteo. Ti picchiano dei delinquenti no global,frequentatori dei centri sociali ed altra fauna sinistra ? niente paura,la responsabilità sta tutta in una frase della Padania. 3) Sull'antisemitismo è ora di parlare chiaro. Jasha Reibman è stato aggredito perchè sfilava con una bandiera israeliana, non perchè era ebreo. Altrimenti Gad Lerner, che appunto si guarda bene dall'avvolgersi in tale drappo,visti i suoi mai nascosti amori con la sinistra più dura e pura, dovrebbe essere tutto un livido, se valesse l'equiparazione sei ebreo e allora ti picchio. No, se l'ebreo è politicamente corretto,cioè anti-Sharon e sotto sotto anti-israeliano, non solo non gli viene torto un capello, al contrario, quasi sempre è l'ospite d'onore di tutti quegli incontri che pullulano nel nostro paese in "difesa della pace in Palestina". Lì, l'ebreo, sottobraccio ai più scatenati antisemiti nostrani (ce ne sono,ce ne sono) è non solo giudicato un "compagno"affidabile,ma viene addirittura mostrato come un trofeo. Vedete,anche gli ebrei "buoni" la pensano come noi, è il leit motiv di ogni assemblea contro Israele che si rispetti. Se Jasha andava al corteo senza bandiera non gli sarebbe successo nulla. E' Israele la vera cartina di tornasole, e sarebbe bene che gli ebrei di casa nostra la smettessero una buona volta di far finta di non capire. 4) E veniamo al movimento omosessuale. Chi scrive ha qualche titolo per intervenire. Non che su Libero ce ne sia bisogno, ma forse non guasta ricordare che il sottoscritto nel 1970 fondò il FUORI!,il primo movimento di liberazione omosessuale nel nostro paese. Altri tempi, allora la sinistra non solo non ci coccolava, ma ci accusava di brutto di essere dei borghesi decadenti che si occupavano di problemi inesistenti al soldo del capitalismo americano. Con la classe operaia al potere ogni problema avrebbe trovato la sua soluzione. Si è visto poi, per fortuna, come è andata a finire. Ma se il FUORI! è stato un movimento libertario- non a caso si avvicinò e collaborò a lungo con i radicali di Marco Pannella- gli omosessuali che ne hanno poi proseguito le attività dopo la metà degli anni '80 (Arci Gay & sigle varie) hanno preferito trovare caldo e comodo rifugio sotto le ali dei partiti di sinistra. E,diciamolo,quella moderata come quella estrema. Da qui, arrivare alle solidali presenze di no global e centri sociali il passo è stato breve. Non è per caso che Casarini sia andato a sfilare al Gay Pride di Padova, così come il suo omologo Agnoletto sia andato a provocare gli ebrei al ghetto romano. Cosa non si fa quando le sconfitte elettorali ti privano di visibilità ! Gli omosessuali milanesi mi avevano invitato a partecipare ad un dibattito sulla questione omosessuale oggi, ritenendo forse interessante sentire l'opinione di uno che davanti alla sinistra non si è mai genuflesso, e,diversamente da altri,non l'ha fatto nemmeno davanti alla destra clericale. Eppure malgrado le espressioni gentili e la stima verso chi il movimento l'ha creato, non ci sono andato. Quei dibattiti, anche lì!, sui vari possibili futuri no-global mi erano sembrati subito delle trappole da evitare. Se il movimento omosessuale oggi riconosce in queste frange violente un proprio interlocutore, allora se ne vada per conto suo. Io non ci sarò. Anzi, ci sarò,ma dall'altra parte. Caro Jasha,quando parteciperai ad un prossimo Gay Pride, fammi un fischio. Anch'io ho la mia bella bandiera israeliana da far sventolare o da mettermi sulle spalle. Ci andremo insieme e insegneremo a questi malati di ideologia,a questi orfani delle violenze sessantottine, che Israele tutte quelle conquiste per le quali in Italia combattono ancora oggi gli omosessuali, là, in Israele,sono da anni una realtà. Certo,caro Jasha,tu ed io siamo due strani animali che di politica ne capiscono ben poco, a giudicare da come ci muoviamo. Siamo due radicali stupidini che rischiano le botte (anch'io le ho prese anni fa dai "compagni" antisionisti ma che amavano tanto la pace). Dovremmo fare come Furio Colombo, che ama tanto Israele - e per questo viene elogiato in tutto il mondo ebraico- pur dirigendo quel foglio di propaganda anti-isrealiano che è L'Unità,come viene quotidianamente dimostrato dall'analisi che ne fa il sito web www.informazionecorretta.com. E' così che si fa.Certo non si aiuta Israele,ma chissenefrega,ci dicono quelli che sanno stare al mondo e che ci guardano con aria di commiserazione. A proposito,di bandiere israeliane ne ho più d'una,sai com'è,nel caso in cui dovesse essercene bisogno.Con la violenza dei pacifisti,grandi esperti nel fare a pezzi la bandiera bianco/azzurra con la stella di Davide,non si sa mai. |
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