Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/08/2018, a pag. 16, con il titolo "Il pugno di ferro di Al Sisi sui siti Internet" il commento di Francesca Caferri.
La censura nel mondo arabo e musulmano è presente ovunque - in alcuni Paesi in maniera più soffocante che in altri - perché Francesca Caferri si sofferma esclusivamente sull'Egitto del pragmatico Al Sisi? La risposta è ovvia: per attaccare un regime militare, quello egiziano, che in questa fase è allineato con i Paesi dell'Occidente libero e lotta contro il terrorismo islamico.
Ecco l'articolo:
Francesca Caferri
Abdel Fatah Al Sisi
Il governo egiziano mette sotto controllo gli ultimi bastioni di informazione indipendente: il presidente Abdel Fatah Al Sisi ha ratificato ieri la legge che consente alle autorità di bloccare le pubblicazioni on line che scrivono articoli considerati pericolosi per la sicurezza nazionale. Oltre ai siti, saranno puniti anche gli utenti che tenteranno di accedere ai contenuti: multe fino all'equivalente di 5500 euro e possibilità di finire in carcere. La legge è l'ultimo atto di una politica volta a mettere a tacere chi usa Internet per diffondere informazioni: tv e giornali sono infatti da tempo controllati dal governo. Lo scorso mese era passata una legge che imponeva ai siti e agli utenti social con più di 5mila followers di registrarsi con le autorità, incaricate poi di bloccare i contenuti considerati lesivi o pericolosi.
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