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La Stampa Rassegna Stampa
18.08.2018 Germania: verso una svolta (tardiva) sui profughi?
Cronaca di Walter Rahue

Testata: La Stampa
Data: 18 agosto 2018
Pagina: 13
Autore: Walter Rahue
Titolo: «Berlino accoglierà solo i migranti 'utili e qualificati'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 18/08/2018, a pag.13 con il titolo "Berlino accoglierà solo i migranti 'utili e qualificati' " il servizio di Walter Rahue.

Quando i buoi sono fuggiti, chiudere il recinto è ormai inutile. La presenza di profughi principalmente islamici in Germania è ormai tanto diffusa che viene il dubbio che le misure che si possono prendere ora servano a qualcosa. E' comunque indispensabile adottare politiche decise per affrontare il problema, tanto più che la disoccupazione in Germania è quasi inesistente e non c'è necessità di manodopera. Il partito socialdemocratico SPD continua a propugnare una linea di accoglienza indiscriminata, vedremo come evolverà la situazione.

Ecco l'articolo:

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Walter Rahue

La Germania tornerà ad accogliere i migranti. Questa volta però solo quelli in possesso di una qualifica professionale, di un diploma universitario e con discrete se non ottime cognizioni della lingua tedesca.
È quanto emerge da una prima bozza stilata dal ministro dell’Interno Horst Seehofer (Csu) per un disegno di legge sulla regolamentazione dell’immigrazione e il reclutamento mirato di manodopera specializzata dai Paesi extraeuropei che il governo di Angela Merkel è intenzionato a varare ancora entro la fine dell’anno. Il documento, anticipato dai quotidiani «Handelsblatt» e «Süddeutsche Zeitung» traccia per la prima volta una netta distinzione tra immigrati di serie A, serie B e serie C e rappresenta una svolta dal sapore pragmatico (se non cinico) dell’ormai vetusta politica dell’accoglienza della cancelliera.

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Angela Merkel

Pragmatismo
Allo spirito umanitario e solidale del 2015, che permise l’ingresso nel Paese a quasi un milione di profughi siriani, iracheni e afghani, subentrano ora concreti interessi economici. L’invecchiamento della popolazione, oltre un milione di posti vacanti e la carenza ormai cronica di manodopera mettono in serio pericolo la crescita economica, il benessere e la competitività della principale potenza economica europea. Carenze e rischi riconosciuti ora anche dall’ala destra della Cdu e della sua costola bavarese della Csu capeggiata dal ministro degli Interni. Dall’insediamento del nuovo governo di grande coalizione Horst Seehofer, definito anche come il «Salvini tedesco», si è distinto soprattutto per la sua politica intransigente nei confronti dell’immigrazione clandestina, della cosiddetta migrazione secondaria e nell’attuazione di un’impietosa campagna di espulsioni e rimpatri di profughi le cui domande di asilo politico sono state respinte. Una categoria di immigrati di serie C che secondo i piani del ministro in futuro non avranno più nessuna possibilità di restare in Germania. E anche per i profughi di serie B, quelli cioè che sono stati ufficialmente riconosciuti come perseguitati politici, Seehofer vuole concedere solo un permesso di soggiorno limitato e circoscritto, che esclude ad esempio l’integrazione nel mondo del lavoro.

La nuova categoria
Il suo disegno di legge crea una nuova categoria di stranieri extracomunitari di serie A. Immigrati che a partire dal 2019 otterranno il privilegio di poter lavorare in Germania con un permesso di soggiorno illimitato. Per ottenerlo i richiedenti non dovranno più dimostrare di aver già ottenuto un’offerta di lavoro concreta e di poter contare su di un salario minimo garantito. La nuova legge permetterà agli immigrati qualificati di cercare un impiego in loco o di frequentare corsi di specializzazione e prevede un riconoscimento più veloce e meno burocratico di diplomi e lauree conseguite all’estero.
Molti punti della nuova legge sono ancora vaghi e andranno comunque discussi con gli alleati di governo del partito socialdemocratico che in origine auspicava una liberalizzazione ben più ampia e permissiva delle rigide normative sull’immigrazione. Ma il vento in Germania è cambiato e a prevalere sono le esigenze concrete dell’economia. «La politica delle porte aperte del 2015 non si ripeterà mai più», ha promesso ieri la stessa cancelliera nel tentativo sempre più evidente di venire incontro alle richieste della destra del suo partito.

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direttore@lastampa.it

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