Temo che la cultura iraniana sia completamente cultura di regime. Credo che esista tutto un mondo underground letterario, artistico, musicale, ma che non abbia certo modo di essere sponsorizzato dal governo o promosso all'estero. Esiste una vivacissima diaspora intellettuale iraniana, ma che non è certo, per il governo teocratico, voce legittima del paese. Scegliere un paese totalitario come paese ospite, passando per le istituzioni ufficiali di quello stato, è come se si fosse scelto come paese ospite la Germania ufficiale degli anni 30. Non credo che nelle intenzioni degli organizzatori si voglia dare spazio agli scrittori dissidenti all'estero. Comunque il problema si pone, con intensità diverse, con tutti i paesi non democratici e dove un/una dissidente non può far sentire la propria voce.
Marco Ravaioli
Gentile Marco, La cultura iraniana oggi non esiste più se non nelle tradizioni popolari, tutto il resto è teocrazia di regime, imposta con la forza e il terrore. La grande cultura persiana che Khomeini e i suoi criminali successori hanno voluto cancellare fa parte di un passato che potrebbe ritornare se ogni tentativo da parte del popolo non fosse soffocato nel sangue. Un cordiale shalom https://www.facebook.com/252890781414072/posts/1311867355516404/?comment_id=1312695498766923&reply_comment_id=1314432031926603