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La Stampa Rassegna Stampa
14.08.2018 Torino: Iran ospite del Salone d Libro 2020 all'insegna della repressione culturale
Cronaca di Miriam Massone

Testata: La Stampa
Data: 14 agosto 2018
Pagina: 1
Autore: Miriam Massone
Titolo: «Il Salone del Libro apre all’Iran: 'Nel 2020 sarà il Paese ospite'»

Riprendiamo dalla STAMPA online, con il titolo "Il Salone del Libro apre all’Iran: 'Nel 2020 sarà il Paese ospite' ", la cronaca di Miriam Massone sulla scelta del Paese ospite del Salone del Libro 2020, l'Iran.

Il Salone del Libro di Torino nel 2020 dovrebbe ospitare l'Iran: una decisione all'insegna della repressione culturale, non certo della valorizzazione di culture diverse. Per ora nessuna voce si è sollevata a criticare questa ignobile scelta, vedremo se ci saranno proteste per impedire che il Salone del Libro divenga una vetrina per ripulire l'immagine del regime degli ayatollah, fondato sulla repressione di ogni diritto e anche sulla cancellazione delle differenze culturali, allo scopo di imporre ovunque l'islam sciita.

http://www.lastampa.it/2018/08/11/cronaca/il-salone-del-libro-apre-alliran-nel-sar-il-paese-ospite-RgepgY89pxO1w8AMoxboAL/pagina.html

Ecco l'articolo:

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Una efficace rappresentazione della valorizzazione della cultura in Iran

Il Salone del Libro guarda al Medio Oriente: il paese ospite dell’edizione 2020 sarà l’Iran. Lo dice Amir-Masud Shahramia, direttore dell’Istituto Fiere Culturali iraniane, al quotidiano Tehran Times. E dall’Italia confermano, nonostante ancora manchi l’ufficializzazione. Ma è comunque da tempo che lo stesso Mibact lavorava all’accordo. A maggio Massimo Bray, al timone del Salone ormai da due anni, ed ora presidente del Circolo dei Lettori, ha incontrato il ministro iraniano della Cultura e guida islamica, Abbas Salehi, a Teheran, corroborando così un’intesa avviata già all’epoca del governo Letta. Con l’Iran ospite d’onore si rafforza quindi una relazione basata sulla reciprocità, cercata e attesa, tra le due fiere internazionali del libro, quella di Torino e quella di Teharan, nate entrambe nel 1987.

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La teocrazia iraniana spiegata: "Voi votate, Dio decide"

Il ruolo dell’Unesco «C’è interesse a coltivare i rapporti con loro, in nome della cultura, e si è lavorato insieme per concordare la data del 2020 perché era la più giusta per le tempistiche», dice l’assessore regionale, Antonella Parigi, anticipando un altro accordo, con Sharja, capitale di uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi, e soprattutto capitale mondiale del Libro 2019, premiata così dall’Unesco per la qualità dei programmi di promozione del libro e lo sviluppo delle tecnologie applicate alla cultura. In questo caso, e per questo motivo, Sharja sarà anche l’ospite d’onore della prossima edizione. Una scelta non così scontata (quest’anno, ad esempio, la capitale della cultura è Atene, ma il Paese ospite è stata la Francia). Sharja sarebbe stata invitata comunque di diritto per via del riconoscimento Unesco, ma lo «status» di ospite le conferisce un valore più rilevante, necessario da un punto di vista degli equilibri internazionali. Gli Emirati Arabi sono infatti uno dei paesi di spicco del fronte sunnita, tradizionalmente avversari dell’Iran sciita.

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In ogni caso, fonti vicine agli organizzatori fanno sapere che lo staff del Salone sarà particolarmente attento nel fare una minuziosa cernita dei testi e anche degli autori che l’Iran porterà alla buchmesse del Lingotto nel 2020 per impedire che valori ostili o comunque avversi al nostro Paese ed all’Ue sbarchino a Torino.

I temi da valorizzare Sarà dunque valorizzata la libertà di pensiero, da parte di artisti e letterati iraniani, mentre non sarà lasciato spazio ad elementi ideologici che distinguono il regime degli ayatollah come l’odio verso i gay, la negazione della Shoah e dei diritti delle donne.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante 


direttore@lastampa.it

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