IC7 - Il commento di Deborah Fait
Dal 5 all'11 agosto 2018
Antisemitismo, boicottaggi e classifiche di democrazia
Paul Hirschson
Una notizia di un paio di mesi fa, che però non ha trovato lo spazio che meritava in nessun media da me controllato, è l'incidente accaduto alla moglie dell'ambasciatore israeliano in Senegal. Roba vecchia, dirà qualcuno. No, rispondo roba sempre attuale, drammaticamente attuale perchè fa parte dell'odio che da ogni parte del mondo si concentra su Israele. Veniamo ai fatti: Jeanne Hirschson, moglie dell'ambasciatore Paul Hirschson, è arrivata in Senegal quasi tre anni fa ed è subito entrata a far parte dell'Organizzazione 'Mogli di diplomatici' dedicandosi in attività sociali e di carità, incontrando la popolazione senegalese. Grazie al buon lavoro fatto, è diventata vicepresidente dell'Organizzazione. Tutto bene quindi ma poi che succede? Le mogli dei diplomatici organizzano un party e Velerie Bigot, consorte dell'ambasciatore francese in Senegal, invita la Hirschson di cui è anche amica da anni. Il giorno prima dell'evento Jeanne Hirschson riceve una telefonata dalla stessa Valerie che le dice" Devo avvisarti di non venire al Party perchè la tua presenza è un problema per molte persone. Non tutti amano Israele" . La Hirschson sotto shock, fatica per un momento a capire quello che le e' appena stato detto, una situazione paradossale, e ripete:" Fammi capire, la moglie dell'ambasciatore francese sta dicendo alla moglie dell'ambasciatore israeliano che la sua presenza non è gradita al party dell'organizzazione di cui e' membro e vicepresidente perchè e'...israeliana?" Valerie Bigot, probabilmente imbarazzata, almeno spero fosse imbarazzata, risponde:" Non ti sto dicendo di non venire, ti sto solo avvisando che se tu venissi non sarebbe piacevole per te. Qualcuno a causa della tua presenza se ne potrebbe andare. Temo che sarebbe molto imbarazzante". Naturalmente Jeanne Hirschson ha deciso di restarsene a casa e un mese fa ha dato le dimissioni dalle sue cariche e, col marito, sono tornati in Israele.
Liel Levitan
Ormai non si contano i boicottaggi nei confronti di Israele, sono cosi' tanti che si potrebbe fondare 'Il club internazionale del boicottaggio a Israele' ed entrare nel guinness dei primati. Nelle competizioni sportive si contano ogni anno atleti arabi o islamici che rifiutano di confrontarsi con i loro colleghi israeliani. Succede sempre. Se le competizioni avvengono in paesi arabi i club israeliani ne sono sempre esclusi. Persino la piccola campionessa di scacchi israeliana, Liel Levitan, di 7 anni, è stata respinta dalla Tunisia dove doveva partecipare a un Torneo Internazionale di scacchi. Insomma i casi di boicottaggio dovuto alla nazionalità israeliana non si contano. Sinceramente non avevo mai sentito che questo schifo avvenisse anche in campo diplomatico, credo, spero, sia la prima volta che accade soprattutto tra due paesi che hanno rapporti e che si scambiano gli ambasciatori. Un episodio che avrebbe dovuto avere una grande copertura mediatica proprio perchè in odore di razzismo antisemita in un ambiente che dovrebbe esserne esente se non altro per opportunismo e savoir faire. https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-5233284,00.html
Le notizie della settimana appena trascorsa, riguardano per lo più l'attacco missilistico di Hamas su Israele, degli imbrogli dei media internazionali per far apparire Israele come il colpevole.Poi la legge su Israele Nazione-stato del popolo ebraico, sempre contestata da chi non si rassegna a una realtà vecchia di 3000 anni. Ma quello che mi ha molto colpita e mi ha fatta anche sbellicare dalle risate è la notizia riportata da Angelo Pezzana sull'unica democrazia del Medio Oriente che non è più Israele. http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=71667.
Israele dunque è stata retrocessa da 'democrazia liberale' a 'democrazia elettorale' ed è stata superata, udite udite, dalla Tunisia, si proprio quella stessa Tunisia che ha impedito alla piccola Liel Levitan di partecipare a una gara di scacchi. Questa farsa, perchè è così che va chiamata, è stata organizzata dal Rapporto annuale che registra il grado di democrazia in 178 paesi. Naturalmente il conflitto con i palestinesi ha avuto il suo peso e si sa che ogni Organizzazione internazionale, dalla più grande e importante alla più piccola e insignificante, ritiene Israele responsabile del conflitto. I palestinisti sono come sempre innocenti. Ormai non dovremmo meravigliarci più di niente. Fa una certa impressione però che Israele, così piccolo, che ha invano dimostrato di cercare solo la pace con i propri nemici, sia considerato un tale cattivo e pericoloso soggetto da odiare, da boicottare, da umiliare in tutti i modi, da colpire con risoluzioni ingiuste e razziste, da offendere in ogni modo possibile. Non solo, chi frequenta internet sa perfettamente che nessun popolo al mondo è più odiato di quello ebraico, basta entrare nella posta dei maggiori quotidiani per leggere le peggiori e disumane ingiurie. Niente di nuovo insomma, l'unico problema è che fa male.
Deborah Fait