Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/08/2018, a pag.5 con il titolo "Crisi della lira, Erdogan minaccia Trump: 'Pronti a cercare nuovi alleati altrove' " la cronaca di Marta Ottaviani.
Marta Ottaviani
Domani riapriranno i mercati, ma il presidente della Repubblica turco, Recep Tayyip Erdogan, non ha proprio voluto aspettare per mandare nuovi messaggi al numero uno della Casa Bianca, Donald Trump. In una lettera al «New York Times», il capo dello Stato ha voluto sottolineare quante volte la Turchia si sia rivelata un partner affidabile negli ultimi sei decenni. Una lealtà che non è stata ricambiata dagli Stati Uniti, che non solo non hanno estradato Fethullah Gülen, l’ex imam in autoesilio negli Usa e accusato di essere la mente dietro il fallito golpe del luglio 2016. Washington avrebbe tradito la fiducia della Turchia supportando il Pkk, il partito dei Lavoratori del Kurdistan e sfruttando l’arresto del pastore evangelico Andrew Brunson per creare un nuovo momento di tensione fra i due alleati storici. Di qui, l’affondo del presidente: se gli Usa non invertono la tendenza all’unilateralismo e alla mancanza di rispetto, la Turchia sarà costretta a iniziare a cercarsi nuovi amici e nuovi alleati. «Le azioni unilaterali degli Usa nei confronti della Turchia - ha detto Erdogan - serviranno solo a minare gli interessi e la sicurezza americani. Prima che sia troppo tardi, Washington deve rinunciare all’idea che le nostre relazioni siano asimmetriche». La tesi del presidente turco è forte. Un aumento delle tensioni studiato a tavolino per mettere in difficoltà non solo l’economia della Mezzaluna, ma anche il potere politico, arrivando a paragonare il tonfo sui mercati al golpe fallito del 2016, quando gli Usa tardarono a manifestare la loro solidarietà al popolo turco.
Erdogan
E intanto l’aumento dei dazi sull’acciaio e l’alluminio proveniente dalla Turchia promosso da Trump ha profondamente irritato l’Iran. Il ministro degli Esteri di Teheran, Javad Zarif, ha accusato Washington di «bullismo». «Il giubilo di Donald Trump nell’imporre disagio economico alla Turchia, suo alleato nella Nato è vergognoso», ha dichiarato Zarif, che ha aggiunto: «Gli Usa devono rivedere la propria dipendenza dalle sanzioni e dal bullismo, o l’intero mondo si unirà per costringerli».
In Turchia, il clima è quello di un Paese sotto attacco. Molti quotidiani hanno dato credito alla teoria del complotto, ossia mettere in difficoltà la lira turca per indebolire il super potere del presidente. Gli imprenditori chiedono che intervenga la Banca Centrale e tutti guardano con apprensione all’apertura dei mercati di domani.
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