L’unica democrazia in Medio Oriente non è più Israele
Commento di Angelo Pezzana
Benjamin Netanyahu
L’unica democrazia in Medio Oriente non è più Israele, chi l’ha sostituita? La Tunisia. No, non è uno scherzo, il Rapporto annuale che registra il grado di democrazia di 178 paesi ha classificato Israele al 53° posto, mentre al 44° c’è la Tunisia, definita ‘democrazia liberale’. Israele non lo è più, retrocede a ‘democrazia elettorale’. Anche se può consolare il fatto che Palestina/Gaza – curiosamente diventati un unico stato e pure riconosciuto dal simpatizzante Rapporto- è al 164 posto su 178. L’ostilità del Rapporto verso Israele è lampante, cita la recente Legge sullo Stato Nazione che è di poche settimane fa, mentre il Rapporto è uscito a maggio, ma tutto fa brodo per poter accusare Israele di essere sulla strada di diventare uno stato autoritario.
Ehud Olmert
Non manca la citazione che dovrebbe dimostrarlo, cioè il conflitto con i palestinesi, come se la responsabilità fosse di Israele. Chissà se qualcuno tra i nostri ‘esperti’ mediorientali avrà la compiacenza di ricordare come sono andate realmente le cose durante gli innumerevoli incontri tra le parti per arrivare a una soluzione del conflitto. Eppure non sono trascorsi molti anni da quando due primi ministri israeliani, Barak e Olmert, avevano offerto ad Arafat circa il 90% della Cisgiordania e la divisione di Gerusalemme, capitale quindi di due Stati. Perché non lo ricorda nessuno? Per fortuna Arafat, oltre a essere un terrorista era anche un pessimo politico – per la sua gente - se avesse accettato,invece di dire no, oggi Israele molto probabilmente non sarebbe il paese che è diventato,anzi, c’è da chiedersi che ci sarebbe ancora.
Ehud Barak con Yasser Arafat
Appresa la lezione dei due leader sopra citati, gli israeliani continuano a scegliere alla guida del paese leader come Netanyahu e, nel futuro, altri che gli assomiglino, per continuare a vivere in uno dei paesi più felici del mondo, la cui democrazia può anche essere definita elettorale, un insultante paragone alle peggiori dittature dove le elezioni vengono indette per suscitare consenso fra i gonzi occidentali, ma dove libertà e progresso sono i valori fondamentali.
Angelo Pezzana