Rolla Scolari
Jared Kushner, genero del presidente americano Donald Trump e suo consigliere con il mandato di risolvere il conflitto arabo-israeliano, starebbe pensando di toccare uno dei tabù più radicati del Medio Oriente: lo status di rifugiati assegnato dall’Onu ai discendenti dei palestinesi che lasciarono le loro terre a seguito del conflitto del 1948-1949 che portò alla nascita di Israele. Secondo alcune email dell’amministrazione americana il cui contenuto è stato in parte pubblicato dal sito della rivista «Foreign Policy», l’obiettivo di Kushner e della sua squadra è quello di ridefinire i numeri dei rifugiati palestinesi. Quando infatti fu creata l’Unrwa - l’Agenzia dell’Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi - a essere intitolati a usufruire dei suoi servizi erano i rifugiati del 1948-49. Negli anni successivi, su pressione dei Paesi arabi, l’Onu incluse in tale definizione anche i loro discendenti. È l’unico caso simile nella storia dell’assistenza ai rifugiati da parte delle Nazioni Unite: oggi il numero dei palestinesi che gode di tale status è di circa 5,8 milioni. Durante il conflitto, 700mila palestinesi lasciarono i loro villaggi e città o ne furono allontanati. «In ogni zona di crisi, il numero dei rifugiati cala con il tempo a seguito di decessi e integrazione - afferma una fonte diplomatica americana - mentre i palestinesi sono gli unici ad aumentare in forza delle norme che l’Unrwa si è data». Da qui la decisione dell’Amministrazione Trump di alterare il metodo del conteggio, con la convinzione che questo possa ridurre l’impatto politico del «diritto al ritorno» che per ogni leadership palestinese è condizione fondamentale per arrivare a un’intesa definitiva con Israele.
Jared Kushner
La strada dell’integrazione
Secondo quanto rivelato dalla rivista americana, Kushner si propone anche di chiedere a quei Paesi arabi che ospitano i rifugiati – come Giordania e Libano - di assorbire i palestinesi che da 70 anni vivono sui loro territori, in gran parte ancora in campi profughi, offrendo di aiutare tale integrazione versando loro i fondi che fino a oggi gli Stati Uniti hanno destinato all’Unrwa. La politica di Libano, Siria e Giordania è stata però per decenni - e continua a essere oggi - quella di non integrare i profughi palestinesi.
Taglio dei fondi
«È importante fare uno sforzo onesto e sincero per smembrare Unrwa», ha scritto Kushner in una email, definendo anche l’agenzia «corrotta». Le email indicano dunque un ulteriore sviluppo della posizione dell’Amministrazione Trump, che ha già ordinato il taglio dei finanziamenti di Unrwa scendendo da 365 milioni di dollari a 60 milioni.
Se le precedenti amministrazioni americane consideravano l’agenzia un elemento fondamentale per la stabilità regionale, ora il presidente si avvicina alle posizione di Israele, secondo cui l’Unrwa «svolge un ruolo decisivo nel perpetuare, esacerbare ed espandere il problema dei rifugiati palestinesi», come spiega l’analista israeliano Ben Caspit su al-Monitor. È lo stesso Caspit a sottolineare come la questione di Unrwa rappresenti però per Israele anche «un dilemma»: gli aiuti economici e sociali che garantisce contribuiscono infatti alla precaria stabilità di Cisgiordania e Gaza. Se dovessero venire a mancare aumenterebbero di molto i rischi per la sicurezza.
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