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Il Foglio Rassegna Stampa
06.08.2018 Ahed Tamimi, ultima icona di chi vuole la fine di Israele
Analisi tratta dal Jerusalem Post

Testata: Il Foglio
Data: 06 agosto 2018
Pagina: 3
Autore:
Titolo: «Ahed Tamimi, l’icona teen palestinese che ha messo in difficoltà lo Stato ebraico»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 06/08/2018 a pag. III, con il titolo "Ahed Tamimi, l’icona teen palestinese che ha messo in difficoltà lo Stato ebraico" l'analisi tratta dal Jerusalem Post.

Il nostro commento alla pagina di IC di ieri http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=71611 in cui riportavamo l'intervista di Davide Lerner a Ahed Tamimi.

Ecco il pezzo:

Risultati immagini per Ahed Tamimi
Ahed Tamimi

L’adolescente Ahed Tamimi, diciassette anni, è diventata un simbolo palestinese, il volto perfetto per rappresentare i loro sforzi”, scrive Josefin Dolsten sul Jerusalem Post. “Quando Ahed Tamimi è stata rilasciata da un carcere israeliano dopo otto mesi, è stata festeggiata dalla famiglia e dagli amici nella sua cittadina natale di Nabi Saleh in Cisgiordania. L’attivista palestinese di diciassette anni è stata trattata come un’eroina in giro per il mondo per il presunto coraggio con cui ha sfidato i soldati israeliani. Molti in Israele vedono Tamimi nell’ottica di un disegno palestinese per rovinare la reputazione di Israele sui media stranieri. E molti pensano che ci stia riuscendo.

Tamimi viene da una ricca famiglia palestinese che ha storicamente un brutto rapporto con i soldati israeliani. Suo padre, Bassem, è stato uno dei leader delle proteste contro le autorità israeliane nel villaggio di Nabi Saleh. Il cugino, Ahlam Tamimi, ha partecipato al massacro di Sbarro, nel 2001, quando un kamikaze si è fatto esplodere in piazza a Gerusalemme, uccidendo quindici persone e ferendone centotrenta. Ahed Tamimi è diventata nota nel 2012, quando un filmato l’ha ripresa mentre urlava e stringeva i pugni contro i soldati israeliani, dopo l’arresto di suo fratello. Il video ha fatto il giro del web, suscitando l’attenzione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che in seguito ha incontrato Tamimi e sua madre. Un municipio di Istanbul ha premiato Tamimi per i suoi gesti. Nel 2015, Tamimi è stata ancora ripresa in un video diventato virale. Le immagini mostrano un soldato che cerca di arrestare il fratello di Tamimi, all’epoca dodicenne. Mentre il soldato cerca di immobilizzare il ragazzo, Tamimi e alcune donne adulte cercano di fermarlo e a un certo punto la ragazza gli morde la mano. Perché Tamimi è di nuovo tra le notizie? Domenica mattina (il 29 luglio, ndr) è stata rilasciata da un carcere israeliano, in cui era rinchiusa da dicembre per aver schiaffeggiato e infastidito dei soldati israeliani. A marzo Tamimi ha patteggiato una pena di otto mesi di carcere, e si è dichiarata colpevole di quattro capi d’imputazione. Dopo aver scontato la pena, la ragazza è diventata un’icona per i palestinesi. Dopo il suo rilascio, Tamimi si è recata presso la tomba di Yasser Arafat e ha incontrato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, che l’ha lodata per essere ‘un modello della battaglia palestinese per la libertà, l’indipendenza e lo stato libero’. L’arresto di Tamimi ha destato una grande attenzione mediatica. Un gruppo di artisti americani – tra i quali gli attori Danny Glover, Rosario Dawson and Jesse Williams, gli scrittori Cornel West e Alice Walker e l’attivista Angela Davis – hanno firmato una lettera chiedendo la sua liberazione. Lunedì il nipote di Nelson Mandela, Mandla Mandela, ha detto che Tamimi riceverà un premio in Sudafrica per ‘il suo coraggio, la sua resistenza e per essere un simbolo di speranza per milioni di persone’.

Cosa dicono i suoi detrattori? Gli attivisti filo-israeliani la chiamano ‘Shirley Temper’ (storpiando il nome dell’attrice bambina americana anni Trenta, ‘temper’ significa temperamento, ndr). I critici hanno anche coniato l’espressione ‘Pallywood’, un riferimento alla presunta strategia palestinese di distorsione mediatica per rovinare la reputazione di Israele. I detrattori dicono anche che i rapporti tra la famiglia Tamimi ed ex terroristi palestinesi sono una prova del loro fanatismo e della mancata volontà di trovare una soluzione pacifica. L’imprenditore australiano Arnold Roth, il cui figlio è stato ucciso nel massacro di Sbarro, scrive che i giornalisti sono caduti nella trappola di Tamimi. Roth aggiunge: ‘Gli arabi palestinesi hanno molti bisogni ma quello che viene rappresentato da questa ragazza – la rabbia, l’amarezza e tanti fallimenti – non risolverà i loro problemi’.

Come ha fatto Tamimi a diventare un simbolo palestinese? Per gli attivisti filo-arabi, è il volto perfetto per rappresentare i loro sforzi: una ragazza di diciassette anni disarmata che affronta i soldati israeliani senza porre alcuna minaccia immediata. Molti hanno detto che i suoi capelli biondi, le sue treccine spettinate e il suo volto fotogenico sicuramente non guastano. Suo padre Bassem ha detto all’agenzia France Press l’anno scorso: ‘Se avesse la pelle scura e il velo, riceverebbe la stessa attenzione mediatica?’. Michael Oren, ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti e attualmente deputato del partito Kulanu, ha twittato a dicembre: ‘La famiglia Tamimi – che potrebbe non essere una vera famiglia – veste i propri figli con i vestiti americani e li paga per provocare i soldati israeliani in diretta. L’uso cinico e crudele dei bambini costituisce un abuso’. Il padre di Tamimi riconosce che questi video sono un modo efficace per spostare l’opinione pubblica a favore della Palestina. Gli israeliani si sono fatti un autogol con l’arresto di Tamimi? Il vicepresidente del Parlamento israeliano Nachman Shai ha scritto sul Jerusalem Post che Israele ‘è caduto nella trappola tesa dai Tamimi’. Shai scrive: ‘Avremmo potuto condannarla agli arresti domiciliari. Oppure avremmo potuto ignorare l’incidente e aspettare per un periodo più tranquillo. Ogni altra soluzione sarebbe stata migliore della situazione che si è creata oggi con i superflui festeggiamenti palestinesi’. Il giornalista Allison Kaplan Sommer ha scritto su Haaretz, un quotidiano israeliano di sinistra, che il governo ha commesso un’ingenuità. Ha usato l’esempio di Tamimi per scoraggiare delle azioni simili, ma alla fine è successo il contrario. Ha scritto Kaplan: ‘Al momento del rilascio di Tamimi domenica scorsa, dopo aver scontato una pena di otto mesi per quattro capi d’imputazione, è diventata una vera icona e non più solo una star del web’. Kaplan ha aggiunto che l’attenzione mediatica per il rilascio di Tamimi ha danneggiato la reputazione internazionale di Israele molto più del video provocatorio per cui era stata condannata”.

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