Giordano Stabile
Gli iraniani accettano di ritirarsi ad almeno 85 chilometri di distanza dal Golan e Vladimir Putin consolida la sua presa sulla Siria, e sul Medio Oriente, con una mediazione al limite dell’impossibile fra l’Iran e Israele, e il dispiegamento delle truppe russe a garanzia della tregua. La vittoria di Bashar al-Assad sul terreno, la disfatta dei ribelli appoggiati dai Paesi del Golfo e dall’Occidente, e la propensione di Donald Trump a volersi districare dal pantano mediorientale, hanno messo lo Zar in una posizione di forza, guadagnata con l’azzardo dell’intervento militare a fianco del raiss nel settembre del 2015. Mancava però ancora un tassello decisivo, ed era il consenso dello Stato ebraico ai nuovi equilibri.
In Siria si è combattuta, fra le tante, anche una guerra per procura fra gli israeliani e gli iraniani. Per il premier israeliano Benjamin Netanyahu la priorità strategica era impedire che le milizie sciite guidate dai Guardiani della rivoluzione aprissero un nuovo fronte alle porte di Israele. Dal 2013 l’aviazione israeliana ha condotto oltre cento raid contro convogli e installazioni militari «iraniane», abbattuto droni, distrutto postazioni anti-aeree fin nel centro della Siria. Lo scontro è diventato aperto nelle ultime settimane, quando le truppe di Assad hanno ripreso le province di Daraa e Quneitra e si sono affacciate davanti alle Alture del Golan.
Si è verificata una situazione anomala e pericolosa. Parte del Golan è stata conquistata nel 1967 e annessa da Israele nel 1981. Nel 1974, con la mediazione di Henry Kissinger, era stata istituita una fascia demilitarizzata, sorvegliata dai Caschi Blu. Nel 2014 però i combattenti jihadisti di Al-Nusra avevano cacciato i militari dell’Onu. Così, per la prima volta da oltre 40 anni, soldati siriani e israeliani si sono trovati faccia a faccia, senza più il cuscinetto delle Nazioni Unite. Non solo. Secondo i servizi d’Intelligence israeliani fra le truppe regolari si erano «mimetizzati» i miliziani sciiti guidati dell’Iran. Una situazione che poteva condurre a una massiccia campagna aerea, con il rischio di una guerra aperta.
Qui è intervenuta la mediazione di Putin. Il leader russo ha incontrato dodici volte Netanyahu in meno di tre anni e ha costruito un rapporto di fiducia. Nella sua visione la Russia non è semplicemente il protettore di Siria e Iran, dell’asse sciita, ma una potenza euroasiatica sopra le parti. Alla fine Netanyahu ha concesso di «non avere problemi con Assad», purché gli iraniani si ritirassero. In segreto sono stati organizzati colloqui a Soci, con la regia dell’inviato speciale per il Medio Oriente Alexander Lavrentiev. Il quale ha annunciato l’intesa. «La presenza di forze iraniane in Siria è legittima – ha precisato – ma noi abbiamo chiesto se era necessaria vicino al confine con Israele e loro hanno risposto di no». Un modo diplomatico per dire che si erano ritirate a «85 chilometri» dalla frontiera.
Era quello che Netanyahu aveva chiesto a Putin lo scorso 9 maggio. I dettagli sono stati definiti dieci giorni fa in trattative che hanno visto la partecipazione anche del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il capo di Stato maggiore, generale Valery Gerasimov. Ieri però è emerso anche un altro aspetto, e cioè il dispiegamento della polizia militare russa lungo la fascia demilitarizzata nel Golan, in otto punti di osservazione. Mosca ha precisato che la presenza è «temporanea» e serve «ad accompagnare i Caschi Blu», tanto che ieri hanno effettuato «la loro prima missione di pattugliamento in sei anni», come ha specificato il generale russo Sergei Rudskoi. I punti di osservazione «saranno poi affidati alle forze governative siriane dopo che la situazione si sarà stabilizzata».
In questo modo la Russia ha disinnescato uno dei punti più caldi del Medio Oriente, dove oltretutto restano attive alcune cellule dell’Isis, e si appresta a dettare l’agenda futura della Siria. Il vertice del 16 luglio a Helsinki fra Trump e Putin sembra man mano tradursi in risultati anche sul terreno. Su un altro fronte, per esempio, i curdi dello Ypg hanno avviato colloqui con il regime che dovrebbero portare alla riconsegna dei territori del Nord-Est a Damasco, con il consenso turco e americano. In cambio i curdi otterranno alcune concessioni, come l’esenzione dal servizio militare dei loro combattenti anti-Isis e uno statuto speciale per la lingua curda. Il tutto con la garanzia dello Zar.
"Siria, uccisi sette terroristi dell’Isis dall’esercito di Gerusalemme al confine"
L'Isis ai confini di Israele
Sette terroristi armati, sospettati di appartenere dell’Isis, sono stati uccisi la scorsa notte in un attacco aereo israeliano sulle Alture del Golan. I miliziani avevano superato la linea del cessate il fuoco con la Siria e si trovavano a 200 metri dalla barriera di confine con la zona sotto il controllo d’Israele. L’esercito israeliano ha riferito su Twitter di aver seguito i movimenti del gruppo armato mentre si muoveva nell’area meridionale delle Alture, vicino alla zona demilitarizzata tra Israele, Giordania e Siria. A quel punto è intervenuta l’aviazione. Come ha riferito il portavoce delle forze armate israeliane, Ronen Manelis, i soldati che successivamente hanno perlustrato la zona del raid aereo, hanno rinvenuto i corpi dei terroristi, equipaggiati con kalashnikov, cinture esplosive e quelle che sembrano granate. Si ritiene che appartenessero alla brigata «Martiri di Yarmouk», un gruppo legato allo Stato islamico.
Contrariamente alle rassicurazioni russe, gli iraniani non sono distanti dal confine israeliano
Breaking News, di Vito Anav
Quneitra, Siria
La Russia ha dichiarato alcuni giorni fa che le forze iraniane in Siria sono distanti almeno 85 Km dal confine con Israele, l'intelligence IDF ne rileva invece massiccia presenza anche nella zona intorno a Damasco ed a 40 Km dal Golan. La posizione israeliana e` che tutte le forze straniere , comprese le unita` di Hezbollah e le "forze della rivoluzione" Kuds iraniane , devono lasciare la Siria . Nonostante i successi degli ultimi mesi, le forze di Assad ancora non controllano pienamente molte aree: tutta la zona al confine con l'Iraq , nella zona confinante con la Turchia, e in una piccola zona del Golan siriano dove un gruppo I.S.I.S di circa 300 combattenti sta opponendo una strenua resistenze. E` alla luce di questa situazione che gli analisti israeliano sono convinti che massicce forze iraniane e russe rimarranno ancora in Siria per aiutare le forze di Assad.
Il 10 Maggio , in risposta al lancio da parte degli iraniani di 30 missili sul Golan ( la maggior parte esplosi in Siria e gli altri intercettati da Iron Dome) e` stata fatta scattare l'operazione "Scacco Matto" , nel cassetto da mesi, durante la quale sono stati colpiti 50 obiettivi iraniani in Siria .
Dall'analisi dei dati risulta che le forze iraniane in Siria sono composte da diverse unita`: postazioni di rilevamento, intelligence, forze antiaeree, missili, fanteria . Secondo fonti IDF sono oggi presenti in Siria 5000 soldati iraniani, sotto l'egida di Hezbollah, 10.000 miliziani sciiti (afgani, iracheni) tutti sotto i comandante delle forze Kuds, Kassam Suleimani, le postazioni di missili e di velivoli senza pilota , sono state invece in gran parte distrutte durante l'operazione "Scacco Matto".
La situazione e` comunque tesa , alle 22:30 di giovedì 2 Agosto, un drone israeliano ha attaccato* ,a 200 metri dal confine , nella zona del "triangolo di confine" ( Siria, Giordania , Israele) un commando terrorista, appartenente al gruppo "Shaade el Yarmuch" , identificato con I.S.I.S.
Stamane l'unita` esploratori del Nachal di stanza nella zona ha rinvenuto , durante una ricognizione sul posto, i corpi dei 7 terroristi, pesantemente armati con Kalashnikov, munizioni, esplosivi e granate.
E` di ieri la notizia che il Governo americano ha comunicato di aver aumentato e rinforzato i componenti dello staff per il Medio Oriente , in vista della presentazione ,a breve, del nuovo piano di pace Trump che dovrebbe portare ad un accordo piu` duraturo e stabile tra Hamas, Amministrazione Palestinese ed Israele .
Al Sud, prosegue ininterrottamente l'invio , da parte dei terroristi di Hamas, di palloni aerostatici ed aquiloni incendiari che provocano decine di incendi al giorno nei campi e nei boschi della zona israeliana limitrofa alla striscia . Per la seconda volta in poche settimane e` stato trovato il cadavere di un uccello (della famiglia del falco) al quale era stato applicato un congegno incendiario
Fonte : Portavoce IDF , Portavoce Amministrazione Trump, Portavoce Guardia Forestale
Vito Anav
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