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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
31.07.2018 E' illiberale vole fermare l'invasione musulmana dell'Europa?
A sorpresa, il Foglio dice di sì

Testata: Il Foglio
Data: 31 luglio 2018
Pagina: 3
Autore: Editoriale
Titolo: «L'affondo di Orbàn»

Riprendiamo dal FOGLIO i oggi, 31/07/2018, a pag.3, l'editoriale dal titolo "L'affondo di Orbàn"

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Netanyahu con Orbàn

Orbàn, riporta il Foglio, ha dichiarato "“L’élite europea è visibilmente nervosa – ha detto Orbán – Il suo obiettivo di trasformare il continente e di traghettarlo in un’èra post cristiana, in un’èra in cui le nazioni scompaiono… questo processo può essere interrotto con le elezioni europee ed è un nostro interesse di base fermare tale trasformazione”. Il Foglio la definisce "illiberale". A noi non sembra che voler bloccare l'invasione islamica dell'Europa possa definirsi 'illiberale', al contrario. Orbàn è contro l'apertura indiscriminata dei migranti, in gran maggioranza musulmani. Questo non significa essere contro l'Europa, ma contro 'questa' Europa. Non a caso i rapporti tra Orbàn e il governo israeliano sono ottimi, così come quelli con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. E Bibi non è contro l'Europa, ma contro certe posizioni contro Israele, che anche Orbàn e Kurz non condividono.
Che succede al Foglio?

La Commissione europea è il simbolo del fallimento delle élite, ha detto il premier ungherese Viktor Orbán parlando all’incontro estivo del suo partito Fidesz che ogni anno si ritrova a Baile Tusnad, in Transilvania. Ma la buona notizia, dice Orbán, è che i giorni della Commissione sono “conta - ti”, così come le sue politiche di censura nei confronti dell’est europeo e la sua ossessione russofoba con tanto di sanzioni. Il punto di rottura sarà chiaro alle elezioni europee del prossimo anno, il momento in cui la controrivoluzione sovranista riuscirà a mettere fine all’Europa a trazione liberale e occidentale. “L’élite europea è visibilmente nervosa – ha detto Orbán – Il suo obiettivo di trasformare il continente e di traghettarlo in un’èra post cristiana, in un’èra in cui le nazioni scompaiono… questo processo può essere interrotto con le elezioni europee ed è un nostro interesse di base fermare tale trasformazione”. Orbán vorrebbe guidare questa rivoluzione illiberale dentro al suo partito europeo di appartenenza, i popolari europei che accidentalmente esprimono anche il presidente dell’attuale Commissione dai giorni contati. I delegati presenti all’evento hanno chiesto al premier se ha intenzione di lasciare il Ppe, ma per ora Orbán vuole rimanere, cioè imporre la propria visione anti immigrazione, anti liberale e anti occidentale ai colleghi, in particolare alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Noi sopravviveremo, ha detto Orbán, l’Ungheria rimarrà fuori dal contagio islamico che affosserà l’Ue, ma mentre molti dicono che è arrivato il momento di espellere Fidesz dal Ppe, è anche il momento di dare voce e coerenza all’opposizione moderata – c’è nessuno tra i popolari? – contro questa deriva di destra per non trovarsi nuovamente impreparati al prossimo scontro.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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