Ecco come vengono interpretati gli attacchi terroristi di Gaza contro Israele, oggi, 26/07/2018. da AVVENIRE, a pag.15,L'OSSERVATORE ROMANO, a pag.6, IL FATTO Quotidiano. a pag.19
Avvenire- Gaza. "Spari dalla Striscia su pattuglia israeliana I tank rispondono al fuoco: almeno tre uccisi"
Corretta la titolazione, che informa per una volta i lettori che Israele risponde legittimamente a un attacco di Hamas. Ciò detto, una notizia sull'Unrwa, in crisi dopo che gli Usa le hanno tagliato i fondi. Prima di leggere sul giornale dei vescovi qualche notizia sulla vera funzione dell'Unrwa, uno dei supporti più forti del terrorismo palestinista, dovremo attendere ancora molto tempo.
Riesplode la violenza a Gaza. «Terroristi palestinesi» hanno aperto il fuoco contro una pattuglia israeliana lungo il confine di Gaza, nel settore meridionale, secondo quanto riferito da riferito un portavoce militare. I mezzi blindati israeliani hanno subito aperto il fuoco verso postazioni di Hamas. Il bilancio è di tre milizaini di Hamas uccisi. Due razzi sono stati lanciati poi da Gaza verso la vicina città israeliana di Ashqelon. Intanto l'Unrwa, l'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ha annunciato il taglio di oltre 250 posti di lavoro nei Territori palestinesi a causa del blocco dei fondi decretato dagli Stati Uniti. In totale, a perdere il lavoro saranno 154 persone in Cisgiordania e altre 113 nella Striscia di Gaza, mentre a oltre cinquecento dipendenti a tempo pieno sarà offerto un contratto part-time. Sono le prime conseguenze del blocco dei fondi annunciato a gennaio dall'Amministrazione Usa che ha assicurato solo 60 milioni di dollari per quest'anno, rispetto ai 360 milioni dello scorso anno
L'Osservatore Romano- "Contro la disoccupazione giovanile a Gaza"
La cosa che odio di più degli israeliani sono i bombardamenti sui civili...
Il quotidiano ufficiale del Vaticano soffre per le condizioni in cui vivono i sudditi di Hamas a Gaza, ma si guarda bene dallo scrivere perchè. Tutta l'attività criminale di Hamas viene come sempre nascosta, per cui i bombardamenti sulla Striscia da parte di Israele appaiono inspiegabili. Elettricà, acqua corrente, situazione igienica, la mancanza di infrastrutture, disoccupazione, non sono da addebitarsi ad Hamas come sarebbe normale in qualsiasi altro contesto, ma qui si tratta di palestinisti, meglio scaricare tutto su Israele, abbondando le informazioni sulle iniziative religiose cristiane, anche loro silenti sulle responsabilità di Hamas.
GAZA, 25. «Le piccole cose, date per scontate, diventano enormi sfide»: parole di Sami El-Yousef, amministratore generale del patriarcato di Gerusalemme dei latini, da poco tornato da una delle sue visite bimestrali a Gaza. La situazione nella Striscia è peggiorata dall'inizio della «Grande marcia del ritorno»; gli scontri al confine hanno ucciso oltre centoventi persone e ferito migliaia di palestinesi. Sul sito in rete del patriarcato, El-Yousef fa luce sul ruolo svolto dalla Chiesa e fornisce ragioni per nutrire speranza, nonostante tutto. A Gaza l'elettricità funziona solo per tre ore al giorno, mentre la situazione igienica è catastrofica e solo il 5 per cento delle case ha accesso all'acqua corrente. Le tracce dei vecchi bombardamenti sono ancora presenti; molte infrastrutture non sono state ancora ricostruite. Ospedali come l'Al Ahli Arab funzionato a scartamento ridotto. I residenti stanno finendo i soldi, anche perché spesso non ricevono il salario. Anche la disoccupazione continua a salire: il 55 per cento dei lavoratori della Striscia e il 70 per cento dei giovani sono colpiti da questa piaga sociale che impedisce loro di costruire la propria vita e di avviare una famiglia. Anche i cristiani, che sopportano la situazione economica e la crisi a Gaza tanto quanto i loro concittadini musulmani, soffrono di questo flagello. Crescono tensione e insicurezza, per la mancanza di capacità di elaborare piani per il futuro. Ma il futuro va individuato anche e soprattutto in quei tanti giovani, molti cristiani, spesso laureati, determinati a rimanere qui con le famiglie. Al loro fianco c e la Chiesa. Il patriarcato di Gerusalemme dei latini intende offrire ai giovani la possibilità di impegnarsi in opere dignitose e produttive offrendo posti di lavoro temporanei per un anno nei settori non governativo e privato di Gaza. L'obiettivo è avere questi giovani assunti per posizioni che corrispondono alle loro qualifiche (in una banca, in una scuola). Il loro stipendio sarà pagato dal patriarcato per un anno. Finanziato dai cavalieri tedeschi dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il programma può essere rinnovato in base ai fondi disponibili, ampliando la gamma di opportunità e includendo tutti i settori privati e non governativi come ospedali, banche, scuole, studi di ingegneria e varie istituzioni a Gaza. Tra i requisiti, ogni giovane deve fornire almeno un'ora di volontariato nella Chiesa. Per combattere la piaga della disoccupazione, padre Mario da Silva, parroco della Sacra Famiglia, aprirà un centro di formazione educativa cristiana per aiutare i ragazzi ad acquisire fiducia in se stessi e sviluppare le loro abilità per entrare più facilmente nel mercato del lavoro. Si concentreranno sullo studio dell'inglese, dell'informatica e dell'uso del computer, nonché sulla leadership e sulla gestione del personale. Sebbene molti cristiani siano emigrati dalla Striscia, le istituzioni cristiane rimangono. Ci sono cinque scuole cristiane nella striscia di Gaza, incluse tre cattoliche, che ospitano 3000 studenti, tra cui 170 cristiani. Le missionarie della Carità servono i più deboli, specialmente i disabili, e hanno costruito un nuovo edificio per le persone anziane. Anche le suore del Rosario stanno espandendo i loro locali. Tutti esempi di cristiani davvero «sale della terra»
due tecniche di difesa
Il Fatto Quotidiano- "GAZA SCAMBIO DI COLPI, DUE VITTIME"
Lasciamo in maiuscolo il titolo della breve del giornale travagliato. Chi avrà iniziato? Meglio scrivere 'scambio di colpi', non sia mai che si debba scrivere la verità.
Hamas attacca una pattuglia di soldati israeliani al confinee l'esercito risponde coni carri armati: il bilancio è di due morti e un ferito grave, cifre fornite dal ministero della Sanità a Gaza. È il bilancio degli scontri a fuoco avvenuti ieri sera sul confine orientale della Striscia. Fonti palestinesi precisano che l'artiglieria israeliana ha colpito obiettivi dei gruppi armati in almeno due località.
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